Insurance Trade

Aiaf, legge di Stabilità non più recessiva

Nel sesto Osservatorio sui conti pubblici, l'associazione italiana degli analisti finanziari esprime un giudizio sulla Manovra 2014

Watermark 16 9
Per la prima volta da anni, la legge di Stabilità si può definire non recessiva", ma nella sua formulazione attuale non può essere definita ancora "espansiva", poiché l'impatto economico è limitato dalle scarse risorse disponibili a causa della necessità di contenere il livello del deficit. A esserne convinta è l'Associazione italiana analisti finanziari (Aiaf), che ha pubblicato oggi la sesta edizione del suo Osservatorio sui conti pubblici italiani. Secondo l'associazione, restano vaghi i provvedimenti diretti a un più incisivo taglio alla spesa e a più consistenti dismissioni, "misure che consentirebbero l'avvio della riduzione del debito e un giudizio positivo senza riserve da parte della Commissione Europea". Il peggioramento del fabbisogno di cassa è, in ogni caso, "il frutto di politiche favorevoli alla crescita come l'aumento dei rimborsi fiscali e il pagamento di parte dei debiti della Pubblica amministrazione". Anche grazie a questi provvedimenti, e al miglioramento della congiuntura internazionale, il ciclo economico in Italia è in recupero. La ripresa non sarà, tuttavia, di intensità tale da creare occupazione in misura significativa, ma un miglioramento del mercato del lavoro è probabile nella primavera del 2014. I prossimi mesi saranno cruciali per preservare la ripresa e la stabilità politica è una condizione essenziale per evitare di tornare in un clima di incertezza che peserebbe gravemente sull'atteso recupero dei consumi e degli investimenti.

In attesa dei tagli di spesa


Tra le caratteristiche principali della Manovra 2014, Aiaf sottolinea che "il provvedimento maggiormente significativo dal punto di vista dell'effetto potenzialmente espansivo sulla crescita economica, è quello della riduzione del cuneo fiscale, ma la sua portata è abbastanza limitata". La distribuzione per fasce di reddito fa emergere un beneficio fiscale che, su base mensile, non supera nella migliore delle ipotesi i 14 euro (per la classe di reddito da 15 mila a 20 mila euro). La scarsa misura del beneficio fiscale rende irrilevante anche la stima dell'impatto sul Pil, pur ipotizzando una propensione al consumo particolarmente elevata. Secondo gli analisti finanziari, l'ipotesi circolata di limitare alle classi di reddito più basse la riduzione del cuneo fiscale, se realizzata tramite lo strumento delle detrazioni per il lavoro dipendente, "avrebbe un impatto probabilmente superiore". Una simulazione che preveda, con le stesse risorse disponibili, un aumento del 2% della detrazione base (da 1.520 euro a 1.550 euro) determinerebbe, infatti, un beneficio fiscale superiore che si tradurrebbe in un maggiore effetto macroeconomico, grazie alla maggiore propensione al consumo delle classi di reddito più basse, pur restando limitato a circa lo 0,1% del Pil. Più che in valore assoluto, dunque, il segnale positivo di questa misura sta nell'auspicabile avvio di un percorso di riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente, che al momento è solo accennato. Nella valutazione delle misure della legge di Stabilità, Aiaf mette in chiaro di non dover mai trascurare il mantenimento dei limiti di deficit, che hanno consentito all'Italia di uscire dalla procedura di deficit eccessivo e di tenere controllato il costo del debito. "I margini di manovra - spiega Aiaf - sono ancora troppo scarsi, a meno che non si proceda a una decisa revisione della spesa pubblica, negli ambiti che non risultino socialmente inaccettabili". Resta dirimente la questione dell'attuazione di una profonda spending review che, insieme a una più efficace lotta all'evasione, sarebbe in grado di liberare le risorse necessarie a una più intensa riduzione della pressione fiscale per sostenere il reddito disponibile delle famiglie e la competitività delle imprese.
Ciò nonostante, le prime anticipazioni sulla stessa spending review (32 miliardi di euro di minore spesa in tre anni), insieme ad alcuni provvedimenti al momento non inclusi nella legge di Stabilità fanno intravedere dei margini di intervento e di stimolo che potranno eventualmente essere attivati già a partire dal 2014. Dal punto di vista strettamente macroeconomico gli ultimi mesi hanno visto la conferma di segnali di ripresa dell'attività produttiva.

Il rischio di instabilità politica

In questa delicata fase di moderata ripresa dell'attività economica e a due anni dalla crisi finanziaria più grave dalla nascita dell'euro, per Aiaf "è opportuno porre l'accento sulle possibili conseguenze di una crisi politica nel nostro Paese. È, infatti, utile ricordare alle forze politiche e alle istituzioni un aspetto tecnico che non sembra sia del tutto chiaro nei dibattiti - osserva l'associazione - : quello del rischio di un aumento del costo del debito in misura tale da rendere il debito stesso insostenibile". Con un debito pubblico superiore ai 2.000 miliardi di euro il controllo della spesa per interessi deve restare la priorità per la politica economica italiana. Tale controllo, infatti, "rappresenta la base di partenza per potere ridurre la pressione fiscale e accompagnare la ripresa attraverso misure a sostegno delle famiglie e delle imprese, con l'obiettivo di stimolare la creazione di posti di lavoro. Oggi il contesto è senz'altro più favorevole rispetto a due anni fa, e verrà ulteriormente rafforzata la rete di protezione europea grazie al completamento dell'Unione Bancaria, incluso il passaggio al Regolatore Unico in campo creditizio". Pur consapevole delle migliorate condizioni economiche e di finanza pubblica, che dovrebbero portare anche un miglioramento dell'outlook da parte delle agenzie di rating, e pur in un contesto europeo di maggiore protezione l'Associazione Italiana degli analisti finanziari auspica che le scelte politiche e istituzionali "siano fatte nella piena consapevolezza delle conseguenze di una non desiderabile risalita del costo del debito a livelli che renderebbero necessarie nuove drastiche manovre di finanza pubblica di natura volontaria da parte di un Governo di emergenza o sotto dettatura delle Autorità europee".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati

I più visti