Consumatori: c’è pessimismo, anche troppo
Nell'indagine Isce (realizzata insieme ad Ania) sulle attese degli italiani, le previsioni sono spesso peggiori della realtà delle cose

L'Ania ha diffuso la nuova edizione dell'indagine Isce (Italian survey on consumer expectations), che analizza la dinamica trimestrale delle principali variabili macro e microeconomiche in termini di aspettative dei consumatori per i successivi 12 mesi.
I dati illustrati nella nota evidenziano una maggiore sfiducia da parte dei consumatori nella capacità di crescita e generare lavoro rispetto all’edizione precedente. C’è, inoltre, un’evidente tendenza ad avere aspettative più pessimiste rispetto a quanto rilevano i principali istituti di previsione.
Ad esempio, a gennaio 2025 gli italiani si aspettavano, nei 12 mesi successivi, una contrazione del Pil dell’1,2%, un valore significativamente inferiore rispetto alle proiezioni ufficiali: secondo il Documento di finanza pubblica (Dfp), nel 2025 l’economia italiana crescerà dello 0,6%. Il tasso di disoccupazione atteso dai consumatori è dell’8,6%, ben oltre quello delle stime ufficiali previsto intorno al 6%.
Al contrario, l'inflazione attesa dagli intervistati nei prossimi 12 mesi è dell’1,3%, dato sensibilmente inferiore alle proiezioni ufficiali del Dfp (+2,1%). Contemporaneamente, però, i consumatori italiani si attendono di poter investire i propri risparmi a un tasso di interesse pari al 2,9%.
Calano anche le aspettative sui consumi per i prossimi 12 mesi (+0,6% contro +0,7%), pur rimanendo in territorio positivo, e tra le uscite tornano a pesare i costi per l'energia, coinvolti in un nuovo ciclo di crescita, e quelli della sanità.
La nota pubblicata oggi è a cura di un gruppo di lavoro congiunto di Ania e del Dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell’Università Federico II di Napoli; il progetto è realizzato nell’ambito del partenariato esteso Grins – Growing, resilient, inclusive and austainable (fondi Pnrr).
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