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Cirasola, il presidente per un passaggio storico

Il congresso lo ha confermato, per capacità di confronto, competenza e valore dei risultati raggiunti, come unica figura in grado di rappresentare il gruppo agenti nel complesso progetto di integrazione delle reti. Ma le sfide per il futuro riguardano anche i problemi delle singole agenzie e in particolare il rapporto tra le rappresentanze sindacali

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Si è concluso ieri il 31° congresso del gruppo agenti Generali, svoltosi a Santa Margherita di Pula, in Sardegna. Oltre 450 congressisti si sono confrontati sia sulle sfide che attendono il gruppo Generali (prima tra tutte, l'impegnativo progetto di integrazione di brand e relative reti di agenzie) sia sulle difficoltà che coinvolgono l'intera categoria. A fronte della necessità di individuare, proprio in questo delicato momento di passaggio, una forte rappresentanza degli agenti, la riconferma di Vincenzo Cirasola a presidente del gruppo non ha generato alcuna sorpresa ma è apparsa come un fatto naturale, da tutti atteso. Il presidente storico" degli agenti Generali ha incassato, su 458 presenti e 414 deleghe, (in tutto 872 voti), 618 consensi, nonché l'elezione all'unanimità da parte del Consiglio Direttivo (35).
I motivi di questo risultato sembrano tutti concentrati nei vari momenti che hanno costruito le giornate del congresso: la presenta del top management della compagnia, con l'intervento di Raffaele Agrusti, country manager Italia, che in più di un'occasione ha evidenziato le capacità di confronto e la forza di rappresentare le ragioni degli agenti da parte di Cirasola; la relazione su quanto realizzato nell'ultimo triennio, ritenuta dai più esaustiva nel disegnare i risultati positivi raggiunti nell'interesse degli agenti Generali; il riconoscimento, da parte di molti colleghi, dell'importanza della riapertura, dopo anni di totale chiusura, del dialogo con Ania e le istituzioni.
Vincenzo Cirasola continuerà così a guidare le sorti degli agenti Generali perché, come sottolineato da qualcuno in risposta a chi vorrebbe invece un ricambio generazionale (con l'ingresso di esponenti più giovani e in linea con l'età di Bruno Scaroni, 38 anni, chiamato dalla compagnia a gestire il complesso progetto di integrazione delle reti), un "campione" non si cambia ma se ne riconosce il valore e lo si sostiene in campo per raggiungere i nuovi importanti traguardi di cui gli agenti hanno bisogno.

Una nuova struttura territoriale

Le finalità sfidanti che hanno condotto il gruppo Generali a rivedere l'assetto e la gestione di 13 marchi sono state illustrate da Agrusti e sostenute, nel dettaglio delle modalità operative, commerciali e organizzative, dagli interventi di Manlio Lostuzzi, direttore generale Generali Italia, Bruno Scaroni, responsabile integrazione reti agenziali Italia e Marco Oddone, responsabile commerciale e marketing Italia.
"La presenza di tante realtà e relative reti agenziali - ha dichiarato Agrusti - richiede oggi una razionalizzazione degli investimenti e delle risorse della compagnia. La nostra strategia di revisione della struttura del gruppo, annunciata nei mesi scorsi, sarà supportata da un'intensa attività di rafforzamento delle reti, miglioramento dei livelli di servizio e ampliamento della gamma prodotti, molti dei quali con un più elevato contenuto finanziario".
Confermata la centralità delle reti agenziali, così come il programma di integrazione che partirà il primo luglio con Ina Assitalia per poi estendersi, entro la fine del 2013 a Toro e nel 2014 a Fata, Agrusti ha illustrato anche la nuova struttura territoriale della compagnia, che sarà distribuita tra Torino, Milano, Mogliano e Roma, e che richiederà la revisione delle competenze di 1200 risorse della compagnia. Tale ristrutturazione, che negli agenti desta comprensibilmente non poca preoccupazione, sarà concepita, organizzata e gestita - ha assicurato Agrusti - per supportare le agenzie su tutto il territorio nazionale.

Le iniziative per gli agenti

Il sostegno per le agenzie in difficoltà è stato espresso con la costituzione di una specifica commissione, già attiva da tempo su iniziativa di Generali, e che ha già visto il salvataggio di decine di realtà. "Molti sono i versanti su cui registriamo risultati positivi - ha sottolineato Lostuzzi. Il canale agenti ha saputo apportare un prezioso contributo nonostante la pesante crisi e le complicazioni di carattere legislativo. Molto soddisfacente è il risultato del ramo vita, con un +30% nel mese di maggio. In poco tempo dal lancio di Valore Futuro, sono stati sottoscritti più di 2.000 contratti. Anche l'Rc auto e il ramo danni hanno tenuto: molto ci aspettiamo in particolare dalla partnership appena stretta con Compass, che consentirà la rateizzazione dei premi, con conseguente possibilità di rispondere più da vicino alle esigenze della clientela in questo momento di crisi".

