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Corte dei conti, per Inps subito misure di risanamento

Per i magistrati contabili, è urgente rilanciare la previdenza complementare e monitorare costantemente l'impatto delle riforme del welfare sulla sostenibilità delle pensioni

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I conti dell'Inps non tornano. Ora è la Corte dei Conti a certificarlo attraverso l'analisi del bilancio 2012. I numeri dell'Istituto guidato da Antonio Mastrapasqua registrano il primo disavanzo finanziario e l'aumento del deficit, derivanti anche dall'incorporazione dei fondi Inpdap ed Enpals, per i quali appaiono indilazionabili misure di risanamento, che si riconnettono anche al ciclo recessivo oltre che alla incorporata gestione pubblica". La Corte sottolinea inoltre due necessità inderogabili: il rilancio della previdenza complementare e un monitoraggio costante degli effetti delle riforme sul lavoro e sulle pensioni. I magistrati invocano "l'urgenza di rilanciare la previdenza complementare" e, contemporaneamente, chiedono "una crescente attenzione al profilo dell'adeguatezza delle prestazioni collegate al metodo contributivo e degli eccessivi divari nei trattamenti connessi a quello retributivo". 

La Corte dei Conti "evidenzia nuovamente la necessità di un intervento finalizzato a ridisciplinare l'intero ordinamento e comunque a riequilibrare la governance dell'Istituto, soprattutto nei profili della rappresentanza legale, di indirizzo politico amministrativo e di gestione, oltre che a ridisegnare assetto e attribuzioni dell'organo di controllo interno e della vigilanza ministeriale".

La ripresa del flusso contributivo, evidenziano dalla Corte dei conti, alimentata dalla gestione privata e in particolare dal lavoro autonomo e ancor più dai parasubordinati, non riesce a ripianare lo squilibrio tra le ambedue essenziali componenti di quasi tutte le gestioni, non sufficientemente bilanciato da apporti statali quantitativamente e qualitativamente adeguati, con una conseguente dilatazione dei saldi negativi e dell'indebitamento, aggravati dal fondo di nuova acquisizione dei dipendenti pubblici, in progressivo e crescente dissesto. 

La Corte, inoltre, richiama a "una attenta e responsabile riflessione sulla perdurante criticità dell'invalidità civile, che ha ampiamente confermato l'improrogabilità di un intervento legislativo volto a completare il trasferimento delle competenze dell'intero procedimento in capo all'Inps, nella constatata inefficacia delle scelte procedurali operate e del massiccio ricorso a medici esterni convenzionati, che mette a rischio le capacità di governo del settore da parte dell'ente".

La riorganizzazione dell'Inps, dopo l'incorporazione di Inpdap ed Enpals, secondo i magistrati contabili, ha inoltre "accentuato l'urgenza di una revisione delle articolazioni della direzione generale, e delle funzioni dirigenziali di livello generale, concentrandole nell'esercizio delle funzioni istituzionali, rimodulando quelle dedicate a compiti strumentali in tutto o in parte sovrapponibili, assicurando le coerenze con il bilancio per missioni e programmi e accelerando la sperimentazione sul territorio del modello di direzione unificata". La fusione dei tre enti ha determinato un "accrescimento degli impegni istituzionali in costanza di un quadro normativo che ha imposto tagli lineari delle dotazioni organiche e di oneri retributivi e previdenziali per il personale, e ridotto le spese complessive dei tre enti, ma ha anche prospettato l'avvio di procedure di uscita con possibili incidenze negative sulla funzionalita' complessiva dell'Istituto".

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