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Eurovita, servono più soldi: fino a 400 milioni

È quanto scrive oggi il Sole 24 Ore citando l’impatto del rialzo dei tassi dei titoli governativi non italiani in pancia alla compagnia

Eurovita, servono più soldi: fino a 400 milioni
Per mettere in sicurezza Eurovita potrebbero servire quasi il doppio del capitale chiesto inizialmente dall’Ivass, ossìa 200 milioni di euro. Secondo quanto scrive oggi Il Sole 24 Ore, per riportare il Solvency II ratio sotto controllo si dovrà procedere a un aumento compreso tra i 350 e i 400 milioni. Questo, scrive il quotidiano di Confindustria, per due ragioni. La prima è che va considerato l’impatto sull’indicatore dei titoli governativi non italiani attualmente in portafoglio; la seconda riguarda il fatto che, allo stato attuale, l’ipotesi che un riassicuratore possa intervenire arginando gli effetti dei possibili riscatti nelle gestioni separate non è una strada che appare percorribile.

La compagnia, affidata dall’Ivass al commissario straordinario Alessandro Santoliquido, conta asset per 15 miliardi di euro, 6 dei quali riferibili a prodotti unit-linked e 9 legati alle gestioni separate, con investimenti allocati per il 70% in titoli non italiani (principalmente Bund e Oat francesi) che in un contesto di rialzo dei tassi hanno finito per erodere l’indice di solvibilità di Eurovita. È per questo, scrive il Sole, che solo un riassicuratore potrebbe la capacità necessaria a garantire la solidità della compagnia a fronte di una situazione ipotetica di un 40% di sottoscrittori che chiedono il riscatto della polizza (è la situazione limite che l’Ivass chiede alle compagnie di mettere in conto).

Ma l’articolo del Sole 24 Ore di oggi dice anche un’altra cosa significativa, parlando dell’intenzione del sistema assicurativo italiano di scongiurare in tutti i modi una messa in liquidazione di Eurovita, ipotesi che potrebbe rappresentare un duro danno d’immagine per l’industry assicurativa italiana. Il quotidiano fa i nomi dei grandi player italiani del settore (Generali, Intesa Sanpaolo, Unipol), tirati in causa per farsi eventualmente carico del miliardo circa di premi della compagnia, mettendo in atto, in pratica, il suo salvataggio.

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