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Parola d’ordine: adattarsi

Ho scritto spesso dell'evoluzione del mercato assicurativo in chiave digital. Perché penso che, se il mondo sta vivendo questa nuova rivoluzione, bisogna sfruttare appieno le risorse che l'ingegno ci offre. Pena l'estinguersi, lo scomparire dai radar di chi conta nello scacchiere economico.
Adattarsi o perire". Una sorta di monito darwiniano. Credo che sia questa la regola che le compagnie debbano seguire per continuare a vivere e a prosperare.

Ma come si pongono gli assicuratori inglesi di fronte a questo scenario? Premesso che c'è la consapevolezza che con il passare del tempo la digitalizzazione sarà sempre più presente nella vita di tutti i giorni, sembra purtroppo che in pochi siano ottimisti. Gli operatori del settore, intervistati sull'argomento, hanno in particolare ammesso che, nella maggior parte dei casi, ci si sta muovendo con un approccio sbagliato. Nonostante ingenti investimenti per tentare di cambiare.

Si sente spesso parlare di cambiamento culturale. Ma è molto complicato smuovere gli animi (e i cuori) di chi è legato al business assicurativo classico. I giganti mondiali delle polizze sono macchine imponenti. E le menti di chi le guida dovrebbero viaggiare sulla stessa lunghezza d'onda. Per instillare una mentalità digital che parta dai più alti vertici, fino ad arrivare a tutti i dipendenti. Perché un utilizzo lungimirante dei nuovi strumenti porta vantaggi: dal punto di vista della customer satisfaction e della customer retention. Da quello della reputazione e dell'attrattiva per i migliori specialisti del settore. In fin dei conti, vantaggi per le performance aziendali.

E se in Inghilterra c'è ancora qualche timore a riguardo, basta attraversare la Manica per accorgersi che qualcosa si sta muovendo. AXA, da sempre attenta all'innovazione, ha capito prima di altri che non si sta parlando solo di informatica, di software complessi e di tecnologia per pochi. Ma ha deciso di investire per far sì che quanto gli inglesi hanno capito in teoria, si possa tramutare in pratica.

I Big Data stanno già aiutando. Per quanto riguarda il marketing, la comunicazione, la segmentazione della clientela in gruppi più o meno omogenei. Ma si può andare oltre. Utilizzando questo bagaglio per costruire modelli di pricing migliori e più efficienti.
Ecco allora che nella mente di AXA nasce un nuovo cliente. Che non è più un singolo all'interno di un gruppo di persone con una polizza simile. Ma è un soggetto unico e inimitabile, messo accanto ad altri che come lui hanno gli stessi interessi e per questo le stesse necessità. Sulla carta è molto arduo spiegare quello che alcuni stanno cercando di realizzare con i Big Data, ma è rassicurante sapere che l'adattamento è in atto.

Purtroppo, però, solo in pochi si stanno adattando. Quelli che hanno saputo anticipare i tempi. Secondo Ernest & Young, oltre il 75% delle compagnie mondiali non possiede i mezzi e le infrastrutture per implementare una strategia digitale. La metà di queste dovrebbe ripensare interamente i modelli operativi, per sfruttare appieno le potenzialità digital.

Accanto alla parola "adattamento", quindi, ne accosterei un'altra: incertezza. E' difficile cambiare quando non si sa con esattezza a cosa si va incontro, quando si hanno i mezzi ma non si sa come utilizzarli. Quando purtroppo, come nel caso inglese, il pessimismo regna e sembra che tutto sia destinato a rimanere com'è.

Matteo Cominelli
Esperto mercato assicurativo e Consulente con sede a Londra

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