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Cresce la redditività, ma cala la raccolta premi

Al Forum delle Assicurazioni 2013 ampio confronto tra Ania, Consap e alcuni tra i principali protagonisti del settore assicurativo: tra Rc auto, ripresa del vita e ramo danni che non decolla

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Calo della raccolta ma crescita della redditività. È questo in estrema sintesi il risultato del settore assicurativo nel 2012, anno che ha segnato una leggera ripresa per il comparto e che ha posto le basi per l'inversione di tendenza dei prossimi anni. Se n'è parlato diffusamente al Forum delle Assicurazioni 2013, organizzato come ogni anno da Business International a Milano, durante una tavola rotonda, dal titolo Rc auto non solo, con tanti protagonisti del settore. Il direttore generale dell'Ania, Dario Focarelli, ha presentato il contesto di mercato svelando inediti e interessanti numeri; Paolo Panarelli, dg di Consap, ha parlato invece del ruolo che potrà svolgere la Stato e la concessionaria di servizi assicurativi pubblici; mentre Christophe Buso, ad di Groupama in Italia, Davide Passero, ad di Genertel e Alessandro Santoliquido, direttore generale di Sara Assicurazioni hanno portato il contributo delle compagnie.

Nel 2013 ripresa flussi dei premi vita
Nella relazione di Focarelli è emerso che il 2013 si sta caratterizzando per una ripresa dei flussi del ramo vita. La raccolta vita si è fermata a quota 69,7 miliardi di euro nel 2012, con un segno negativo del 5,5%, ma i numeri del ramo III (linked) e degli altri rami sono molto in attivo: rispettivamente +10,4% e +23%. Nei primi tre mesi del 2013 la nuova produzione è molto positiva, rispettivamente per il 45,8%, 22,9% e 9,3%. In questo senso, grande contributo l'ha dato la bancassicurazione.
Sul piano della redditività vita, il recupero è soprattutto dovuto al restringimento dello spread sui titoli di Stato italiani. Nell'evoluzione dal 2008, anno di inizio della crisi finanziaria, al 2012 degli investimenti delle compagnie in Italia, è possibile notare come i titoli del debito italiano siano cresciuti, passando da un 33% sul totale del portafoglio a un 50%, che Focarelli definisce quale limite massimo per una sensata diversificazione del portafoglio". Questa resistenza delle assicurazioni sui tds italiani, secondo l'Ania, è un buon segnale di tenuta, perché la volatilità dei tassi è stata molto intensa: il 30 novembre 2011, nel pieno della crisi del debito, i titoli del tesoro italiani valevano il 30% meno, mentre al 30 aprile del 2013 il saldo è stato positivo per il 15%. "Si tratta - ha commentato Focarelli - di un passaggio simile a quello tra inferno e paradiso". Bene, quindi, crisi finita? Non proprio, perché, come ha ricordato Passero di Genertel "lo spread resta un problema, anche se i tassi sono al minimo storico da dieci anni".

Ramo danni, buoni i risultati tecnici
Per quanto riguarda il ramo danni, il calo complessivo della raccolta 2012 è stato dell'1,9% a 35,4 miliardi, ma le note positive vengono dalla gestione tecnica: il combined ratio di settore si è attestato al 92,5%, in caduta di quasi 10 punti rispetto al 102 del 2011. Il risultato tecnico ha sostanzialmente annullato le perdite degli ultimi quattro anni, non creando perciò ricchezza. Accanto a questi numeri, vanno segnalati anche quelli già noti del calo dei premi Rc auto: da settembre 2012 a marzo 2013 il calo è stato del 4,5% come riduzione pura, mentre addirittura del -6,6% considerando i veicoli che non sono più assicurati. Merito delle nuove norme sull'Rc auto quindi? No, non è così, o almeno non quanto il calo della frequenza.

Sviluppo non auto solo con un nuovo welfare
Siamo ancora lontani, comunque, da un vero sviluppo del ramo danni non auto. Secondo Focarelli "solo quando il Paese ripartirà e avrà un nuovo modello di welfare si vedrà qualche risultato". E non sarà, purtroppo, il 2013 a far cambiare le cose. Ne è convinto Santoliquido che spiega anche la sua totale contrarietà a molti interventi sull'Rc auto che definisce "fantasiosi", perché "non agiscono sul costo tecnico del sinistro". Per far calare i prezzi sistematicamente serve "un approccio quantitativo e ragionato su tutti gli elementi che costituiscono un costo abnorme per le compagnie". Primi tra tutti i risarcimenti per le macro lesioni, di cui non è ancora stata approvata la tabella nazionale. Anche Panarelli, il direttore generale di Consap è d'accordo sull'esigenza che veda la luce una tabella nazionale sulle macro lesioni. Altrettanto importante però, sottolinea Panarelli è il nuovo ruolo di Ivass nell'antifrode: "l'informatica di Ivass - ricorda il dg - deriverà da quella di Bankitalia, riconosciuta come una delle più avanzate. Importante sarà anche il ruolo delle banche dati e dell'antifrode sul furto d'identità, che permetterà di avere un'anagrafica il più affidabile possibile. Potrebbe essere un primo passo - ha precisato - verso un intervento deciso sulle truffe sempre più spesso di livello europeo, con compagnie che non hanno sede in Italia, ma che operano nel nostro Paese". Panarelli è anche intervenuto sull'opportunità dello Stato di "fissare il perimetro del campo di gioco e le regole stesse" per un ingresso deciso dei privati nell'assicurazione sanitaria e catastrofale. "Si pone un problema di tassazione - ha detto - con una revisione delle aliquote fiscali qualora si pensasse di rendere obbligatoria una polizza contro le catastrofi naturali".

Il futuro tra concertazione e innovazione  
Il tutto presuppone un lavoro coerente e condiviso tra assicuratori, legislatore, regolatore e consumatori. "Che però purtroppo in Italia non c'è - è intervenuto Buso, ad di Groupama Assicurazioni -. Se non si agirà correttamente sul costo dei sinistri, e le tabelle uniche sarebbero un grande passo in avanti, entro dieci anni ci sarà un altro momento di forte peggioramento della redditività e le compagnie saranno costrette, ancora una volta, ad alzare i prezzi".
Fin qui quello che non è stato fatto, ma cosa possono fare le compagnie al loro interno? Per esempio, secondo Passero, "sull'home insurance, le imprese sono indietro anche rispetto a settori simili, come quello bancario". L'innovazione è ancora molto disomogenea tra le compagnie e, ha continuato l'ad di Genertel, "i contratti assicurativi sono troppo nebulosi".
Focarelli, in conclusione, ha confermato che il settore dei rischi, anche a livello europeo, non è certo all'avanguardia per quanto riguarda l'innovazione. È un problema però di natura strutturale, perché il mercato assicurativo è diviso tra produttori e intermediari, cosa che causa spesso problemi sulla proprietà dei dati.

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