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Sosteniamo la ricerca contro la cardiopatia aritmogena del ventricolo destro

Nota anche come “malattia dello sportivo”, è una delle cause maggiori di morte improvvisa nei giovani e negli atleti. Una ricerca italiana è vicina a una svolta per curarla, ma servono finanziamenti

Sosteniamo la ricerca contro la cardiopatia aritmogena del ventricolo destro
La Cardiopatia aritmogena del ventricolo destro (Arvc) è una malattia ereditaria che colpisce soggetti che praticano sport agonistico di alto livello, ed è una delle cause maggiori di morte improvvisa nei giovani e negli atleti, tanto che viene chiamata anche malattia dello sportivo. Consiste in una distrofia geneticamente determinata del miocardio del ventricolo destro, che viene sostituito da un tessuto grasso-fibroso di tale entità da causare aneurismi del ventricolo destro.

Una ricerca italiana potrebbe curarla, ma sono necessari maggiori finanziamenti rispetto a quelli attualmente a disposizione. Per questo è nata la campagna Beat the Beat, partita nel febbraio 2021 con l’obiettivo di raccogliere i finanziamenti necessari per sostenere la ricerca medico scientifica Strategie farmacologiche per inibire la progressione della cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro (Arvc) diretta dalla professoressa Alessandra Rampazzo del dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, in collaborazione con il professor Fabio Rossi dell’University of British Columbia di Vancouver in Canada.

Questo progetto di ricerca si propone di testare l’efficacia di un farmaco, che negli studi preliminari in provetta, ha bloccato i meccanismi che portano alla progressione della cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro. Al momento non esiste una cura per questa malattia. Ma dopo oltre 40 anni di studi la ricerca potrebbe essere vicina a una svolta.

L’iniziativa Beat the Beat è stata costituita da un gruppo di famiglie coinvolte direttamente dalla malattia (in sinergia e con il supporto di due Associazioni - Geca Onlus e La Stella di Lorenzo Onlus) attive da molti anni nel sostegno ad altre famiglie, nella divulgazione e nella prevenzione di questa patologia, con lo scopo di aiutare la professoressa Rampazzo a portare a termine la sua importante ricerca, per la quali servono almeno 150mila euro. Fondi che nel caso del finanziamento pubblico in Italia, uno tra gli ultimi in Europa, sono scarsi se non inesistenti.

Alessandra Rampazzo, biologa con specializzazione in genetica medica, lavora nel campo della genetica molecolare dell’Arvc dal 1992. Nel 1994 ha identificato la prima localizzazione cromosomica della malattia e nel 2002 ha individuato il primo gene responsabile di una forma classica di Arvc.
Con il suo gruppo di ricerca dell’Università di Padova ha identificato altri sei nuovi geni dei 14 finora noti.

Da pochi mesi lo studio è ripartito con la delicata fase della sperimentazione sui modelli animali e non può più fermarsi.

Per maggiori informazioni è possibile scrivere a: progetti@lastelladilorenzo.org o consultare il sito https://www.lastelladilorenzo.org/

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