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Carige chiede agli ex vertici un risarcimento da 1,25 miliardi di euro

Al centro della contesa, la vendita delle due compagnie assicurative (ora Amissima)

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Banca Carige ha richiesto agli ex vertici dell’istituto, Cesare Castelbarco Albani  e Pier Luigi Montani, un maxi risarcimento pari a un miliardo e 250 milioni di euro. Ma la guerra legale dichiarata lo scorso 17  giugno dal cda della banca ligure (controllata dalla famiglia Malacalza) vede nel mirino, oltre ai due ex vertici, anche alcuni dirigenti del gruppo Apollo che gestirono l’operazione di acquisto delle due compagnie assicurative del gruppo, Carige Assicurazioni e Carige Vita. La richiesta riguarda 850 milioni di euro per presunti danni ricevuti nel periodo tra il novembre 2015 e il 31 marzo 2016, e 400 milioni di euro relativi alla cessione delle due compagnie assicurative. Il cda di Banca Carige presieduto da Giuseppe Tesauro e dall’ad Guido Bastianini, aveva deliberato di agire in giudizio anche contro dirigenti di Apollo management holdings, Apollo Global management, Apollo management International, ma anche Amissima holdings srl, Amissima Assicurazioni e Amissima Vita (le nuove denominazioni delle due compagnie vendute). La cessione era stata annunciata nell’autunno del 2014 e chiusa nel 2015 per 310 milioni di euro. Il fondo statunitense aveva anche presentato una proposta, respinta dall’attuale cda, di acquistare i crediti inesigibili della banca con un’operazione che comprendeva anche un aumento di capitale riservato che lo avrebbe portato ad avere la maggioranza del capitale dell’istituto. L’offerta di Apollo non era l’unica: c’erano, tra le altre, anche quella della tedesca Talanx, che sembrava ad alcuni osservatori migliore, e quella Itas. Fu scelto il fondo americano ma invece dei 400 milioni di euro che Carige contava di ricavare inizialmente, si scese a 310 milioni. L’azione legale, ha spiegato la banca ligure “serve per tutelare gli interessi della società e delle migliaia di azionisti” alla luce dell’analisi delle cause “che unitamente a quelle di contesto e di sistema, hanno nel recente passato negativamente influito sui risultati economici e sulla vita della società”.
In risposta alla maxi richiesta di risarcimento, il gruppo americano ha replicato attraverso una nota: “Apollo – si legge – ritiene di aver sempre agito in maniera appropriata e secondo le leggi vigenti. La società considera infondate queste accuse e intende difendersi fermamente presso le sedi opportune".

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