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La sicurezza stradale si impara a scuola?

Il Presidente dell’Ania Aldo Minucci prosegue nel suo   n o n   facile percorso alla guida della Confindustria assicurativa, presidenza che ha avuto inizio pochi mesi orsono, con iniziative di grande interesse sociale.  

Tramite la Fondazione Ania, è stato organizzato un corso teorico/pratico sulla sicurezza stradale, in tutta la Provincia di Napoli. Fondazione costituita nel 2004,  sempre da lui presieduta   e fortemente voluta da tutte le associate,  con il preciso scopo di contribuire a ridurre il numero e la gravità degli incidenti stradali.   

Il tour  nelle scuole napoletane, al suo epilogo,  ha coinvolto studenti del quarto e quinto anno delle medie superiori, con l’obiettivo di sensibilizzare i giovani che devono sostenere gli esami per il conseguimento della patente B. Nel 2010 sulle strade della Provincia di Napoli hanno perso la vita 97 persone (contro i 132 del 2009), di cui l’8,2% erano ragazzi trai 14 e i 17 anni e 31 tra i 18 e i 29 anni. Siamo tutti consci che una cattiva guida, oltre al terribile dramma, causa alla collettività (dato nazionale) qualcosa come 20.000 casi di invalidità all’anno. Elemento sul quale urge una serissima riflessione. L’ultima tappa di questo road show, è stata organizzata a Sant’Antimo (Na), presso l’Istituto “Moscati”. Corso teorico/pratico sulla sicurezza stradale, tenuto da psicologi, esperti di guida sicura, ed esponenti dell’Arma dei Carabinieri, che affiancano la “Fondazione”  nell’iniziativa.  

Un progetto ambizioso, che risponde alle giuste necessità di educare i giovani ad un corretto uso dei mezzi di locomozione. La causa maggiore degli incidenti stradali, soprattutto in certe zone d’Italia,  proviene dalla mancanza di rispetto delle regole  dettate dal Codice della Strada, che diventa per alcuni  un “optional” al quale raramente  si fa riferimento. 

La situazione è tanto più grave in quanto, non di rado, esiste la insana consapevolezza di voler violare tutte le regole, andando contro corrente: nessun senso di responsabilità e  maturità, mancanza di un sano spirito di conservazione,  desiderio di trasgressione,  in una sorta di ultima sfida all’esistenza e alla vita, in  una torbida miscela di velocità, alcol, droghe. Uno sconfortante atteggiamento dei nostri giovani, che potrebbe essere spiegato solo dal “vuoto”  di valori e costumi  di una società che nulla offre alla gioventù, se non poche e rare occasioni  occupazionali e pessimi esempi. 

Questa lodevole iniziativa dell’Ania, si colloca all’interno del sistema paese e vuole incidere sul tessuto sociale del meridione, per buona parte lasciato a se stesso. Il corso si svolge in due fasi: lezioni teoriche e lezioni pratiche. Le prime mettono in evidenza il diverso e variegato uso dei “sensi” quando ci si trova alla guida di un mezzo a motore, i tempi di reazione corporea e di concentrazione quando si è al volante. Inoltre per coinvolgerli ulteriormente,  in una sorta di concreta terapia d’urto, ai giovani studenti hanno fatto provare degli occhiali  “particolari” ,  che hanno ben  simulato uno stato cerebrale offuscato, facendo loro  ben  comprendere  “cosa”  e   “quali”   reazioni il fisico subisce  quando si guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, come dice in gergo,  “sotto sballo”. 

La seconda fase, la parte pratica, si è svolta in modo egregio grazie ad un apparecchio che mostra come sarebbe la guida vera, accompagnati da un pilota che entrava nel merito delle diverse manovre, con particolare attenzione ai casi di reale emergenza. 

Tutti gli alunni hanno provato il “simulatore” di guida e a tutti è stata data la possibilità, attraverso registrazione e password, di svolgere un percorso di guida on-line che si trova sul sito “neopatentati.it”. Esistono anche i premi.  Chi tra gli studenti avesse ottenuto il miglior punteggio, diciamo l’alunno/guidatore migliore, a spese Ania, avrebbe trascorso un’intera giornata sul circuito di Misano Adriatico, provando di persona,  quanto eseguito con tale apparecchio. Divertimento e impegno per tutti gli studenti di  questo serissimo corso di bon ton automobilistico. Il più bravo? Luigi CARNEO, che a luglio riscuoterà il suo meritato ”primo posto”,  mettendo in pratica, su un circuito vero, ciò che ha imparato virtualmente. Il progetto della Fondazione Ania, ben articolato, ci sorprende positivamente e siamo a conoscenza che esiste già un progetto per  traslarlo su tutte le Province italiane. I dati sui sinistri in nostro possesso mettono in rilievo l’importanza vitale di  iniziare, finalmente,  ad acculturare  i cittadini, iniziando dalle scuole. E speriamo non ci si fermi solo alla ”guida sicura”, pur importantissima.   Sarebbe auspicabile che il concetto di  assicurazione entrasse a testa alta nelle scuole, di tutti gli ordini e gradi, al fine di spiegare  all’italiano, la insostituibile valenza dell’assicurazione anche nella vita di tutti i giorni.  

La  conoscenza  è un veicolo importantissimo per scongiurare guai maggiori, anticipando, se del caso – con corsi mirati – il conseguimento dell’abilitazione alla guida. Spalmare sulla gioventù le dovute difese, spiegando le possibili conseguenze della loro immaturità e del desiderio di provare tutto e subito, daranno risultati soddisfacenti e ben diversi da quello che può produrre una qualsiasi “scuola guida”. Il principale veicolo formativo, lo ribadiamo,  è e resta la scuola.   Auspichiamo che per l’Ania questo sia solo l’inizio. Non sottovalutiamo certo, i risvolti di questa iniziativa che, a nostro parere,  mette in luce  un importante  primo passo verso la salvaguardia e la protezione dei nostri figli e nipoti, sensibilizzandoli al tema della “sicurezza e della guida responsabile”, al fine di sconfiggere  un triste primato, un fenomeno che giorno dopo giorno procura più vittime di una guerra. 

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