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Rischiosità in Europa, male l’Italia

Secondo il Supply chain index di Qbe, il Belpaese è al quattordicesimo posto su venti Paesi europei analizzati

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Il rischio cyber è l’unico che non desta preoccupazione in Italia. I primi risultati del Supply chain index di Qbe mostrano un Paese a medio-alta rischiosità. L’analisi ha riguardato 15 paesi: Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, Svizzera, Lussemburgo, Austria, Germania, Irlanda, Belgio, Francia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Italia e Grecia. Le aree di rischio sono cinque: economia (evoluzione congiunturale), infrastrutture (livello necessario alle imprese), cyber (rischio informatico), ambiente (esposizione a eventi naturali potenzialmente pericolosi per l’impresa) e politica (stabilità istituzionale). Nella graduatoria finale l’Italia si è posizionata nella parte bassa della classifica, al quattordicesimo posto. In particolare, figura al quindicesimo nella categoria di rischio infrastrutturale, al quattordicesimo in quella economica e al tredicesimo nelle categorie ambientale e politica. Brilla solo il quarto posto nel rischio cyber. I paesi che sono soggetti a minore rischiosità sono Paesi Bassi, Svizzera, Svezia, Lussemburgo e Danimarca.

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