Gaat, Roberto Salvi non si ricandiderà alla presidenza
La storica guida del gruppo agenti ha annunciato che si farà da parte, anche a causa di un rapporto sempre più difficile con Generali Italia. L’assemblea generale ordinaria si terrà dal 21 al 23 novembre a Venezia
Roberto Salvi (nella foto), presidente del Gaat ininterrottamente da 25 anni, ha annunciato che non si ricandiderà per un ulteriore mandato. “È una scelta ponderata e dettata dal rispetto verso i colleghi che ho avuto l'onore di rappresentare per un quarto di secolo”, il commento di Salvi, secondo il quale “oggi, purtroppo, in Generali le condizioni per un confronto serio, sereno e costruttivo con la nostra rappresentanza sindacale non esistono più”. Salvi, in particolare, dice di aver “sempre e solo chiesto alla controparte rispetto per il ruolo che rappresento, non per la mia persona. Ma quando vengono meno entrambi, il confronto perde senso e diventa doveroso fermarsi. Nel momento in cui capisci che la compagnia vuole calpestare la dignità di chi rappresenta, pensi di togliere la tua presenza a quei tavoli. Non è questione di orgoglio, ma di dignità: una rappresentanza che accetta di essere svalutata e svuotata del proprio ruolo smette di essere utile ai propri colleghi. Anche la compagnia perde qualcosa: una voce critica è la possibilità di essere davvero migliore”.
Ad ogni modo, la direzione di Generali Italia sarà presente alla prossima assemblea generale del gruppo agenti, che si svolgerà dal 21 al 23 novembre nell'Isola di San Servolo a Venezia. Nella tre giorni di lavori agenti e mandante dibatteranno sui temi legati al proprio futuro professionale. Saranno presenti anche i partner commerciali della Gaat Service: Chubb, Uca Assicurazioni, Revo, Wallife, Assigeco.
DA GENERALI ITALIA "RISPOSTE DAI TONI INACCETTABILI"
Ma cosa ha reso, nel dettaglio, così complessi i rapporti tra Salvi e Generali Italia? Secondo il presidente del Gaat, Il punto più critico è stato raggiunto prima della pausa estiva, “quando la mia contrarietà alla proposta di una drastica e retroattiva riduzione degli incentivi ha ricevuto una risposta dai toni inaccettabili. Avevo inoltre espresso perplessità – aggiunge – sulla revisione, oltretutto a ridosso di fine anno, di un prodotto strategico come GeneraImpresa, segnalando i possibili disagi operativi per colleghi e clienti. Questo mio dissenso, legittimo e motivato, è stato definito in uno scritto ‘al limite del lecito’. Chi rappresenta i colleghi non può essere etichettato in questo modo solo per aver espresso opinioni e per aver esercitato il proprio ruolo di tutela”.
SCOMPARSE 80 AGENZIE GAAT
A questa situazione si aggiunge poi il fatto che oltre 80 agenzie del Gaat non esistono più. “Un numero che conferma le mie preoccupazioni – sottolinea Salvi – nonostante la dichiarata qualità delle relazioni della compagnia con le agenzie facenti capo al modello professionale. Avevo precisato formalmente a Generali già nel giugno del 2024 che "la mia presenza a quei tavoli non deve essere e non è quindi per allinearmi o subire politiche poco mirate ad un modello distributivo professionale che in Generali è oggi particolarmente trascurato. Si privilegiano infatti le agenzie ‘strutturate’ (sostenute da ‘consistenti’ aiuti: incentivazioni, etc.), si guarda alla vendita massiva nel vita o nel retail, realizzabile appunto solo con sottoreti di vendita ben strutturate e finanziate. I risultati di quelle agenzie basate invece sul lavoro personale arduo e prezioso sono considerati quasi con sufficienza: non in linea con il modello di compagnia”.
Secondo Salvi, questo sistema ha indebolito un modello di agenzia “storicamente solido e radicato”. Generali Italia, “tra qualche anno, sono certo che rimpiangerà il valore che ha contribuito a disperdere. Ritengo che non sia una scelta strategica né politica lungimirante, soprattutto considerando la nota (e sistemica) difficoltà nel trovare giovani disposti a intraprendere questo mestiere. Più di ottanta agenzie che non esistono più – sottolinea Salvi – danno ampia ragione al mio allarme, ma nulla o poco è cambiato da allora. Anzi, si sono aggiunti toni e comportamenti sempre più intransigenti nei miei confronti. Chi rappresenta i colleghi non può accettare di essere etichettato come "al limite del lecito" solo perché esprime dissenso motivato e documentato. Libertà di parola e ruolo sindacale non sono negoziabili”.
VALUTARE LA POSSIBILITA' DI UNA RAPPRESENTANZA UNICA
Per Salvi, negli ultimi anni, la rappresentanza “si è progressivamente svuotata di significato”. Il meccanismo che prevede la presenza simultanea di otto presidenti di gruppo su uno stesso tavolo “rende impossibile una dialettica reale. Non è – osserva Salvi – una questione di persone, ma di sistema: il confronto si è ridotto a una sequenza di posizioni formali, priva di quella coralità e concretezza che dovrebbero animare la voce comune degli agenti. Non intendo più prestarmi a un meccanismo che rischia di ridurre la nostra funzione a una mera ratifica di decisioni già prese. Dopo 25 anni di seria rappresentanza sindacale non intendo permetterlo. Per cambiare rotta occorre fermarsi e riflettere”.
Secondo Salvi, la strada per tornare a un dialogo alla pari passa anche attraverso una riflessione sul modello di rappresentanza. “Forse – aggiunge – è tempo di valutare l'idea di una rappresentanza unica, come già avvenuto in altre realtà del settore, evitando la frammentazione attuale. Oggi non credo che gli agenti Generali possano permettersi il lusso di sette gruppi agenti separati con il rischio di indebolire la voce dei colleghi."
"ORGOGLIOSO DEL PERCORSO COMPIUTO"
Il Gaat ritiene necessaria una nuova stagione di dialogo “trasparente e autentico”, che riporti le persone e la rete al centro delle strategie evitando che vengano schiacciate dal peso di procedure sempre più complesse e vincolanti. “È più che mai il momento di affermare con chiarezza, dentro e fuori la compagnia, che qualunque governance, attuale e futura, dovrà riconoscere e valorizzare ciò che gli agenti rappresentano, senza mai ridurre questo patrimonio a una mera logica finanziaria o a modelli estranei alla storia e all'identità della categoria”.
Il presidente del Gaat si dice “orgoglioso del percorso compiuto, dei risultati condivisi e delle battaglie condotte insieme a tanti colleghi leali e appassionati” e conclude dicendo: “forse appartengo a un'altra epoca, quella in cui rappresentare significava anche combattere per ciò che era giusto. Oggi nel mondo Generali sembra prevalere un tempo di rappresentanze più docili, che confondono il timore di alzare la voce con l'equilibrio e la pace perenne con la soluzione dei problemi. Ma la storia insegna che la condizione della categoria migliora solo a seguito di battaglie nobili e difese coraggiose”. Salvi esce di scena, ma continuerà la sua attività di militanza per gli agenti: “le battaglie per la categoria non finiscono qui e anzi continuerò a combatterle con la stessa libertà di sempre e con ancora maggiore determinazione”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
