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Polizze dormienti, pubblicata l’indagine dell’Ivass

Dal 2017 l’Autorità di vigilanza effettua ogni anno, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e l’Anagrafe Tributaria, un incrocio tra i codici fiscali degli assicurati

Polizze dormienti, pubblicata l’indagine dell’Ivass
Le polizze dormienti per il 2022 sono risultate essere 43.564 per un valore di poco superiore a un miliardo di euro.  Questo è quanto emerge dall’indagine promossa dall’Ivass dedicata alle polizze per il caso di morte dell’assicurato della cui esistenza i beneficiari non erano a conoscenza, e alle polizze “di risparmio” che, giunte alla scadenza, non state riscosse dagli interessati.

Dal 2017, l’Autorità di vigilanza effettua ogni anno, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e con l’Anagrafe Tributaria (che detiene i dati relativi all’esistenza in vita dei cittadini) un incrocio tra i codici fiscali degli assicurati , per intercettare casi di decessi non noti alle compagnie assicurative, informando queste ultime così che possano attivarsi per contattare i beneficiari e pagare le polizze.

L’Ivass, inoltre, ha monitorato nel tempo l’andamento dei pagamenti e, nei casi necessari, ha richiesto alle imprese di attivarsi “per migliorare e potenziare i processi interni e gestire in modo tempestivo e sistematico le posizioni”, si legge nel report, all'interno del quale, nel dettaglio, sono presentati gli aggiornamenti sulla situazione dei pagamenti delle polizze dormienti sulla base degli ultimi dati comunicati dalle compagnie all’Ivass nel mese di giugno 2023 e riferiti all’attività svolta nel 2022 e negli anni precedenti.

Per gli anni precedenti al 2022, il diritto alla prestazione è stato accertato per il 75,9% degli incroci per il 2021, il 77,7%, per il 2020, e il 63,8% per gli anni ancora più antecedenti: per questi anni le compagnie hanno verificato rispettivamente l’88,4%, il 91% e il 92,5% delle polizze, mentre restano ancora da verificare per gli anni antecedenti al 2022, 84.403 polizze, per un totale di 1,5 miliardi.

A giugno 2023, le polizze per le quali le imprese avevano accertato il diritto al pagamento da parte dei beneficiari erano 110.061 (circa il 59% delle complessive polizze associate ad assicurati deceduti e polizze miste scadute), per un valore di oltre 5 miliardi di euro, dei quali circa 4 miliardi di euro già riscossi dai beneficiari (cfr. tabelle 1 e 2 seguenti).

Per il 23% delle polizze associate ad assicurati deceduti o polizze miste scadute, le imprese avevano appurato l’inesistenza delle condizioni per il pagamento ai beneficiari. Il restante 18% delle polizze, per un valore di circa 1,2 miliardi, risultava invece “ancora da verificare”.

L’indagine dell’Ivass si conclude con una serie di raccomandazioni rivolte alle imprese. Tra queste, l’esortazione alle compagnie a migliorare gli scambi di flussi con gli intermediari e in particolare con quelli bancari per le polizze abbinate ai finanziamenti, “atteso che di norma l’istituto bancario viene a conoscenza del decesso dell’assicurato in tempi molto brevi”. Inoltre, Ivass si aspetta che le compagnie “semplifichino il processo liquidativo evitando complesse richieste di documentazione, in particolare medica, difficilmente nella disponibilità dei beneficiari”, e che “favoriscano nelle polizze la designazione del beneficiario in forma nominativa o l’indicazione di un referente terzo che comunichi col beneficiario nel caso in cui il contraente abbia esigenze di riservatezza”.

Oltre all’attività off-site “per assicurare il tempestivo pagamento degli importi ai beneficiari sulla base degli impegni contrattualmente previsti”, Ivass ha avviato “accertamenti ispettivi mirati sulle polizze dormienti per verificare la gestione dei processi liquidativi delle compagnie”.

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