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Oftalmologia, in sofferenza il Sistema sanitario nazionale

Aumenta il costo sociale delle malattie legate alla vista che si ripercuote su famiglie e sanità pubblica

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Il gap tra la domanda di cure e l’offerta del Sistema sanitario nazionale è una forbice che si allarga sempre di più. L’invecchiamento della popolazione e la scarsità di risorse a disposizione del sistema pubblico non fa che peggiorare la qualità e la disponibilità dei trattamenti erogati, con evidenti problemi per chi soffre di una patologia. 

Se ne parla poco ma anche nel settore dell’oftalmologia, le difficoltà della sanità statale stanno aumentando. Se n’è parlato in un recente convegno, organizzato nell’ambito di Expo 2015 a Milano, con il supporto di Allergan, dal titolo “Edema maculare diabetico tra stili di vita e innovazione terapeutica”.  

I servizi di oculistica sono in forte sofferenza e spesso non riescano a far fronte all’enorme domanda dei servizi. Vincenzo Atella, direttore del Ceis di Tor Vergata, professore di Economia sanitaria, ha presentato alcuni dati, nell’ambito della ricerca “La retinopatia diabetica in Italia: analisi della domanda e dell’offerta sanitaria”, in cui emerge che la maggior parte dei centri (42,2%) è stata classificata come a corto di risorse strumentali e umane per soddisfare adeguatamente la domanda attuale e quella attesa in futuro. Un altro 37,8% è stato classificato come munito di sufficienti risorse strumentali e umane per soddisfare adeguatamente la domanda attuale, ma non il suo aumento atteso per il futuro.  

In questo campo, l’ineguaglianza di accesso alle cure e l’aumento dei costi per gestire i pazienti a stadi ormai tardivi stanno elevando il costo sociale sostenuto dalle famiglie e dall’Inps. Per modificare questa situazione è indispensabile realizzare programmi d’informazione rivolti sia ai pazienti sia alle varie categorie di personale sanitario coinvolte a vario titolo nella loro assistenza. 
Questo porterebbe a un aumento della pressione sul settore dell’oftalmologia, che potrebbe non essere capace di rispondere alle esigenze della domanda.  

“Con gli attuali trend di prevalenza del diabete in aumento, dell’invecchiamento della popolazione italiana e dei tagli alle risorse della sanità pubblica – ha chiosato Atella –, maggiori sforzi devono essere intrapresi per creare programmi di prevenzione e attività di screening e cura della retinopatia diabetica. Andrebbero favorite scelte organizzative e tecnologiche che implichino una più efficiente gestione del paziente retinopatico e che riducano il numero di volte che un paziente deve sottoporsi a controllo/trattamento”.

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