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Per cambiare servono principi che non cambiano

La nuova edizione delle sette regole per avere successo di Stephen R. Covey, a distanza di 25 anni dalla prima pubblicazione

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La persona arriva prima del manager. Se è vero che l’uomo deve saper adattarsi al cambiamento, approccio che in psicologia è noto come situazionismo dinamico, è però fondamentale che, in primis, lo sappia intercettare e attivare. Il motore del cambiamento è, quindi, l’uomo, inteso non nel suo isolamento pragmatico, ma come un soggetto che unisce il proprio realismo relazionale in un contesto di affermazione o vittoria pubblica. 

Ed è a partire dall’inusuale binomio tra pragmatismo e centralità dell’uomo che risuonano ancora attuali, a distanza di 25 anni, i concetti espressi dal grande pensatore Stephen R. Covey nella nuova edizione di The 7 habits of highly effective people. Nell’era in cui, sul piano personale, molti si sentono esauriti e, sul piano collettivo, stiamo letteralmente esaurendo il pianeta, occorre ripensare alcuni modelli culturali e psicologici. 

Nessuna scorciatoia ai valori della vita 
Occorre intervenire a partire da principi dai confini sempre più sfumati, con sette regole per avere successo.  La prima incita a essere proattivi, ossia quella capacità di controllare l’ambiente circostante e non adattarsi a questo. I manager, quindi, devono cambiare paradigma per creare situazioni favorevoli e affrontare i diversi contesti. Segue il principio di leadership personale: cominciare pensando alla fine, focalizzando l’attenzione sull’obiettivo e agendo con il massimo dell’efficienza. Qui entra in gioco anche la terza regola, ossia dare precedenza alle priorità. E a partire da queste, il quarto assunto di base è pensare win/win: un atteggiamento che implica l’esercizio di ciascuna facoltà umana, autoconsapevolezza, immaginazione, coscienza e volontà autonoma, nelle relazioni con gli altri. Comporta mutuo apprendimento, mutua influenza e mutui benefici. Ma per farlo bisogna prima cercare di capire e poi farsi capire (quinta regola). In situazioni di interdipendenza molti fattori si intrecciano nella sfera di coinvolgimento. Perciò quando si ottiene una comprensione reciproca si aprono le porte a soluzioni creative e a terze alternative. 

E proprio imparando a lavorare in sinergia (sesta regola), si ottiene la cooperazione creativa. Collaborando per un obiettivo comune si consegue molto più di quanto si otterrebbe operando in maniera indipendente. Infine, risulta fondamentale apprendere dalle nostre esperienze. Affilare la lama per l’auto-miglioramento continuo è la chiave di volta per affrontare le sfide e aspirare ad alti livelli di successo. Corvey, però, negli ultimi anni di vita ha messo in guardia su un tema critico: “sono troppi coloro, e temo che diventino sempre di più, che cercano una scorciatoia ai valori della vita”. 

Per questo appare fondamentale rimanere ancorati ai sette principi ogni giorno. In definitiva, per vivere il cambiamento dobbiamo avere principi che non cambiano.

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