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Axa investe nella smart insurance

A Milano si è tenuto il seminario in collaborazione con l'università Bocconi. Si è discusso di sharing economy, big data, nuovi rischi e resilienza nella città del futuro

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All’aumentare delle connessioni corrisponde un incremento dei rischi: nel 2030, il 60% della popolazione mondiale vivrà concentrata nelle città. Il problema dell’interconnessione diventerà la prima minaccia per la resilienza dei sistemi. In questo contesto, la sharing economy potrà davvero diventare un asset centrale, facendo saltare le vecchie dinamiche economiche.  

Di questo e di molto altro si è discusso all’Axa-Bocconi Seminar 2016, dal titolo, Smart City, smart insurance? La sfida della città del futuro e il ruolo delle assicurazioni. Nel 2025, saranno 155 miliardi gli oggetti connessi, sostenuti da una struttura che sarà sempre più grande ma anche potenzialmente vulnerabile. Un nuovo ecosistema socio-economico creerà una scambio di beni e servizi tra aziende e persone e tra persone e persone in cui verrà meno la logica del possesso. 

È già in parte così, se pensiamo a tutte le fiorenti società che si basano sulla sharing economy, come BlaBlaCar, il servizio di condivisione delle auto per lunghi tratti, il cui country manager per l’Italia, Andrea Saviane, era presente all’evento insieme a Emanuela Prandelli, Lvmh associate professor in Fashion and luxury management all’Università Bocconi; Giuseppe Gatti, membro del cda di Gdf Suez Energia Italia; Stefano Coiro, regional director, utilities and energy di Ericsson; Frédéric de Courtois, amministratore delegato di Axa Italia e Flavio Piccolomini, amministratore delegato per l’Italia e ceo continental Europe and Africa di Marsh. 

“Noi di Axa – ha sottolineato l’ad – crediamo nella sharing economy, che in realtà è sempre esistita. Ma il concetto chiave sarà la fiducia e la reputazione. Nel caso delle città del futuro, ci sarà più collaborazione tra soggetti per fornire servizi di qualità e l’assicurazione è pronta a fare la propria parte”. 

Entro il 2020, il gruppo Axa, che ha già disinvestito 500 milioni di euro in aziende che utilizzano combustibili fossili, investirà tre miliardi in energia green. Per il periodo 2015-2018, invece, la compagnia ha già stanziato 35 milioni di euro per la ricerca sul clima e i rischi ambientali, mentre 200 milioni sono stati destinati a progetti di start up nel campo delle innovazioni strategiche nel settore assicurativo, asset management, industria dei servizi tecnologici finanziari e dei servizi sanitari.

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