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Il futuro delle polizze parametriche

L'editoriale di Maria Rosa Alaggio, dal numero di maggio-giugno 2025 di Insurance Review

Il futuro delle polizze parametriche hp_vert_img
Un’offerta dalle potenzialità non ancora adeguatamente espresse nel mercato italiano e che sconta limitazioni causate da miti da sfatare, dal bisogno di maggiore trasparenza verso il cliente e dalla necessità di diffondere cultura sui possibili vantaggi di questi prodotti. 
Al convegno Aziende: quali opportunità dall’assicurazione parametrica? organizzato da Insurance Connect il 15 maggio a Milano, l’interesse intorno allo sviluppo del mercato delle parametriche è stato testimoniato dagli interventi di relatori d’eccellenza e dal dibattito che ha raccolto le voci dei rappresentanti delle aziende, delle compagnie e degli intermediari: una condivisione di contenuti in grado di delineare quella che potrebbe divenire una nuova frontiera per la gestione del rischio e la proposizione di polizze assicurative destinate alle imprese di tutte le dimensioni. 
Secondo quanto riportato da Swiss Re, il mercato delle parametriche vale circa un miliardo di dollari, concentrati soprattutto negli Stati Uniti. Sebbene non possano essere considerate come polizze “nuove” ma come prodotti apparentemente assimilabili alle polizze contingency, le parametriche fanno leva sul valore di tecnologie evolute, sulla capacità di utilizzo di dati e di gestione di parametri specifici per sviluppare soluzioni soprattutto in ambito agricoltura e turismo. Ma le esperienze raccontate nel corso del convegno ci parlano anche di assicurazioni parametriche diffuse all’estero per esempio per alluvioni e terremoti, ponendosi come “uno strumento di base per il risk manager”. 
Combinando tecnologia e capacità di gestione del rischio, queste polizze si pongono pertanto come una soluzione sia per affrontare catastrofi naturali o gravi eventi, sia per la sottoscrizione di coperture più piccole che possono essere integrate in altre polizze tradizionali in un’ottica di immediatezza nella liquidazione del danno. 
Uno dei nodi ampiamente discussi tra i relatori è stata la dicotomia tra la presunta semplicità alla base del concetto di polizza parametrica e la complessità nello sviluppo e gestione di questa offerta, a partire dalle implicazioni giuridiche circa il principio indennitario, le somme riscosse dall’assicurato in rapporto all’ammontare del danno, la possibilità di agire sulla base della logica del patto di prova.  
Dal canto loro, le principali esperienze maturate nel mercato italiano si concentrano nel settore Agrifood, con la promessa da parte delle compagnie di continuare a lavorare a una maggiore ampiezza degli ambiti di offerta e di diffusione sul territorio nazionale. Le compagnie stanno infatti analizzando altre aree di protezione e stanno cercando di individuare una serie di eventi avversi che possano rientrare nel raggio di azione dell’assicurazione parametrica. Al di là della necessità di operare su parametri calibrati scientificamente, resta però da affrontare il tema della maturità del mondo della distribuzione e soprattutto della clientela. Ecco perché, tra le varie priorità che le compagnie stanno seguendo, c’è la necessità di interrogarsi su come rendere questi prodotti semplici anche agli occhi dei clienti e degli intermediari, puntando dunque alle componenti di trasparenza, comprensione dei vantaggi e linguaggio più vicino ai consumatori. E contribuire così allo sviluppo di una valida offerta per coprire rischi altrimenti non assicurabili, o assicurabili a prezzi inaccessibili. 

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