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Polizze salute, faro dell’Agcm su Rbm e Previmedical

Secondo l’Antitrust le due compagnie citate avrebbero svolto “una pratica commerciale aggressiva” nei confronti dei consumatori

Polizze salute, faro dell’Agcm su Rbm e Previmedical
L’Agcm ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Intesa Sanpaolo Rbm Salute e Previmedical per due presunte pratiche commerciali scorrette nell’offerta di servizi assicurativi. È quanto si legge in una nota dell’Antitrust, secondo la quale le due compagnie citate avrebbero svolto “una pratica commerciale aggressiva, consistente in condotte e omissioni volte a ostacolare l’esercizio dei diritti che derivano dal rapporto contrattuale, inducendo i consumatori/assicurati a rinunciare alle prestazioni economiche e assistenziali cui avrebbero diritto”.
Secondo l’Agcm, gli assicurati si sarebbero trovati “a fronteggiare richieste di documentazione probatoria eccessiva, ritardi nel rilascio delle autorizzazioni alle prestazioni dirette o ritiro dell’autorizzazione già rilasciata, difficoltà/impossibilità di accedere ai call center delle società per chiedere informazioni, mancata erogazione di rimborsi senza apparente motivazione o sulla base di motivazioni pretestuose, valutazioni sulla congruità delle prescrizioni rilasciate dai medici ai consumatori, inadeguatezza e scarsa trasparenza nella gestione dei reclami”.
gli assicurati si sarebbero trovati a fronteggiare richieste di documentazione probatoria eccessiva, ritardi nel rilascio delle autorizzazioni alle prestazioni dirette o ritiro dell’autorizzazione già rilasciata, difficoltà/impossibilità di accedere ai call center delle società per chiedere informazioni, mancata erogazione di rimborsi senza apparente motivazione o sulla base di motivazioni pretestuose, valutazioni sulla congruità delle prescrizioni rilasciate dai medici ai consumatori, inadeguatezza e scarsa trasparenza nella gestione dei reclami”.
“Inoltre -continua la nota- sia Rbm, sia Previmedical avrebbero realizzato una pratica commerciale ingannevole diffondendo a mezzo stampa un messaggio pubblicitario in cui la Polizza stop liste di attesa di Rbm verrebbe prospettata, contrariamente al vero, come soluzione per chi è ‘stufo dei tempi del Servizio Sanitario Nazionale’. Una condotta che, se verificata, violerebbe gli articoli 20, comma 2, 21 e 22, del Codice del Consumo” Mercoledì 25 novembre sono state condotte verifiche ispettive nelle sedi delle due società coinvolte nell’istruttoria, in collaborazione con il Nucleo Speciale della Guardia di Finanza.

La replica di Intesa Sanpaolo

In una nota, Intesa Sanpaolo ha detto di voler prestare “la massima collaborazione all’Autorità”. Il gruppo bancario-assicurativo evidenzia inoltre che il periodo oggetto delle contestazioni (luglio 2018 - luglio 2020), è antecedente  all’acquisto di Rbm Salute, concretizzatosi lo scorso 11 maggio 2020 e che da tale data sono state messe in atto misure concrete, volte ad allineare la qualità del servizio offerto agli assicurati agli elevati standard propri dell’intero gruppo Intesa Sanpaolo. Tali interventi hanno contribuito a far sì che il numero dei reclami ricevuti nei primi nove mesi del 2020, pari allo 0,07% degli assicurati, sia risultato in calo rispetto agli anni precedenti, in particolare quasi  dimezzato rispetto al corrispondente periodo del 2018”.

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