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Fitch su fusione con Fonsai, target di Unipol possibili ma a rischio

L'agenzia mette in guardia sull'operazione, mentre Sator e Palladio chiamano l'Antitrust

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L'agenzia di rating Fitch ritiene che il target di Unipol, stabilito in oltre 300 milioni di euro di ricavi aggiuntivi e risparmi per il 2015 grazie alla fusione con il gruppo Ligresti, con un utile netto di 970 milioni alla stessa data, è raggiungibile ma rappresenta una sfida con qualche rischio. I target post fusione presentati da Unipol - dice Federico Faccio, capo del team assicurativo di Fitch - sembrano ragionevoli, anche se ci sono dei rischi legati alle sinergie di costo e all'integrazione della rete. Se la due diligence non presenta sorprese, i target saranno raggiungibili. Comunque il track record di Fondiaria non è tra i migliori".

Il nodo è che la fusione a quattro è molto complessa, e "la due diligence in corso - continua Fitch - potrebbe svelare dei problemi imprevisti". Fonsai è l'unica compagnia italiana con un margine di solvibilità al di sotto di quanto richiesto e ha quindi bisogno urgente di aumentare i propri livelli di capitale. L'agenzia "probabilmente" promuoverà il rating Fonsai di un livello se il collocamento andrà a buon fine, e prenderà invece in considerazione un declassamento nel caso contrario. Attualmente il giudizio sulla compagnia dei Ligresti è B+.

Imprevisti che, come si è visto ieri, sono dietro l'angolo. Secondo Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo, titolari dei fondi Sator e Palladio, il progetto di fusione a quattro tra Unipol, Fonsai, Premafin e Milano Assicurazioni presenterebbe "diversi profili ed effetti anticoncorrenziali". I fondi, con un esposto all'Antitrust, hanno denunciato la possibile concentrazione nel mercato assicurativo che la maxi-fusione creerebbe, con quote di mercato nel ramo danni attorno al 30%, con punte vicine al 40% nell'Rc auto. 

Sator e Palladio fanno riferimento a precedenti decisioni dell'Antitrust e "alle condotte dei diversi soggetti interessati a tale operazione". Si legga Mediobanca, ma non solo. Piazzetta Cuccia si trova nell'imbarazzante (si fa per dire) condizione di essere a capo del consorzio di garanzia per l'aumento di capitale di Fonsai e contemporaneamente essere il maggior creditore dei Ligresti e di Unipol. A questo si aggiunga che Mediobanca è primo azionista di Generali, la compagnia che più di tutte potrebbe temere la maxifusione. Anche in casa Unicredit abbondano i conflitti d'interesse. La banca è grande creditore dei Ligresti e possiede il 6,6% di Fonsai, ma è anche primo azionista e stabilmente nel patto di sindacato di Piazzetta Cuccia. Tutte cose note, è vero, ma Sator e Palladio le tirano fuori per cercare di disturbare il manovratore, che, per altro, starebbe solo cercando di tutelare i suoi crediti contro la prospettiva del fallimento di Fonsai. 

Per fine aprile comunque l'Antitrust deciderà se aprire un'istruttoria che richiederà 45 giorni più altri 30 per avere un parere dall'Isvap in merito a eventuali profili anticoncorrenziali. Da Unipol si continua comunque a lavorare con l'obiettivo di ottenere per metà mese, quando sono attesi i concambi per la maxi-fusione, il parere positivo dell'autorità del settore assicurativo.

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