Gli investimenti per costruire Generali Italia

Il progetto di integrazione prevede la creazione di un nuovo marchio Generali, che sarà proposto in una prima fase in co-branding con i marchi delle altre compagnie. Verrà inoltre realizzato un unico sistema, partendo dall'attuale infrastruttura It di Assicurazioni Generali, su cui successivamente costruire eccellenze in termini di innovazione, preventivazione on line, firma digitale, strumenti di pagamento elettronici. Il tutto con l'obiettivo di migliorare l'operatività delle agenzie e il servizio al cliente. Questo, in sintesi, il contenuto dell'intervento di Bruno Scaroni, al suo esordio nella relazione diretta con gli agenti Generali, che è stato particolarmente apprezzato e applaudito dal pubblico in sala. Scaroni ha saputo cogliere nel segno: propositivo, aperto al dialogo, incisivo nell'illustrare le modalità e i vantaggi del progetto. "L'obiettivo - ha spiegato - è selezionare le best practice tra tutte le compagnie del gruppo. In termini di prodotto verranno valorizzati i contributi nelle aree di specializzazione delle singole realtà: il vita per Ina Assitalia, la parte danni/auto per quanto riguarda Toro, la parte prodotti per l'agricoltura per quanto riguarda Fata".
Ingenti investimenti saranno inoltre stanziati per la comunicazione: oltre a kit esplicativi che saranno inviati alle singole agenzie per accompagnarle nel cambiamento, è prevista una massiccia campagna pubblicitaria per comunicare il valore del nuovo brand. "Il gruppo prevede tutta una serie di investimenti - ha concluso Scaroni - per migliorare i prodotti, il servizio e la relazione con i clienti, per semplificare i modelli operativi e per rafforzare il valore del brand. E per creare così una solida base per lo sviluppo di un grande gruppo internazionale".
Una straordinaria occasione di crescita che anche Marco Oddone, in chiusura degli interventi da parte degli esponenti della compagnia, ha sottolineato rivolgendosi agli agenti in sala. "Con questo progetto - ha detto - Generali intende diventare un benchmark di innovazione e competitività per il mercato".

Realismo e concretezza
Agli interventi del top management, ritenuti efficaci e carichi di apertura al confronto, sono seguiti numerosi interventi da parte dei congressisti, che hanno avuto modo di commentare il lavoro svolto nell'ultimo triennio, avanzare impressioni, osservazioni, nuove proposte.
In questa fase dei lavori congressuali molte sono state le evidenze emerse e le preoccupazioni, caratterizzate da realismo e concretezza, a cui dare una risposta efficace. Secondo gli agenti, per esempio, il progetto di integrazione merita un maggiore livello di approfondimento e di analisi da parte della rappresentanza del gruppo, così come la nuova dislocazione delle competenze in capo alle diverse sedi territoriali genererà non pochi problemi di cui occuparsi con grande impegno per evitare conseguenze per le agenzie. Anche lo stretto legame tra redditività della compagnia e conto economico delle agenzie necessita di grande capacità di analisi e di trattativa per raggiungere condizioni favorevoli per le agenzie. Ma non è tutto. Il personale di agenzia, già sottoposto da parte della compagnia a richieste che gravano sui costi, si troveranno a dover gestire nuove urgenze di adeguamento che rischiano di gravare sulle risorse interne ancor più che in passato, richiedendo, oltretutto, programmi di formazione mirati a gestire le varie fasi del cambiamento.
Ma questo breve elenco non esaurisce i punti che impatteranno sugli agenti prossimamente, né l'impegno, il coinvolgimento e le responsabilità di cui oggi Vincenzo Cirasola si fa carico per il futuro.
L'esito del congresso ne ha riconosciuto il valore e i risultati raggiunti finora, individuando nella sua figura l'unica realmente in grado di affrontare - per gli agenti e con la compagnia - un passaggio storico nell'assetto dell'intero settore assicurativo del nostro Paese. Al presidente del gruppo agenti Generali, che è anche presidente di Anapa, spetta anche il compito di continuare a gestire nell'interesse della categoria, così come gli è stato riconosciuto in questi giorni, il suo ruolo politico. Anche verso chi vorrebbe invece l'unione sindacale e verso chi, all'insegna della continuità, ha chiesto comunque un evidente segnale di maggiore condivisione delle scelte e delle decisioni.

(Un ulteriore approfondimento sul congresso del gruppo agenti Generali verrà pubblicato sul numero di luglio della nostra rivista mensile Insurance Review)

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