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Un’eccellenza del Gruppo Generali, Simgenia Sim, chiude i battenti…

Simgenia Sim vede la luce circa dieci anni or sono, nel 2003, dopo un profondo riassetto, durato  quattro anni, delle reti di promotori finanziari del gruppo Generali: Prime Consult Sim, Ina Sim, Altinia Sim, tutte aggregate  in Banca Generali.
La sua presenza sul mercato, tra il 2004/2005, viene fortemente incrementata con una raccolta cash di tutto rispetto, andando ad occupare posizioni importanti nel mondo finanziario. Banca Generali  e le sue controllate (tra le quali Simgenia Sim) nel 2006 è foriera di ottimi risultati e dati contabili, che favoriscono l’atteso debutto in borsa delle sue azioni. Nel giugno 2009 la partecipazione e il controllo di Simgenia Sim viene acquisito dalle compagnie del Gruppo Generali (Generali, InaAssitalia, AlleanzaToro, Fata), sotto il controllo e direzione della capogruppo. Simgenia appare al mondo finanziario come una realtà dinamica, piena di sprint e con buoni profitti, che sa valorizzare sinergie precise, obiettivi ambiziosi,  grazie ad una rete di “promotori finanziari” di primissimo piano (quasi tutti “anche” agenti di assicurazione), offrendo alla propria clientela fiducia, trasparenza e servizio. Accanto a questo rapporto personale e stretto con la rete agenziale, Simgenia offre alla clientela anche la possibilità di scegliere come rimanere sempre informato e aggiornato sul suo investimento, grazie all’integrazione con internet. Un servizio costante, di buona qualità, 24 ore su 24. 

Questa Sim nasce con una precisa “mission”, quale è lo stile di Generali e del suo Gruppo: offrire al cliente serietà e competenza nella gestione del proprio patrimonio, grande o piccolo che sia. In altre parole, gli agenti di assicurazione di Generali, AlleanzaToro, Fata e InaAssitalia, hanno efficacemente integrato il servizio assicurativo con reali soluzioni finanziarie e bancarie, che scaturiscono non solo da una ferrea formazione professionale, ma anche da un sistema, ormai istituzionalizzato, di attente analisi sulle reali esigenze del proprio cliente/assicurato. A loro disposizione un’ampia offerta ben diversificata di prodotti, affiancando alle loro proposte, il know how globale del Gruppo Generali. 

Tutta questa profusione di sforzi e di professionalità, che hanno condotto Simgenia a traguardi di notevole prestigio e visibilità, viene improvvisamente e inaspettatamente a cessare. Il direttore generale di Simgenia  e la direzione commerciale di Assicurazioni Generali – Italia,   c o m u n i c a n o    alla Banca d’Italia, al mercato finanziario, alle reti di vendita delle  compagnie di gruppo, al mercato finanziario, la recente delibera del C.d.A. della Sim, avvenuto ai primi di aprile, che annuncia il proprio “de profundis”, quindi la decisione di chiudere l’attività  entro la fine di dicembre 2013. Decisione con risvolti seri e difficili da decifrare. Le ragioni potrebbero essere molteplici: ad esempio, gli sforzi operativi ed economici, senza un vero “ritorno”. A mio parere la sintesi del problema è che Simgenia non è stata in grado di realizzare un concreto sviluppo commerciale. Sviluppo peraltro non in linea “anche” con gli obiettivi richiesti dagli Organi di Vigilanza. A tutto ciò, vanno aggiunti risultati economici di scarsa soddisfazione, proprio sul fronte del business auspicato.

Per non creare disagi ancor più gravi alle “reti” dei promotori/agenti, la direzione generale della Sim garantirà la “normale”  operatività, sino alla fine del prossimo giugno. Dopo tale data sarà monitorata solo l’attività post vendita. Ovvie le operazioni di trasferimento (switch), garantendo, sempre grazie alle “reti” agenziali, la normale attività di assistenza alla clientela. Risulta inoltre che i rapporti contrattuali Sim, in essere con i promotori/agenti, inizieranno a essere disdettati dal prossimo maggio. Spetta al management di Generali il compito di informare tutte le reti delle quattro compagnie, sulle operatività e le regole, non semplici, da seguire in questo frangente. Questo farebbe ipotizzare come Generali non abbia alcuna intenzione di perdere la clientela acquisita nell’area finanziaria. Il segreto del “recupero”, potrebbe estrinsecarsi sul  come deviare un nuovo auspicato vento, verso il ramo vita. Recupero non facile  anche alla luce di un mercato stagnante e in piena recessione. 
Come rimediare a questa imprevista cessazione sarà argomento sottoposto ad attento esame delle commissioni preposte: un tavolo di confronto e lavoro con Banca Generali e gli agenti/promotori, per valutare possibili soluzioni, che appaiono  difficili e di scarse speranze.

Tutto questo baillame piomba sulla scrivania degli agenti di Generali (e non solo), come una bomba a ciel sereno. La reazione dei promotori/agenti è immediata. La notizia non è proprio gradita e crea  un forte malumore. Rammarico sulla sostanza e sulla forma usata nei confronti dell’organo esecutivo del Gruppo Aziendale; i dirigenti della compagnia non hanno inteso analizzare in anteprima alcuna soluzione alternativa, né discutere del problema. Le revoche dei mandati sono in spedizione, la crisi che incombe non agevola la situazione agenziale, creando sicuramente un serio danno economico, sulle già scarse risorse dell’intermediazione, senza trascurare il pesante danno di immagine. La delusione è palpabile e le lamentale si fanno sempre più cupe. Che fine farà il portafoglio clienti che la stessa rete agenziale ha sviluppato e  ben custodito, in questo decennio di attività? Banca Generali avrà la volontà, in questo caso,  di derogare eccezionalmente alle proprie strategie di Gruppo? 

Pare evidente che le rimostranze degli agenti/promotori, oggi di Generali (e domani?), si attesti al non voler abbandonare il loro ruolo professionale, dopo i grandi sforzi profusi in formazione e pianificazione organizzativa, con aggravio anche economico. Perché dovrebbero rinunciare ad operare nel finanziario? Potrebbe essere possibile collaborare con altre Sim? Non sarebbe giusto che la compagnia derogasse al concetto di esclusiva  o di possibile conflitto di interessi? Perché una rete così concretamente fedele, dovrebbe pagare uno scotto tanto alto? 

Si può notare come il Ceo Greco, in meno di un anno dalla sua entrata nel Gruppo, abbia dichiarato “guerra” al vecchio sistema, andando a toccare punti chiave sensibili, non solo per gli agenti.  Anche le reti delle altre compagnie di Gruppo sono sotto pressione e non nascondono preoccupazione e nervosismo. A tutto il 2012 il loro trend professionale, seppur oberato da obblighi e obiettivi stratosferici, navigava in un oceano tranquillo, nessuno temeva onde anomale. Il 2013 si è aperto all’insegna di una concreta rivoluzione, strategica e tattica.
L’altra parte dell’intermediazione italiana, che ha sempre guardato all’intero mondo Generali come a un’oasi solida,  sempre coerente con i propri obiettivi globali e forse anche con un pizzico di invidia, oggi resta basita. Generali Italia, come tutto il mercato sa, ha sempre fatto scuola, imposto modelli.
E allora? In questo mondo assurdo e di difficile accettazione, tutto cambierà? Ma come? 

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