Nat-cat, perdite complessive globali per 250 miliardi di dollari nel 2023
È quanto rileva un’analisi di Munich Re, secondo cui le perdite assicurate legate ai disastri naturali ammontano a 95 miliardi
Nel 2023, a livello mondiale, le catastrofi naturali hanno causato perdite per circa 250 miliardi di dollari, con perdite assicurate per 95 miliardi di dollari. È quanto emerge da una rilevazione effettuata da Munich Re, secondo cui le perdite complessive sono in linea con la media quinquennale, mentre le perdite assicurate sono state leggermente inferiori alla media di 105 miliardi di dollari.
A differenza degli anni precedenti, segnala il riassicuratore tedesco, non si sono verificate grosse catastrofi nei paesi industrializzati che hanno fatto lievitare le perdite (come l'uragano Ian nel 2022, che ha causato perdite complessive per 100 miliardi di dollari e assicurate per 60 miliardi).
Le statistiche dei sinistri sono state invece caratterizzate dall'elevato numero di forti temporali regionali. Perdite così elevate dovute ai temporali non erano mai state registrate prima sia negli Stati Uniti sia in Europa: in Nord America sono stati distrutti beni per un valore di circa 66 miliardi di dollari, di cui 50 miliardi assicurati, mentre in Europa la cifra è stata di 10 miliardi di dollari (9,1 miliardi di euro), di cui 8 miliardi di dollari (7,3 miliardi di euro) assicurati.
Numerose ricerche scientifiche indicano che il cambiamento climatico favorisce il verificarsi di gravi fenomeni atmosferici con forti grandinate. Allo stesso modo, le statistiche dei sinistri causati dai temporali in Nord America e in altre regioni sono in crescita.
Secondo i dati di Munich Re, il numero di morti causati da disastri naturali è salito a 74.000 nel 2023, ben al di sopra della media annuale degli ultimi cinque anni (10.000). Dopo anni di relativa calma, una serie di terremoti devastanti ha provocato disastri umanitari. Circa 63.000 persone (l'85% dei decessi totali dell'anno) hanno perso la vita a causa di questi rischi geofisici nel 2023, un numero superiore a quello registrato dal 2010. Le perdite economiche dovute a disastri naturali sono state invece dominate da forti tempeste: il 76% delle perdite complessive sono state legate alle condizioni meteorologiche, mentre il 24% ha avuto cause geofisiche.
Gli eventi più costosi dell'anno
Munich Re evidenzia che la serie di terremoti nel sud-est della Turchia e in Siria a febbraio è stata la catastrofe naturale più distruttiva dell'anno. Il più grave, una scossa di magnitudo 7,8, è stato il terremoto più forte in Turchia da decenni. Circa 58mila persone sono rimaste uccise, innumerevoli edifici sono crollati e le infrastrutture sono state danneggiate in modo significativo. Con perdite complessive di circa 50 miliardi di dollari, è stato anche il disastro naturale più costoso dell'anno. Nonostante l'assicurazione contro i terremoti sia obbligatoria per gli edifici residenziali in Turchia (Turkish Catastrophe Insurance Pool, TCIP), le perdite assicurate sono state di soli 5,5 miliardi di dollari.
In termini di perdite complessive, il secondo disastro naturale più costoso è stato il tifone Doksuri. A luglio, la tempesta ha sfiorato le coste delle Filippine prima di approdare a Jinjiang, nella provincia del Fujian, sul continente cinese, con una velocità del vento di circa 180 km/h. Doksuri è stato accompagnato da piogge estremamente intense che hanno provocato inondazioni distruttive. In alcune zone della Cina sono caduti 600 mm di pioggia in un giorno, la quantità di precipitazioni giornaliere più elevata mai registrata nel Paese. I dati di Munich Re rilevano che le perdite complessive sono state di circa 25 miliardi di dollari, di cui solo circa 2 miliardi sono stati assicurati: un esempio dell'ampio divario assicurativo per i disastri naturali che persiste in Cina.
“La rapida intensificazione dell'uragano Otis sulla costa occidentale del Messico in ottobre – spiega una nota di Munich Re – è stato un altro evento eccezionale: nel giro di 24 ore si è trasformato da una debole tempesta tropicale a un uragano della massima categoria. Ha toccato terra direttamente nella località turistica di Acapulco, devastando la città. Con una velocità del vento fino a 265 km/h, è stata la tempesta più violenta che abbia mai colpito la costa messicana del Pacifico. Le perdite complessive sono stimate in 12 miliardi di dollari e quelle assicurate in circa 4 miliardi di dollari, a causa dell'alta concentrazione di alberghi nella città. È stata la terza più costosa dell'anno in termini di perdite complessive”.
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