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Nuove ombre su UnipolSai

Secondo Giulia Ligresti, la compagnia bolognese avrebbe una situazione patrimoniale mai sanata

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Si susseguono le voci che, nelle ultime ore, mettono in discussione quella che era oramai data come una certezza. L'ultima, in ordine di tempo, è quella di una delle figlie di Salvatore Ligresti, Giulia. La ex presidente di Premafin sostiene infatti che il progetto potrebbe naufragare. Ho la certezza che Mediobanca e Unicredit così come il management interno di Fondiaria Sai, guidato e diretto da Mediobanca, fossero perfettamente a conoscenza delle criticità patrimoniali di Unipol, mai sanata", ha sottolineato la Ligresti. Questo avrebbe portato "a uno sproporzionato e non giustificato aumento di capitale, funzionale a un'operazione di integrazione che con grande probabilità è destinata a naufragare". Secondo Giulia Ligresti, la conseguenza dell'operazione fusione è stata quella "di aver volutamente quasi azzerato il valore della propria partecipazione per tutti gli azionisti" che non ha più cariche all'interno del gruppo. "Più volte - ha sottolineato la ex presidente di Premafin - ho cercato di evidenziare molti aspetti non chiari, partendo dalla richiesta di diminuzione dell'aumento di capitale per Fonsai, fino alla possibilità di aprire ad altre soluzioni stand alone, molto più vantaggiose per tutti gli azionisti, i dipendenti tutti. La realtà - sostiene Giulia Ligresti - è che Fondiaria Sai doveva salvare Unipol e gli interessi delle banche".

Sulla fusione, ad ogni modo, rimane acceso il faro di Consob e Ivass. L'ufficio Analisi quantitative della Consob è al lavoro per analizzare la questione contabile, così come gli esperti dell'Ivass stanno valutando ogni aspetto della fusione. Valutazioni che si aggiungeranno a quelle di alcuni advisor e alla consulenza consegnata in Procura dal gruppo Ligresti, per ripristinare un quadro informativo quanto più completo possibile e far luce sull'esatta situazione patrimoniale di Unipol.

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