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Le prospettive per il risparmio delle famiglie italiane

Dopo anni di difficoltà, sembra più reale la possibilità per i privati di accantonare qualche risparmio per il futuro: in questo ambito, le forme assicurative previdenziali e di protezione sembrano riscontrare un interesse crescente

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I dati più recenti ci dicono che per le famiglie italiane il peggio è alle spalle. Il reddito disponibile ha ripreso a crescere nel 2015 dopo 7 anni consecutivi di flessione, per la ricchezza abitativa il punto di minimo sembra essere stato superato, mentre potrà proseguire la crescita della ricchezza finanziaria che si è avviata nel 2012 con la ripresa dei mercati finanziari.

La crisi finanziaria ed economica e i mutamenti del sistema bancario hanno determinato alcuni cambiamenti “strutturali” nell’approccio dei risparmiatori verso la finanza, destinati a perdurare nei prossimi anni.

Come prima cosa, la quota di reddito accantonata a risparmio dalle famiglie è e sarà più bassa rispetto a quella degli anni precedenti la crisi. Questo è un effetto del lento recupero del reddito disponibile e del prolungato contenimento dei consumi, che oggi alimenta una ripresa della spesa, pur modesta, destinata a continuare nei prossimi anni. Ciò non vuol dire che il risparmio non crescerà, anzi. Il peggio della crisi è alle spalle e i flussi di risparmio torneranno a dare un contributo più significativo alla crescita della ricchezza, anche se resteranno più bassi rispetto ai primi anni 2000. La ricchezza finanziaria potrebbe pertanto ritornare quest’anno ai livelli del 2006 e crescere in maniera più stabile nei prossimi anni.

In secondo luogo, la risposta delle famiglie alla flessione dei tassi di interesse e ai cambiamenti che hanno riguardato il sistema bancario è stata particolarmente intensa, anche per l’esigenza di trovare soluzioni di investimento più efficaci per allocare un risparmio strutturalmente più basso. Nell’ultimo triennio, le famiglie italiane hanno investito in strumenti gestiti dagli investitori istituzionali quasi 300 miliardi di euro, provenienti in larga parte dal decumulo di obbligazioni bancarie (date le minori esigenze di finanziamento delle banche) e, in misura minore, di titoli pubblici, la cui redditività è oggi particolarmente compressa. Un cambiamento molto importante per le famiglie italiane, da sempre detentrici in grande misura di titoli bancari e pubblici. Fondi comuni, polizze vita e prodotti previdenziali sono così arrivati a costituire il 27% del portafoglio delle famiglie, il più alto livello degli ultimi 20 anni (avevano toccato il 23.6% a fine 1999). Il portafoglio delle famiglie italiane si avvicina così alla struttura che caratterizza gli altri paesi, dove è scarso l’investimento diretto in titoli di debito.

Positivo lo scenario di crescita

Lo scenario finanziario dei prossimi anni è favorevole all’ulteriore riduzione dei titoli di debito, soprattutto dopo le misure approvate a inizio marzo dalla Bce. L’ampliamento dell’ammontare di acquisti mensili contribuirà a comprimere la redditività sui titoli di debito, con rendimenti sulla componente pubblica italiana a medio e lungo termine che resterebbero inferiori all’1.5% in tutto il triennio. Dal canto loro, le banche potranno finanziarsi con i nuovi fondi a lungo termine della Bce, riducendo ulteriormente il ricorso alle obbligazioni, in particolare quelle collocate alle famiglie, penalizzate anche dall’inclusione nel meccanismo di bail-in.

A fine 2018, pertanto, il peso dei titoli di debito potrà essere pressoché in linea con i livelli medi dell’area euro (5% circa in Italia vs 4% medio dell’Uem a settembre 2015), mentre l’incidenza dei prodotti gestiti dagli investitori istituzionali – fondi comuni, polizze vita e prodotti previdenziali - potrebbe approssimarsi a 1/3 del totale degli investimenti delle famiglie, mostrando una crescita ancora importante pur se dimezzata rispetto all’ultimo triennio.  Nel nostro scenario, pertanto, l’industria dell’asset management e quella assicurativa assumeranno un ruolo centrale: questo rappresenta un’opportunità, ma è anche una sfida nell’attuale contesto dei mercati finanziari che rende sempre più complesso per gli intermediari strutturare proposte commerciali per la clientela retail.

Il portafoglio famiglie verso la previdenza

Una riflessione va dedicata allo sviluppo nei portafogli delle famiglie italiane delle componenti assicurative e pensionistiche, al momento basse nel confronto internazionale: il 12.5% di polizze Vita contro una media dell’area euro del 18% (con una punta del 30% in Francia) e meno del 4% di prodotti di previdenza integrativa contro una media Uem del 13%. Il progressivo ridimensionamento delle coperture pubbliche è però destinato a spingere le famiglie a fare sempre più affidamento sui propri risparmi per soddisfare le proprie esigenze, siano esse di tipo pensionistico, di protezione assicurativa, per l’educazione, la salute o la perdita del lavoro. Nel medio termine, pertanto, l’allocazione del risparmio dovrà sempre più rispondere alla soddisfazione di un bisogno della famiglia e dovrà vedere un ruolo crescente delle coperture assicurative e pensionistiche come conseguenza del progressivo allungamento del ciclo di vita e della riduzione del welfare pubblico.

Nel nostro scenario, il peso degli investitori istituzionali di medio/lungo periodo potrebbe aumentare di 2.2 punti percentuali nel triennio, ma la crescita potrebbe essere maggiore sollecitando il bisogno “latente” di coperture, che è evidente nella preoccupazione delle famiglie italiane per il proprio futuro pensionistico. Le nostre analisi indicano che se ci si muovesse con una campagna di formazione che, attraverso una maggiore educazione finanziaria degli italiani (oggi bassa rispetto ad altri paesi sviluppati) e una maggiore consapevolezza sulla necessità di integrare la pensione pubblica, portasse verso tassi di adesione superiori al 50% degli occupati come in Germania, il mercato previdenziale italiano potrebbe più che raddoppiare in 7 anni, iniziando a costituire un’opportunità importante per gli intermediari che vogliano valorizzare la propria offerta in questo ambito.




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