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Cresce l’ottimismo in Italia

Speranze in crescita secondo l’edizione autunnale dell’“Indice di Benessere Finanziario” di Ing Bank

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È un quadro di generalizzato ottimismo quello che emerge dalla seconda edizione del 2016 dell’Indice di Benessere Finanziario di Ing Bank. La tendenza verso un complessivo miglioramento della situazione, stabile dalla primavera del 2015, registra infatti nell’ultimo semestre un’impennata di 1,5 punti: l’indice complessivo si attesta a quota 46,3 punti, il livello più alto dal dicembre del 2011.
  
“L’ulteriore recupero dell’Ibf, sostenuto da tutte le sue componenti, appare – commenta Paolo Pizzoli, senior economist di Ing Bank - coerente con l’evoluzione del quadro macroeconomico domestico. La ripresa economica, sia pur debole, è ancora in atto”. Particolarmente positiva la performance relativa alla capacità di accantonare risparmi, dove l’indicatore aumenta di 2,6 punti rispetto ad aprile attestandosi a quota 43,3 punti. La voce degli investimenti passa invece a 59 punti segnando un +2 rispetto al semestre precedente, mentre più contenuto appare il progresso nel settore del reddito familiare (47,8 punti, +0,8).

Da un punto di vista geografico, la crescita appare particolarmente decisa nel Nord Est dove l’indice, dopo il brusco calo del 2015, recupera terreno con un incremento di 4,5 punti: in vetta alla classifica rimane tuttavia il Nord Ovest con un indicatore di 52,3 punti. Cresce poi l’ottimismo fra i millennials (giovani fra i 18 e i 34 anni), dove l’indice passa dai 45 punti di aprile agli attuali 49,3.

Per la prima volta l’indagine ha analizzato anche l’alfabetizzazione finanziaria degli italiani. Materia che, a giudicare dai dati, appare decisamente lontana dagli interessi della popolazione: il 67% del campione afferma di non occuparsi dell’argomento, mentre solo il 2% dedica a queste attività alcune ore ogni settimana. La tendenza è quella di affidarsi alla voce di un esperto, con l’88% della popolazione che incarica (o si confronta con) un consulente o un referente bancario per la gestione dei risparmi. In generale, la conoscenza in materia risulta scarsa: solo il 36% del campione afferma di conoscere il concetto di diversificazione del portafoglio.

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