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Dividendi, l’Ivass torna a chiedere prudenza agli assicuratori

In una lettera inviata alle compagnie, l’Autorità fa propri i richiami dell’Esrb e di Eiopa, e sottolinea che il rispetto delle raccomandazione sarà oggetto di stretto monitoraggio

Dividendi, l’Ivass torna a chiedere prudenza agli assicuratori
L’Ivass torna a chiedere alle compagnie italiane prudenza in tema di politiche di remunerazione variabili. In una raccomandazione inviata alle imprese vigilate, l’Autorità ha esortato gli assicuratori a valutare “gli impatti con attenzione e senso di responsabilità” sia per l’esercizio 2019, sia per quello in corso. L’Ivass chiede anche che le stesse imprese contattino l’Istituto di vigilanza “in via preventiva per verificarne la compatibilità con gli obiettivi della raccomandazione”.
L’Ivass ricorda di aver in tal modo fatto proprie le rinnovate raccomandazioni del maggio scorso in cui l’Esrb richiede che si continui a usare estrema prudenza nella distribuzione dei dividendi, nel riacquisto di azioni proprie e nel riconoscere componenti variabili delle remunerazioni, almeno sino al settembre 2021. E ricorda anche che Eiopa ha di recente reiterato il richiamo alle compagnie ad adottare estrema prudenza nelle politiche di gestione del patrimonio. “Il rispetto di queste raccomandazioni – avverte l’Ivass nella lettera - sarà oggetto di stretto monitoraggio da parte dell’Istituto, che, al fine di assicurare omogeneità di approccio a livello europeo, tiene conto delle indicazioni di Eiopa e si coordina con le altre autorità nazionali che vigilano sui gruppi insediati in più di un Paese membro dell’Unione Europea”.   
La distribuzione dei dividendi, il riacquisto di azioni proprie e la determinazione di remunerazioni variabili, sottolinea l’Ivass, “non dovrebbero eccedere limiti di prudenza; la potenziale riduzione quali-quantitativa di capitale non dovrebbe ridurre i fondi propri a un livello inadeguato a fronteggiare le esposizioni ai rischi; ciò al fine di salvaguardare la capacità delle imprese di assicurazione di assorbire, anche in prospettiva, gli impatti dell'emergenza epidemiologica sui loro modelli di business e sulla loro solvibilità, liquidità e situazione finanziaria”.

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