Insurance Trade

Approvato il “contratto” integrativo dei Gruppi Aziendali Gam e Magap, Milano Assicurazioni

Devo ammettere che non tutte le novità, in questo particolare momento, sono sgradevoli.
Le circostanze che hanno dato origine alla notizia, sono note: i Gruppi Aziendali della Milano Assicurazioni,  “Gam” -  presieduto da Dario Piana e “Magap” -   presieduto da Francesco Saverio Bovio, di recente, hanno voluto incontrare  la direzione di Fonsai/Unipol. Gli incontri sono iniziati in forma abbastanza serrata e discreta, sin dalla fine del 2012.  Obiettivo: rinnovare il fatidico accordo integrativo, meglio conosciuto come quello della “fidelizzazione” tra agenti e compagnia, peraltro tanto chiaccherato.
La situazione era abbastanza ingarbugliata e si prestava ad analisi severe. Quel contratto integrativo, valutato con coscienza e senza pregiudiziali, avrebbe potuto anche offendere gli “animi onesti”. 
Era un patto di non  belligeranza che andava a premiare, consenzienti gli agenti, dai quali è stato  personalmente firmato per accettazione, consci  di “derogare” alla legge 40, la c.d. “Bersani”, nonché  ad altri vantaggi dell’ANA 2003. 
In altre parole la compagnia premiava  la “fedeltà” …. ma ad un prezzo morale alto. Contro un incremento provvisionale di un 1%, erogato sui rami elementari e sulla Rc auto (questo era l’appeal più consistente), veniva in qualche modo schiacciata l’immagine stessa dell’intermediario e  scippata la sua autonomia imprenditoriale.  Credo sia il caso di sorvolare sulle possibili  reazioni del personale ispettivo di direzione,  per coloro che non avessero gradito sottoscrivere…  
All’aumento provvisionale andava inserito un allungamento del piano di rivalsa:  chi doveva saldare entro sei anni, questi diventavano nove; i nove anni,  dodici; i dodici anni, diciotto. Ove però l’agente, ripensandoci, avesse voluto ottemperare a un suo diritto, sottoscrivendo con altra impresa un nuovo mandato  agenziale, entro  trenta giorni  dalla sottoscrizione dello stesso,  avrebbe dovuto rendere   la quota di rivalsa sino ad allora dilazionata, alla direzione dell’impresa. Al particolare e gentile “agreement”, erano – in compenso -  stati aumentati gli interessi previsti dall’Ana.  Dal 3% al 3.50%, ovviamente composti. 
Dulcis in fundo:  la compagnia, sempre sulla scia delle c.d. legge Bersani, con il suddetto accordo  sottoscritto quasi totalmente da tutti gli agenti, addebitava gli storni provvisionali sui contratti  che gli utenti andavano a disdire anzitempo, autorizzati dalla legge 40/2007. 
L’accordo imprese/agenti (ANA 2003), all’art. 9  - II° comma – lettera b) -   recita testualmente che: “la refusione non è dovuta quando lo scioglimento della polizza avviene per sopravvenute disposizioni legislative e provvedimenti amministrativi …. Omissis…”. 
Per il  il Sindacato Nazionale Agenti, rammento,  è stato argomento che ha creato  feroci discussioni, posizioni diverse a tutti i livelli;  lo  Sna  si è sempre dichiarato contrario  che i vari Gruppi  “accedessero”  a questa imposizione;  i Gruppi  Gam e Magap hanno cercato di arginare questo fiume in piena, con un accordo a latere, dove l’addebito dello storno in parola era stato, diciamo, “congelato”,  e questo sino al 31/12/2012, a patto  che l’agente fosse rimasto “fedele” alla propria bandiera!
Erano altri tempi.   Altri presidenti colloquiavano con il vecchio management dell’impresa. I conti gestione agenziali  incominciavano a lanciare “segnali” di difficoltà.  Ciliegina sulla torta: il mercato era stato invaso e, ahimè, influenzato, a tutto tondo, dalla “ scuola” di quel certo “ signor Gavazzi”, a tutti ben noto. 
Il mio pensiero è diverso. 
