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Una ripresa solo apparente?

Una ripresa solo apparente? hp_vert_img
Per il primo trimestre 2015 è previsto il ritorno alla crescita del Prodotto interno lordo. Ad affermarlo è l’Istat, che ci parla di una “variazione congiunturale pari a +0,1%, con un intervallo di confidenza compreso tra -0,1 e +0,3%”. Un annuncio che l’Italia non può che apprendere con grande ottimismo, soprattutto dopo tre anni consecutivi in cui si sono regolarmente registrati solo cali o totale assenza di crescita. A “spingere” l’economia italiana sarebbero oggi le esportazioni, con un’inversione di tendenza che non si vedeva dal secondo trimestre del 2011, a cui si aggiungono l’aumento della produzione industriale a dicembre 2014 e la crescita del fatturato dei servizi nel quarto trimestre dello scorso anno. Anche lo spread non fa più paura, almeno per il momento, vista la discesa a livelli di maggio 2010, con addirittura il superamento della soglia psicologica dei 100 punti base.

Ma si sa, i lunghi periodi di buio amplificano l’effetto dei primi spiragli di luce. Sarà per questo motivo che recentemente, stando ad alcuni sondaggi, sembrano migliorare anche le opinioni dei consumatori circa il futuro e la stabilità del nostro Paese. Di fatto, però, i consumi nazionali continuano a restare al palo e il mercato del lavoro continua a vivere una fase di grande affanno.

L’ottimismo, di questi tempi, va pertanto nutrito con riforme, incentivi, misure che sappiano condurre gli italiani verso una maggiore stabilità e anzi verso una nuova fase di sviluppo, indispensabile per una reale ripresa.

Al di là delle iniziative dei privati, delle imprese e degli assicuratori, che pure devono fare la loro parte, è compito delle istituzioni saper favorire lo sviluppo, ricercando soluzioni capaci di stimolare l’occupazione, i consumi, gli investimenti. In questa direzione va l’appello dell’Ania, che ha recentemente rimarcato la necessità di procedere con incentivi fiscali che aiutino gli investitori. Servono in particolare misure mirate per convogliare le risorse del Piano Juncker verso le imprese italiane, con incentivi fiscali per lo sviluppo delle infrastrutture, nei trasporti, nel settore digitale, nella sanità, con un sostegno finanziario in particolare per le Pmi. Le risorse in arrivo grazie al Quantitative easing, secondo l’Ania, rappresentano un’opportunità da valorizzare verso gli investitori istituzionali, come le compagnie, con interventi che possano concretamente porre il settore come volano per lo sviluppo.

La chiave di volta risiede allora, anche nei confronti del settore assicurativo, in una ricetta tanto complessa quanto indispensabile: riuscire finalmente ad accompagnare la regolamentazione (e la pressione fiscale) con interventi incisivi a favore dell’economia reale. In modo finalmente coerente e senza perdere di vista le priorità per il nostro Paese.


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