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Frodi creditizie: più numerose, ma meno remunerative

L’ultimo osservatorio Crif ha rilevato nel 2017 un incremento di quasi il 40% nei reati, che registrano però un importo medio inferiore rispetto alle analisi passate

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Nel primo semestre dell’anno in corso, secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio Crif sulle frodi creditizie, sono stati oltre 11 mila i casi rilevati, contro una media che nel corrispondente semestre dei due anni precedenti si era fermata a circa 8000 episodi. Un incremento preoccupante, con una percentuale di crescita del 39,5%, per un danno complessivo superiore agli 80 milioni di euro. Scende invece l’importo medio, che passa dai quasi 10 mila euro del 2016 a 7.047 euro. Andando ad analizzare i tempi di scoperta in funzione dell’entità dell’importo frodato, dallo studio emerge che la maggior parte dei casi scoperti entro sei mesi sono quelli di minore entità, mentre i casi di frode con importi superiori ai 10.000 euro tipicamente necessitano di tempi più lunghi per essere individuati, nel 21% dei casi anche oltre 5 anni. 

La tipologia prevalente di beni acquistati con un finanziamento fraudolento è quella degli elettrodomestici, che arrivano a spiegare addirittura il 38% dei casi. Al secondo posto si piazza la categoria delle auto e moto, seguita dalle spese per immobili e ristrutturazioni. Nella maggior parte dei casi ad essere vittima di frode sono gli uomini (56,5% dei cari), e le persone di età medio bassa: gli incrementi più consistenti sono quelli rilevati nella fascia compresa tra i 18 e i 30 anni (+9,1%) e in quella tra 31 e 40 anni (+6,9%) mentre diminuisce sensibilmente l’incidenza dei casi tra i 51-60enni (-8,2%) e tra gli over 60 (-6,7%). 

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