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Antitrust, ridurre gli oneri Rc auto a carico degli automobilisti

L'Autorità propone nuovi modelli contrattuali e la riforma del risarcimento diretto

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Si è conclusa l'indagine conoscitiva sulla Rc auto, promossa dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, confermando numerose criticità in termini di concorrenza, con tassi di crescita e variabilità dei premi non concorrenziali.

L'indagine conferma che in Italia i premi delle polizze sono più elevati e crescono più velocemente rispetto a quelli dei principali Paesi europei: il premio medio è più del doppio di quelli di Francia e Portogallo, supera quello tedesco di circa l'80%. La crescita dei prezzi per l'assicurazione sul periodo 2006-2010 è stata quasi il doppio di quella dell'Euro Zona, e quasi il triplo di quella registrata in Francia. Parallelamente il nostro Paese si caratterizza per la frequenza e il costo medio dei sinistri più elevati: in particolare, è quasi il doppio di quella in Francia e supera di circa il 30% quella in Germania. Tuttavia il numero delle frodi accertate ai danni delle compagnie in Italia appare quattro volte inferiore a quello accertato dalle compagnie nel Regno Unito e la metà di quello accertato in Francia.

L'Antitrust ha rilevato che il tasso di mobilità tra le compagnie resta basso, intorno al 10%: nel periodo 2007-2010 solo le compagnie dirette (che tuttavia rappresentano solo un 5% del mercato) sono state caratterizzate da maggiore mobilità in termini di ingressi (16-18%) rispetto a quelle tradizionali. 
L'indagine mostra un'estrema variabilità dei premi richiesti: sul mercato è dunque possibile trovare polizze maggiormente convenienti, a patto di avere gli strumenti giusti per trovarle. Secondo l'Autorità per la concorrenza, i consumatori non riescono tuttavia a sfruttare queste possibilità perché gli strumenti di informazione e di confronto tra le diverse offerte sono complicati, e non si è sviluppata la figura dell'agente plurimandatario.

Il ricorso alla scatola nera non è stato incentivato: gli oneri contrattuali a carico della clientela per la sua istallazione superano gli sconti offerti dalle compagnie: attualmente questa opzione non ha superato il 3% del totale. La frequenza sinistri in Italia è aumentata in tutti gli anni successivi all'introduzione della procedura di risarcimento diretto (ad eccezione del 2010).

Secondo l'Antitrust, l'introduzione della procedura di risarcimento diretto nel 2007 non ha apportato benefici. Gli ultimi interventi normativi vanno nella giusta direzione, ma richiedono ulteriori perfezionamenti, una puntuale attuazione e un'attenta verifica. L'Autorità suggerisce di fare in modo che il rimborso alla compagnia che risarcisce il proprio assicurato danneggiato avvenga sempre tramite stanza di compensazione (sulla base di un forfait definito secondo le modalità attualmente in vigore), ma decurtato di una percentuale basata su livelli via via decrescenti all'ammontare che oggi le compagnie si pagano reciprocamente a fronte di un danno causato da un proprio assicurato. 
Tutto questo dovrebbe avvenire introducendo un "cap" sul forfait, modificando così l'attuale sistema di rimborso basato sul mero costo storico. 

Inoltre vanno introdotte certezza e chiarezza in merito alle classi interne, prevedendo, in caso di cambiamento dell'assicuratore, che la nuova compagnia attribuisca all'assicurato una classe interna non inferiore a quella che verrebbe assegnata ad un proprio assicurato avente le stesse caratteristiche di rischio, e va favorito lo sviluppo di nuovi ed efficaci strumenti on line utili alla comparazione di un ampio numero di premi per l'Rc auto di facile e immediato utilizzo e, grazie a idonee icone grafiche, con la specificazione delle principali esclusioni e rivalse connesse a ciascuna offerta.

In foto: Giovanni Pitruzzella, presidente Antitrust

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