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Incertezza nel futuro delle M&A

Il Quarterly deal performance monitor di Willis Towers Watson ha rilevato, nel quarto trimestre 2017, i risultati peggiori dell’ultimo decennio per le operazioni di fusione e acquisizione

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Per la prima volta in dieci anni il mercato globale delle Mergers & Acquisitions ha invertito la tendenza positiva, registrando un calo di valore. Secondo un’indagine realizzata da Willis Towers Watson in collaborazione con Cass Business School gli ultimi tre mesi del 2017 si sono rivelati particolarmente complessi per il settore, con gli operatori che hanno ottenuto risultati significativamente sotto le aspettative (5,6% sotto l’indice). Dalla prima analisi di mercato, realizzata nel 2008, è il peggior risultato mai registrato. Si tratta di un calo temporaneo, o è il segnale della fine di una “bolla di mercato”? 

Nell’anno passato le condizioni globali per le operazioni di fusione e acquisizione sono state piuttosto complesse: lo scarto originato dal tasso d’inflazione tra prezzi e guadagni ha reso i deal più costosi, di conseguenza i ritorni economici per le aziende coinvolte sono stati meno significativi. Delle 198 operazioni completate nel periodo considerato, 88 hanno sovraperformato l’indice. Un risultato inferiore alle aspettative derivanti dall’andamento passato, anche se comunque positivo. Per ora il mercato infatti resta conveniente: la performance media su scala triennale per gli acquirenti globali si mantiene positiva con un +5%, con prestazioni a più lungo termine dal 2008 ad oggi a +3,6%. Gli acquirenti comunque saranno spinti a muoversi con maggiore cautela, come spiega Matteo Fiocchi, executive compensation and strategic reward practice leader della compagnia: “In molti casi, dunque, c’è ancora del valore nelle attività di M&A, ma gli acquirenti devono scegliere con attenzione i loro obiettivi e integrare bene le loro acquisizioni. In un mercato competitivo come quello attuale, i miglioramenti nella selezione dei deal, della loro governance e un maggiore focus sulle modalità dell’integrazione potranno aumentare in maniera significativa le possibilità di successo e aiuteranno gli acquirenti a raggiungere obiettivi strategici, tra cui maggiori rendimenti per gli azionisti”.

Il settore più in crisi è quello tecnologico, in cui il calo di valore è stato di 23,9 punti percentuali. Se è vero che nessuna società può permettersi di non stare al passo con l’innovazione, è ugualmente vero che si tratta di un’area con particolarità complesse. La rapidità con cui si muovono le acquisizioni tecnologiche ha fatto alzare i prezzi, e il potenziale per la creazione di valore in un’ottica di breve-medio periodo è inferiore. Inoltre, affinché un deal abbia successo, in questo settore serve una strategia ad hoc, creata su misura per acquisire obiettivi e talenti tecnologici, e serve una giusta organizzazione aziendale per trovare, eseguire e integrare imprese tecnologiche innovative.

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