Insurance Trade

Un’estate di fuoco

L’incendio divampato a Milano il 29 agosto alla Torre del Moro dimostra quanto sia complessa la definizione delle responsabilità in un evento assicurato. Ci troviamo di fronte a un gran numero di soggetti diversi, ciascuno titolare di obblighi differenti e protetto da coperture spesso eterogenee e poco collegate tra loro. Il compito degli inquirenti e dei periti risulta perciò quanto mai difficile

Un’estate di fuoco hp_vert_img
PRIMA PARTE

Ricorderemo il 2021 per un certo numero di ragioni. Una è l’estate di fuoco che è appena trascorsa. 
I cambiamenti climatici hanno giocato il loro ruolo, determinando un clima rovente. Abbiamo toccato temperature che pochi ricordano si siano mai registrate, sfiorando i 50 gradi in alcune zone del meridione. Il caldo e la scarsità di precipitazioni hanno creato un substrato adatto alla propagazione degli incendi e l’uomo ci ha messo del suo, come sempre. 
Uno dei miei maestri dell’underwriting property ripeteva spesso che il fenomeno dell’autocombustione, in quanto tale, non esiste e credo che gli incendi che hanno devastato la Sardegna abbiano dimostrato quanto fosse vero questo assunto, semmai sussistessero ancora dubbi al riguardo. 
Che si sia trattato di incuria o distrazione, di colpevole mancanza di prudenza o dolo evidente, la responsabilità degli umani è certamente il comune denominatore, il fil rouge, sarebbe proprio il caso di dirlo in queste circostanze, che lega direttamente o indirettamente l’azione dell’uomo ai drammatici episodi che abbiamo osservato.
Perché, fatta la conta dell’ammontare dei danni e delle vite (umane e non) perdute, restano da individuare e valutare le responsabilità. 
Determinata l’entità del danno, è dunque necessario comprendere perché questi incendi si siano propagati, per cercare, ove possibile, di evitare che nuovi fenomeni di questo tipo si verifichino ancora e per recuperare, anche se in parte, il valore di quanto si è perduto, una volta riconosciute le responsabilità. 
Insomma, dobbiamo imparare dall’esperienza fatta, rimediare ai danni subiti ed eventualmente punire le mancanze che li hanno scientemente provocati. 
Ad eccezione dell’ultimo punto, è forse questo il nocciolo che riassume la funzione dell’assicurazione.

L’INCENDIO DEL GRATTACIELO TORRE DEL MORO
Lo spaventoso incendio che il 29 agosto scorso ha colpito la Torre del Moro, a Milano, ha ricordato a molti la tragedia della Grenfell Tower, che nel 2017 ha causato 72 vittime nella capitale inglese. 
Per fortuna, l’esito in termini di vite umane è stato qui assai diverso, ma pare che le cause siano state molto simili: si è trattato quasi certamente di un problema legato alle coibentazioni combustibili che rivestivano la facciata dei due fabbricati, che hanno facilitato la propagazione del fuoco. 
Si discute ancora sulla prima causa dell’ignizione, ma – se non fosse stato utilizzato un certo tipo di pannelli per migliorare l’isolamento termico delle due torri – l’esito dei due incendi sarebbe stato assai diverso. 
A questo punto è lecito chiedersi se le compagnie di assicurazione non debbano cominciare a valutare diversamente la copertura incendio dei rischi civili, dal momento che alcuni provvedimenti legislativi stanno spingendo i proprietari a investire sull’adozione dei cosiddetti “cappotti termici”, per migliorare l’efficienza energetica nell’edilizia abitativa. 
La questione della sicurezza degli isolamenti termici è nota a tutti gli assuntori del ramo incendio. Si tratta di una delle prime cose che un perito assicurativo va a controllare e riporta nella sua relazione, che servirà poi al sottoscrittore per valutare il rischio da assicurare. Prima ancora, in fase di progettazione e costruzione del fabbricato, è questo un punto assai importante che ingegneri, architetti e appaltatori devono tenere in considerazione.
In base alle circostanze e alle caratteristiche del luogo in cui ciascun fabbricato viene eretto, è necessario valutare quali siano gli strumenti che le conoscenze e la tecnica correnti forniscono, per ottenere un immobile che offra adeguati connotati di sicurezza, non solo sul piano della stabilità, ma anche contro il rischio dell’incendio.

QUALE VERITÀ SUI MATERIALI USATI?
E non si tratta solo di una questione di qualità dei materiali. Esistono molti tipi di pannelli isolanti e ciascuno è adatto alle diversissime tipologie di costruzione esistenti.
Abbiamo a disposizione materiali con diversi gradi di resistenza al fuoco, che sono perfettamente in grado di fornire adeguate caratteristiche di sicurezza, a seconda del tipo di fabbricati nei quali vengono utilizzati.
Poiché una torre di venti piani non è assimilabile a un immobile alto una decina di metri, i soggetti che progettano e costruiscono il fabbricato dovranno tenere conto di queste differenze, scegliendo i materiali più adatti a ciascuna delle fattispecie considerate. Tutto questo è logico, se non addirittura ovvio. Eppure, nel caso della torre di via Antonini, c’è il sospetto che i materiali utilizzati non fossero adeguati. L’incendio è iniziato all’ultimo piano e ha coinvolto l’intera facciata dell’edificio, nel giro di pochi minuti. I residenti, che sono riusciti a salvarsi anche grazie all’eccellente intervento dei Vigili del Fuoco, hanno affermato che i pannelli di rivestimento erano classificati come resistenti al fuoco. Eppure, tutti i testimoni confermano che il calore sembrava “sciogliere i pannelli come burro”, il che sembrerebbe coerente con la presenza di materiali plastici, all’interno dei pannelli stessi.
Secondo l’amministratore del condominio, la facciata di Torre del Moro sarebbe stata composta di Alucobond, un materiale costituito principalmente da lamiere di alluminio. 
In realtà si è scoperto (da una nota pubblicata sul sito dell’azienda produttrice) che i pannelli compositi di alluminio (Acm), utilizzati nella torre, non fossero fatti in Alucobond. 
Si sarebbe invece trattato di un materiale composito con nucleo in polietilene, posto in classe D-E, secondo la classificazione UNI EN 13501-1, che definisce la resistenza al fuoco dei materiali da costruzione. Insomma, i pannelli non erano affatto fire-retardant o non combustibili, come era stato riferito in un primo momento.

(La seconda parte dell’articolo sarà pubblicata su Insurance Daily di giovedì 7 ottobre)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

👥

Articoli correlati

I più visti