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Truffa milionaria a Taranto

Otto le persone arrestate, 139 gli indagati a vario titolo. Ania e Mise plaudono all'operazione della Polstrada, mentre il Codacons valuta di costituirsi parte offesa

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Un ingranaggio ben oliato per mettere in scena una serie di falsi incidenti stradali. Il tutto, ovviamente, a danno di varie compagnie assicurative (18 in tutto) a cui sono stati estorti circa due milioni di euro di risarcimenti non dovuti. 

L’operazione che la Polizia stradale di Taranto ha fatto scattare questa mattina all’alba ha smascherato un’esperta rete criminale ben radicata nell’attività di truffa: otto le persone arrestate, mentre gli indagati a vario titolo sono 139. Secondo gli investigatori, l’organizzazione poteva contare, all’interno dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, sull’apporto di un ausiliario, di un dirigente tecnico radiologo (ritenuto il capo dell’organizzazione) nonché di un operatore con compiti di autista di ambulanze. 

Della rete facevano parte anche due avvocati che, grazie alle loro conoscenze in campo tecnico-giuridico, si occupavano di facilitare le pratiche risarcitorie dei sinistri mai avvenuti, fornendo istruzioni specifiche durante l’iter risarcitorio ai soggetti coinvolti nei falsi incidenti. Nell’organizzazione figurava anche una farmacista che individuava in prima persona altri soggetti da utilizzare nei falsi incidenti (25 sinistri in totale), tutti denunciati con lesioni personali di gravi entità.

Mise: l’operazione conferma l’urgenza della riforma Rc auto

Il Ministero dello Sviluppo Economico, in una nota, sottolinea che “la maxi-truffa alle assicurazioni scoperta dalla Polizia Stradale a Taranto conferma l’esigenza di una radicale riforma delle norme in materia di Rc auto come proposto dal ministero dello Sviluppo economico nel disegno di legge sulla concorrenza approvato venerdì 20 febbraio dal Cdm”. Le norme inserite nel provvedimento, osserva il Mise, “sono infatti finalizzate all’introduzione dell’obbligo di sconti significativi per gli automobilisti che accetteranno clausole destinate al contenimento dei costi o al contrasto delle frodi come le ispezioni preventive dei veicoli, la presenza di rilevatori del tasso alcolemico e di scatole nere, la rinuncia alla cessione a terzi del diritto al risarcimento”. Altre norme, rileva il ministero, “prevedono l’obbligo di identificare i testimoni non oltre il momento della denuncia e l’obbligo di presentare fattura nel caso di risarcimento ’per equivalente’. Soltanto contrastando le frodi e riducendo i costi a carico delle compagnie di assicurazioni sarà possibile ottenere una sensibile riduzione delle tariffe Rc Auto”.

Il plauso dell’Ania

Congratulazioni alle forze di Polizia sono giunte anche dall’Ania. “Questa operazione – dichiara il presidente dell’associazione, Aldo Minucci – è l’ennesima dimostrazione delle capacità investigative delle nostre forze dell’ordine, impegnate quotidianamente per contrastare il fenomeno delle frodi. Le truffe alle assicurazioni sono una delle principali cause degli elevati costi delle polizze Rc auto, che gli assicurati italiani devono sostenere in misura notevolmente maggiore rispetto a quelli del resto d’Europa. Grazie a interventi come quello della Polizia Stradale di Taranto, Ania confida che si riesca a combattere alle radici il fenomeno della criminalità organizzata che, proprio nelle truffe alle assicurazioni, ha una delle sue principali fonti di sostegno”.

Codacons verso la costituzione a parte offesa

Il Codacons si costituirà parte offesa nell’inchiesta sulla truffa ai danni di agenzie assicurative messa in atto a Taranto, secondo quanto comunicato in una nota dell’associazione dei consumatori. “Truffe di questo tipo provocano un danno economico ingente alla collettività – spiega il presidente Carlo Rienzi – I maggiori costi sostenuti dalle compagnie di assicurazioni,  infatti, si ripercuotono direttamente sugli assicurati,  attraverso l’incremento delle tariffe Rc auto. Se pochi si  arricchiscono illegittimamente, quindi, tutti fanno le spese di  comportamenti criminali che contribuiscono a mantenere  elevatissimi i costi delle polizze. Per tale motivo – prosegue Rienzi - ci costituiremo parte offesa nell’inchiesta, a tutela  della categoria degli assicurati ingiustamente danneggiati dalla truffa smascherata a Taranto”.

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