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Pensione agenti: lieto fine grazie all’Ania

Vi racconto una bella favola, a lieto fine.  
C’era una volta…  … una  terribile crisi economica che investe l’intero pianeta. La politica italiana sta cercando di correre ai ripari, seppur con grande ritardo. I sacrifici richiesti alla nostra nazione sono tanti e pesantissimi.  Tra i più sentiti  – sicuramente – ,  emerge  lo spostamento in avanti dell’età pensionabile. La vita media si è allungata di molto, le speranze di vita, ad esempio  per noi donne, si valutano attorno agli 85 anni. La situazione sociale sta diventando insopportabile.  Le gravi conseguenze sono impietose e sotto gli occhi di tutti.   

All’aspetto esistenziale  di una vecchiaia che avanza nel tempo, e che non sempre può dare serenità, si unisce la paura dell’indigenza, la mancanza dei mezzi di sostentamento. Concetto ampiamente condiviso un po’ da tutti gli italiani.

 Anche nel settore assicurativo  la scure delle nuove disposizioni di legge si  abbatte senza pietà.  Il 6 dicembre 2011, il Governo Monti ha varato la riforma della Previdenza, contenuta nel c.d. Decreto “Salva Italia”. Era indispensabile  accelerare i principi già contenuti in precedenti riforme.

L’Europa incalza.  I nuovi requisiti di accesso alle prestazioni nel regime obbligatorio,  dal 1°/1/2012,  sono più elevati  rispetto al regime previgente.  In particolare il diritto alla pensione di  vecchiaia  si acquisisce al raggiungimento di un requisito minimo di età, ora fissato in 66 anni per gli uomini e 63anni e 6 mesi per le donne lavoratrici autonome e le iscritte alla gestione separata  (agenti di assicurazione). 

Entro il 2018, l’età del pensionamento per le donne arriverà progressivamente sino  ai 66 anni.  La pensione di anzianità, ossia quella prevista  al raggiungimento delle quote legate alla somma dell’età anagrafica con quella contributiva, è stata sostituita dalla pensione anticipata, alla quale si potrà accedere con 42 anni e un mese di contributi INPS per gli uomini,  e 41 anni e un mese per le donne, indipendentemente dall’età.  Inoltre tutti i requisiti, sia anagrafici che contributivi, subiranno ulteriori incrementi, in ragione dell’aumento della speranza di vita media, il primo dei quali, già nel 2013, sarà pari a tre mesi. L’obiettivo è quello di giungere comunque nel 2021 ad un’età pensionabile per tutti non inferiore ai 67 anni. 

Salvo ulteriori “ interventi ”…. Le disposizioni contenute nella citata Riforma, pur non riguardando direttamente la previdenza complementare, producono delle conseguenze riflesse nel regime di  “secondo pilastro”, per effetto del principio contenuto nell’art. del DLgs 252/05, recepito nello  Statuto   del  Fondo Pensione Agenti di Assicurazione, nel quale si legge  che le prestazioni pensionistiche complementari   “non possono essere liquidate prima della maturazione dei requisiti di accesso alle prestazioni stabilite nel regime obbligatorio di appartenenza.” 

A titolo di cronaca, alla fine del 2011, gli agenti   “iscritti  contribuenti”  erano 16.461, di cui 16.183 in attività.   Tra gli iscritti   n o n    pensionati,   figurano 13090 maschi e  3.314 femmine.  Nel 2007 gli agenti paganti erano 17.996. Sono importanti,  per l’equilibrio attuariale del Fondo, le adesioni di nuovi agenti  e di questa sensibilizzazione il  Consiglio di Amministrazione  se ne fa ampiamente carico.  Ho voluto inoltrarmi nei  particolari,  per far meglio comprendere la situazione che si è venuta a creare  all’interno del Fondo Pensione con le nuove disposizioni di legge.   Molti agenti vedranno sospesa l’erogazione della  pensione del Fondo,  sino a quando la stessa non verrà liquidata dall’Inps, aggiungendo che non ci sarà più il contributo,  in quanto è scaduto il 65° anno. 

A questo punto accade qualcosa di eccezionale …. La favola prende  forma… Lucio Modestini  –  Presidente del Fondo Pensione -  al suo quarto mandato,  con l’entusiasmo che gli proviene dal  “credere”  in ciò che fa e con le indiscusse  reali capacità che ha da sempre  dimostrato, prende tra le mani il problema  del  decreto “Salva Italia” , decidendo  di coinvolgere   tutti i componenti del  Consiglio di Amministrazione, che è composto  da agenti  ma anche  dai rappresentanti  delle Imprese (Ania).  In particolare a  questi ultimi trasmette le proprie  preoccupazioni e alla loro consumata professionalità  “consegna” le possibili soluzioni individuate.  

I rappresentanti dell’Ania,  hanno compreso tutta la gravità della situazione all’interno dello specifico problema.   Nel labirinto di una crisi, dove  “tutti” discutono, si infervorano con le ambiguità delle parole, a volte  solo espressioni di vuota retorica, dove  sono difficili  le decisioni risolutive verso coloro che vengono colpiti dai provvedimenti,  accade esattamente il contrario: le persone che rappresentano l’Ania  all’interno del  c.d.a.,    si sono fatti carico del   n o n facile compito di trasferire all’Esecutivo della Confindustria assicurativa  la grave situazione, che andrebbe a colpire non meno di 400/500 agenti ogni anno…. Cosa hanno riferito alla loro sede istituzionale, non è dato sapere.  Questo è il piccolo mistero della fiaba…  Ma certamente hanno saputo creare una situazione di grande positività. 

Ed ecco il  “ lieto fine”:  il presidente dell’Ania Aldo Minucci, unitamente al proprio Esecutivo, hanno deliberato (17 aprile 2012), di dare al Fondo Pensione un ulteriore contributo, per ogni singolo agente, che andrà ad incappare nelle maglie del D.L.  “Salva Italia”,  dopo il compimento del 65° anno di età e sino all’anno del pensionamento “compreso”.    

Ci risulta inoltre che, nell’incontro formale, tra Aldo Minucci e Lucio Modestini, i due presidenti abbiano simpatizzato. A questo punto l’esborso dell’Ania sarà gravato,  oltre la  normale  quota già prevista dall’Ana 2007,  da un  ulteriore versamento di circa 1500 euro per ogni agente che si troverà nella situazione su esposta. La Confindustria assicurativa  interviene generosamente,  con  risorse economiche certamente importanti. Felicemente sorpresa:  di norma vedo ogni giorno, in Italia, tra le Imprese più grandi  “non” di questo settore, esattamente il contrario. 

L’atteggiamento dell’Ania e del suo nuovo presidente, è  un fatto straordinario e di indiscussa sensibilità, non solo per lo sforzo obiettivo,   ma anche e soprattutto, per  l’attenzione dimostrata nei confronti della categoria agenziale.   Dopo anni di chiusura a qualsivoglia dialogo,  è lecito sperare che questo diverso modo di porsi da parte del neo presidente Minucci,  sia un piccolo-grande segnale per  un futuro migliore.  La favola è finita.  Grazie dr.Minucci: gli agenti di assicurazione italiani, più fortunati di  altre categorie, ringraziano! 

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