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Itinerari Previdenziali, il sistema pensionistico regge (almeno per ora)

Le prime anticipazioni all'ultimo rapporto del centro studi delineano un assetto solido e in costante miglioramento, preoccupano però gli effetti di Covid-19 e quota 100

Itinerari Previdenziali, il sistema pensionistico regge (almeno per ora)
Il sistema previdenziale italiano è arrivato bene alla sfida del coronavirus. Alla fine del 2019 il numero di pensionati si attestava poco sopra la soglia di 16 milioni, in crescita rispetto all'anno precedente (+0,19%) ma meno di quello che ci si sarebbe aspettato con l'approvazione di quota 100: alla base del contenuto rialzo ci sarebbe soprattutto la significativa cancellazione di prestazioni erogate in giovane età. Migliora invece il dato sugli occupati, arrivati nel 2019 sopra la soglia dei 23 milioni di lavoratori. Il tasso di occupazione generale è salito al 59,1%, raggiungendo un livello record sulla scia dei massimi storici ottenuti anche da donne (50,1%) e over 50 (61%). Sulla base di questi dati, il rapporto tra occupati e pensionati migliora e raggiunge quota 1,4578, in aumento rispetto all'1,4521 del 2018 e in costante avvicinamento a quell'1,5 che viene visto con il punto di stabilità a medio-lungo termine del sistema.
I numeri arrivano dalle anticipazioni al rapporto Il bilancio del sistema previdenziale italiano. Andamenti finanziari e demografici delle pensioni e dell'assistenza per l'anno 2019, tradizionale osservatorio sull'assetto pensionistico nazionale realizzato dal centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali: il rapporto sarà presentato ufficialmente il prossimo 16 febbraio, con una conferenza stampa in diretta streaming dalla Camera dei Deputati. All'evento, in programma a partire dalle ore 12:00, parteciperanno Pier Paolo Baretta, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, e Mara Carfagna, vice presidente della Camera dei Deputati. 
All'alba dell'emergenza coronavirus, il sistema pensionistico italiano versava dunque in un discreto stato di salute. Eppure, le preoccupazioni restano. Le anticipazioni del rapporto evidenziano infatti che l'impatto della pandemia è ancora tutto da valutare. Lo sblocco dei licenziamenti e l'esaurimento della cassa integrazione per l'emergenza sanitaria potrebbero innanzitutto mettere a dura prova il tasso di occupazione. A ciò si aggiungerebbero poi gli effetti della pandemia sull'economia, che potrebbero accelerare il fenomeno dei prepensionamenti. Preoccupazioni infine anche per quanto riguarda quota 100 e le altre misure di anticipo pensionistico messe in campo negli ultimi anni. Sulla base di queste evidenze, l'osservatorio giudica “estremamente probabile quindi che il rapporto attivi/pensionati possa peggiorare nel 2020, per poi tornare sui livelli del 2019 non prima del biennio 2024/2025”.

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