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Se Cucchiani lascia Allianz…

Da giorni la notizia circolava fra gli addetti ai lavori. Ora è diventata realtà: Enrico Cucchiani ha lasciato Allianz per prendere il posto del neo ministro Corrado Passera alla guida di Intesa Sanpaolo. Quali cambiamenti porterà questa rivoluzione nel mondo assicurativo italiano? Ecco l'analisi di Mario Vatta, formulata poche ore prima dell'ufficializzazione della notizia

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Mancano poche ore per sciogliere il dubbio sulla nomina del successore di Corrado Passera alla guida di Banca Intesa e il nome che appare nelle ultime edizioni dei giornali è quello di Enrico Cucchiani, attuale numero uno di Allianz in Italia e detentore di molteplici altri importanti incarichi a livello internazionale all’interno del gruppo assicurativo di Monaco di Baviera.

La possibile candidatura del manager di Allianz conferma quella che da anni appare ormai come   normale trasversalità di ruolo in ambiti anche settorialmente diversi, tutti accomunati dal prevalere della finanza sulle singole e specifiche esperienze professionali delle posizioni di vertice, e fatte salve le debite eccezioni. A questo si aggiunge la altrettanto trasversale caratteristica del concetto stesso di management universale, che ha dilatato verso ogni accezione possibile la sua capacità di  visione e competenza.

E’ la supremazia degli uomini con un prestigioso certificato di MBA appeso alla parete del proprio studio, e altrettanto spesso accompagnato da significative e quasi obbligatorie esperienze in altrettanto prestigiose case di consulenza strategica di fama internazionale. Sono il risultato di modelli e filosofie di management  che hanno ampiamente dimostrato di saper funzionare per promettere, e spesso garantire, innovazione e risultati.

A ogni posizione di vertice  riferisce però la sequenza dei livelli di riferimento sottostanti e ancora più in basso la popolazione di impiegati e dipendenti tutti, sempre in attesa di vedere se saranno toccati dagli eventuali cambiamenti di squadra che spesso sono la conseguenza del cambiamento del vertice.

Sarà interessante, nel caso di Allianz, verificare se la successione è stata preparata preventivamente in modo da accompagnarne  con assenza di “vibrazioni” la messa a regime.

E’ un problema che ha già investito la stessa Banca Intesa quello della successione, al punto da dare il via a esplorazioni, consultazioni e valutazioni di fibrillante urgenza per la designazione della successione. Nelle aziende normalmente organizzate, e soprattutto in quelle di matrice internazionale, l’argomento della possibile interruzione della longevità aziendale dei primi livelli di management è oggetto di accurata preventiva strutturazione.

Ogni funzione di primaria vitalità decisionale e gestionale ha già occupata la casella con il nome del successore interno, per garantire la immediata continuità aziendale senza sussulti e strappi inopportuni, verso i mercati e i dipendenti. Pur non essendo mai codificato il principio che il sostituto interno sia in assoluto preferibile ad altri candidati esterni si privilegia la scelta di evitare  la frenesia della emergenza, che diventa tale quando la scopertura del vertice fa diventare improvvisamente orfana una macchina gestionale spesso complessa.

Sarà interessante scoprire se Allianz, qualora il problema della successione di Cucchiani si ponesse concretamente, abbia quella casella del sostituto già compilata (uno o due nomi sono facili da immaginare), oppure se ancora una volta sarà un giro di poltrone esterne a far atterrare un nuovo manager a Corso Italia a Milano.

Quello dell’indirizzo non è un punto di poco conto vista la attuale polarizzazione voluta da Cucchiani verso il golfo di Trieste, dove risiede sia la sede legale di Allianz in Italia che  la prevalenza della intellighenzia decisionale e manageriale del gruppo.

Sarà altrettanto interessante verificare se questa  attuale delocalizzazione di vertice, ufficialmente giustificata da un più  gratificante beneficio fiscale regionale, sarà mantenuta perchè all’epoca condivisa anche dalla casa madre di Monaco,  oppure se assisteremo all’abbandono di ogni ormai obsoleto ricordo post asburgico per ritornare alla centralità, più pertinentemente europea e nazionale, della sede milanese di Corso Italia.

Oppure sarà un Papa straniero a scendere dalle Alpi Bavaresi,  per rafforzare la visione di semplice branch italiano del brand di Monaco?

Qualunque sia la soluzione che verrà saranno i dipendenti senza diplomi prestigiosi alle pareti e gli Agenti sul territorio a vivere con rassegnata curiosità ogni possibile cambiamento di organigrammi e architetture di funzioni.

Ormai tutti abituati a subire gli effetti delle  geometrie variabili che le frequenti riorganizzazioni comportano, accendendo nuove speranze e  nuove delusioni, nuove resistenze e  nuove accondiscendenze, all’insegna di altrettanto nuovi messaggi direzionali  di rinnovata fiducia e solidarietà per i nuovi traguardi

Sono i giochi sommersamente costosi di ogni cambiamento.

www.mariovattablog.it

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