La fedeltà che le compagnie desiderano dagli agenti italiani, andrebbe conquistata sul campo e non può essere merce di scambio!  La libertà, per tutti,  non  dovrebbe avere un  prezzo. Forse, dico forse, a molti dirigenti sfugge il concetto  che gli agenti vivono   “s o l o”    di provvigioni e che, per gli stessi,  diventa difficile poter rinunciare ad assumere nuovi affari o, addirittura, vedersi stornare pacchi interi di portafoglio, acquisito con tanta fatica. Addio, in molti casi, alla mutualità, zoccolo duro del concetto assicurativo.  E allora? A male estremi, estremi rimedi. 
Lo ha risolto – in parte – il Governo Monti, legiferando sulla collaborazione tra agenti: A con A è possibile e auspicabile. Aiuta l’intermediazione a non perdere affari e quindi soldi, e il  mercato a farsi una sana concorrenza . Ecco perché la “fedeltà”va conquistata, ripeto, sul campo!!!
Si cambia “brand” ; non è la prima volta che lo sottolineo:  per molti agenti è un passo sofferto, durissimo. Nuovo l’habitat, i dirigenti, i colleghi, i prodotti, gli strumenti, i budget. Tutto cambia, tutto finisce ma, per fortuna, tutto ricomincia.
E’ qui inizia la bella novella. 
 Gli organi esecutivi di Gam e Magap, unitamente alla direzione generale della Milano Assicurazioni, hanno rielaborato totalmente il nuovo accordo integrativo che si presenta, quindi, come un piccolo capolavoro, dove tutta l’argomentazione è subordinata allo scopo di “accogliere”  nel limite del possibile, le richieste dei Gruppi Aziendali  e ci sono tutte,  e allargare il fronte della produttività agenziale, rendendo  professionalità e  lavoro delle reti più efficace.
I vantaggi ottenuti sono rivolti a tutti gli agenti, senza discriminare chi di loro e monomandatario e chi pluri. 
Sono stati azzerati tutti gli storni (ex Bersani) , a patto che la cifra di addebito rientri nella media nazionale della compagnia, mentre nel caso  questa media venisse superata, si procederà all’addebito “solo” per la cifra che eccede. Inoltre c’è la possibilità che gli stessi vengano valutati da una Commissione istituita  ad hoc, paritetica.  Quindi, rifacendosi anche a recenti sentenze, deve essere dimostrato che la causa dello “storno”  è imputabile esclusivamente all’agente.
Ho voluto sentire, dalla viva voce del  vice presidente Sna, Giorgia Pellegrini, che è anche componente della Giunta del Gruppo Aziendale Gam, Milano Assicurazioni, le sue impressioni sull’accordo integrativo appena siglato con la compagnia , la quale testualmente  risponde  :  …”Tutto si è concluso come speravo. Una direzione generale cosciente dei tempi che cambiano e disponibile a confrontarsi con gli agenti, nell’interesse reciproco delle reti e della compagnia stessa. Nessuna pregiudiziale è mai stata evidenziata! “…   
Ciò crea un valore particolare e quasi una giustificazione, persino ad alcune posizioni oggi per noi inammissibili. I tempi sono cambiati, la globalizzazione incombe anche in questo settore.
L’impressione è che ci sia stata una regia egregia da parte del “director manager” che le ha condotte;  concessioni astute fatte con spirito molto realistico, agli “avversari” ma anche agli amici poco convinti, allo scopo di ottenere la necessaria larga adesione alla tesi essenziale della necessità che nella società civile, già così martoriata, prevalga un clima di collaborazione e tolleranza. 
La dottrina della “collaborazione”, in un comparto diviso e dilaniato dalla crisi, è del tutto nuova per il Gruppo Fonsai/Unipol e per molte altre holding. Personalmente ritrovo nella realtà stessa di questo accordo e nel suo futuro   sviluppo,  la molla del rinnovamento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

👥

I più visti