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Danno ambientale: coperto solo l’1% delle aziende

Secondo Pool Ambiente le aziende sottostimano le conseguenze provocate da una sempre maggiore gravità degli incendi e i relativi danni all’ambiente, con il rischio di ritrovarsi senza risorse adeguate a far fronte alle spese di ripristino o di risarcimento dei danneggiati

Danno ambientale: coperto solo l’1% delle aziende
Le temperature estreme dovute ai cambiamenti climatici rappresentano una delle principali cause dei numerosi incendi che divampano durante la stagione estiva nelle aziende, negli stabilimenti, nei depositi e nelle aree di stoccaggio. Le fiamme spesso possono estendersi dalle zone produttive alle aree verdi o alle aree protette limitrofe. 
Oltre alla distruzione diretta di habitat naturali, tra le conseguenze legate al danno ambientale vanno individuate – come si legge in una nota rilasciata da Pool Ambiente, il Consorzio per l’assicurazione e la riassicurazione della responsabilità per danni all’ambiente - “le contaminazioni provocate dalle acque di spegnimento e dai fumi, i danni a terzi, la deposizione di polveri su terreni e acque”. 
In questo scenario tuttavia, secondo  Pool Ambiente, soltanto l’1% delle aziende si è dotato di una copertura assicurativa idonea per il danno ambientale. A questo riguardo, infatti, va detto che le spese di bonifica e ripristino, nonché il risarcimento dei terzi danneggiati, non sono coperti dalle polizze incendio o Rct, ma occorre una copertura assicurativa ad hoc per i danni all’ambiente.
In uno scenario in cui la quasi totalità delle imprese italiane si trova priva di polizze idonee per fronteggiare le spese comportate dal danno ambientale e le successive bonifiche, serve un salto di qualità nella gestione del rischio da parte delle imprese.
 “E’ fondamentale – dichiara Tommaso Ceccon, presidente di Pool Ambiente - che l’azienda sia preparata e si doti di strumenti in grado di rendere più efficace possibile la prevenzione, ad esempio ottenendo la certificazione Ambiente Protetto (PdR UNI 107:2021) e stipulando una polizza dedicata per i danni all’ambiente”. Nell’eventualità in cui l’azienda non sia in grado di adoperarsi da sola per sostenere le spese di bonifica, poi sono le Regioni a scendere in campo e a prendersene carico.  In questo caso le tempistiche d’intervento spesso si dilatano, anche nell’attesa che vengano erogati i fondi sufficienti. Va considerato inoltre che il ventaglio delle spese in caso di danno ambientale è ampio, si va da alcune decine di migliaia di euro a diversi milioni e, si legge nella nota, “il decorso degli interventi può andare da qualche giorno a più di dieci anni”.

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