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L’Isvap modifica i profili tariffari

L’Isvap, dopo circa nove anni dall’ introduzione della prima indagine statistica riferita alla R.C. auto, in virtù della evoluzione del parco auto, nonché degli effetti che le nuove  tipologie di assicurati possono arrecare alla politica tariffaria imposta dalle imprese di assicurazione, ha ritenuto fosse  giunto il momento di ampliare il numero dei “profili”tariffari,  portandoli  da  4 a 11. 

Gli stessi  saranno oggetto di future indagini,  per  allinearli alle mutate condizioni del mercato. Si parte dalla tariffa in vigore al 1° aprile 2012 che, con  la nuova normativa, obbliga le   compagnie ad inviare alla stessa Isvap le tabelle richieste  entro il 20 maggio 2012,  le quali sono … omissis…  “pregate, nel calcolo delle tariffe, di neutralizzare gli effetti derivanti dall’eventuale utilizzo di ulteriori elementi di personalizzazione tariffaria non previsti nella definizione delle undici tipologie,  oggetto della presente indagine.” 

Nella sostanza,  le compagnie hanno l’obbligo trimestrale di inviare all’Istituto di Vigilanza i costi tariffari RCA in base al nuovo sistema. Sino ad oggi,  rammentiamo, i profili sui quali poggiavano le “indagini” erano quattro.  Le modificazioni  dell’ultimo decennio di questo mercato non sono trascurabili, ad incominciare dal decreto Bersani,  e reputo che l’Isvap, elevando il numero dei possibili “profili”, intenda così  spalmare la  visione di una  società in trasformazione, per imporre alle  imprese  l‘elaborazione di tariffe meno onerose.   

Noto, inoltre, come  l’indagine miri a far emergere   le differenze che possono apportare veri risparmi al costo della polizza. Tra gli ulteriori sette  “profili” scelti, sui precedenti quattro,   emerge in più parti il sesso del guidatore (maschio o femmina). Questo viene rimarcato a parità  di età, cilindrata auto e alimentazione. In altre parole, si cerca di individuare, a mio parere,  la differenziazione di guida  tra uomo e donna.  

Statistiche già esistenti,  hanno  messo in luce  la maggiore attenzione e concentrazione e,  quindi, i  minori incidenti, se alla guida dell’auto c’è una donna, quale che sia l’età. Tutti siamo coscienti che le compagnie hanno ottimi ricavi sulla RCA, malgrado affermino il contrario.  Certo ci sono le frodi, per le quali però  la Confindustria assicurativa non si è mai impegnata seriamente a dare battaglia, a denunciare agli organi preposti tutte le nefandezze che investono questo settore. Gli ordini di scuderia sono quelli di “pagare” il sinistro, anche quando è in odore di bruciato …;  ci pensano le riserve e gli aumenti tariffari a recuperare il mal tolto! Sappiamo quanto esose siano le politiche delle imprese su alcuni “profili” e Province …. A tale proposito è sufficiente scorrere lo stivale da Firenze in giù. Così incaute da far seriamente supporre,  ai bene informati,  che l’obiettivo strategico sia quello di “eludere” scientificamente l’obbligo a contrarre. 

E la mutualità? Cosa ne pensa l’Isvap? Quali i rimedi? Le sanzioni  servono a poco e ho il ragionevole dubbio che anche queste vengano ricaricate sugli ignari assicurati!  Sono circa nove anni che le associate Ania subiscono il controllo tariffario trimestrale, ma non mi pare emergano grandi benefici per la collettività. Le tariffe, nell’ultimo quinquennio,  hanno subito aumenti a due cifre  e gli italiani continuano a soggiacere.  Sono  certa che l’Isvap sia assolutamente consapevole della situazione di stallo nella quale  si ritrova il mercato assicurativo, dei costi spropositati  ….  salvo “abbassarli”,  a parità di rischio, zona e assicurato con il proprio  captive “on line “;  ma la cosa più grave è che, in molti casi (leggasi soprattutto telefoniche), il contratto d’assicurazione non possiede quella adeguatezza e trasparenza imposta dal Regolamento 5/2006.  

Controlli? Sono scettica  e non credo che questo nuovo modus operandi attuato dall’Istituto di Vigilanza possa verosimilmente modificare lo status quo,  a favore della  pluralità degli italiani. Tutti parlano, dissertano …  di  fatti ne vedo pochini…. Vorrei anche aggiungere che inventare “ragioni” per non fare nulla,  circa l’attuale situazione del settore RCA,  ma anche in altri, non è solamente dispendioso ma è anche una cattiva politica a lungo termine. Da quanti anni? 

Ci sono prove sempre maggiori che gli effetti corrosivi che proietta l’oligopolio Ania su questo settore, Istituzioni comprese,   (leggasi decreto “liberalizzazioni” e Art. 34, quasi fantozziano nella sua concezione primaria e secondaria, e nella sua  impossibile e inutile  applicazione …), getteranno un’ombra sull’economia del comparto per gli anni a venire, come lo è stato per il passato. 

Ogni volta che qualche esperto  comincia a spiegare al volgo  quanto il “deficit” R.C.A   pesi sui bilanci delle compagnie, bisogna ricordare a costoro, al managemant delle compagnie e all’Isvap che il problema più grande non sono le presunte perdite, ma la mancanza di cambiamento, di concorrenza, di trasparenza. Tutto questo parlare di RCA non va nella direzione del mutamento, della volontà di affrontare concretamente i grandi problemi,  ma appare come vi fosse la volontà di evitarli, di trovare la solita via di fuga facile e inutile: per tutti. 

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