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Italia, la ripresa passa dall’industry assicurativa

Il monito del presidente dell’Ania Aldo Minucci, in occasione dell’Annual Assicurazioni, in cui ha evidenziato come il settore non abbia risentito della crisi

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L’industry assicurativa italiana è uscita dal periodo di congiuntura economica con una “forza patrimoniale intatta e con solidi conti economici”. Tradotto: il settore non ha risentito della crisi ed è un asset sui cui il Paese può contare per “riprendere un percorso di crescita”. E’ il bilancio tracciato, ieri, dal presidente dell’Ania, Aldo Minucci, in occasione del 17° Annual Assicurazioni del Sole 24 Ore. 

Stando alle stime dell’Ania il risultato netto del settore, pari a 4 miliardi, è in lieve incremento rispetto allo stesso periodo del 2014 (3,8 miliardi). Sono, infatti, il 14,1% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso le società che mostrano un peggioramento dei risultati tecnici nel ramo vita, a 1,7 miliardi di euro. Trend confermato anche nei rami danni con una riduzione del 13,7% del saldo tecnico che, al 30 giugno 2015, si attestava a 1,9 miliardi. Nel complesso, quindi, il risultato netto del settore, pari a 4 miliardi, è in lieve incremento rispetto allo stesso periodo nell’anno passato (3,8 miliardi). E in assenza di significative modifiche nello scenario, evidenzia il numero uno dell’Ania, “si prevede un risultato ancora una volta lusinghiero per il settore assicurativo”. 

D’altro canto, Minucci mette in luce alcune ombre dovute al perdurante scenario dei bassi tassi d’interesse. Un contesto che preoccupa e “rende inevitabile la progressiva diminuzione delle performance delle gestioni separate assicurative, quelle del ramo I, in cui si concentra il  65% della raccolta vita in Italia e che sono particolarmente esposte ai risultati degli investimenti obbligazionari”. E con riferimento ai dati più recenti della nuova produzione l’Ania, sottolinea Minucci, “in queste settimane ha modificato le previsioni di fine anno sulla raccolta assicurativa: “rispetto al +12% stimato nel luglio scorso la crescita del mercato delle polizze vita in Italia non dovrebbe invece superare il 5-6% a fine anno”. Il dato però sarebbe comunque da ritenersi positivo, rimarca il numero uno dell’Ania
, “visto che giunge da due anni di raccolta record in cui l’Italia è stato il Paese che ha registrato la maggiore crescita”. L’effetto tassi, oltre al calo fisiologico, ha quindi delle ripercussioni: l’Ania prevede per fine anno una riduzione 5,3% della produzione nel comparto assicurativo delle polizze del ramo I, ma aumentano le polizze unit linked (+51,5%). Si ricompone così il portafoglio degli investimenti. 

Non manca, infine, un cenno alla legge di stabilità del Governo. Secondo Minucci la manovra dedica soltanto pochi cenni a quelle riforme strutturali che consentirebbero di rendere sostenibile il progresso del Paese sottraendolo almeno in parte alle incertezze della congiuntura economica e ai vincoli delle dinamiche demografiche. E in particolare, rileva Minucci, sulle catastrofi naturali, emergenza nazionale, il dibattito sull’introduzione di una copertura assicurativa obbligatoria “è stato avviato 10 anni fa e non si è trovato una soluzione assicurativa”. E ancora: nella sanità “gli assicuratori hanno da tempo proposto una riforma strutturale che è in grado di venire incontro alle esigenze di cassa dello Stato e al tempo stesso preservare l’efficienza del servizio sanitario nazionale”. Di qui l’invito a intervenire con tempestività nelle aree più problematiche del welfare state perché i rinvii, ha concluso Minucci, “non sono mai positivi”. 

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