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Sanità complementare, le proposte di Aiba

Ricevuta in audizione alla Camera, l'associazione dei broker caldeggia la costruzione di un sistema che, indipendentemente da meccanismi di adesione collettiva o individuale, consenta analoghe garanzie ai cittadini

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Creazione di un secondo pilastro di assistenza sanitaria complementare, uniforme e accessibile a tutti i cittadini; abbattimento della divisione tra fondi collettivi e fondi individuali; creazione di un sistema fiscale incentivante all'ingresso. 

Questi i punti essenziali per una riforma della sanità integrativa secondo Aiba, ricevuta ieri in audizione dalla commissione Affari sociali della Camera. Aiba ha sottolineato l'urgenza di un secondo pilastro complementare che possa risolvere gli attuali problemi del sistema italiano, caratterizzato da una spesa sanitaria privata tra le più alte in Europa, "a segnalare una vera criticità del principio del diritto universale alle cure a cui si accompagna una difficoltà di accesso a sistemi complementari". 

Per l'associazione dei broker, occorre definire un perimetro di assistenza sanitaria complementare che, indipendentemente da meccanismi di adesione collettiva o individuale, consenta analoghe garanzie. In questo sistema, però, le assicurazioni e le altre forme di erogazione e distribuzione devono sottostare alle medesime regole, mentre oggi i soggetti che non fanno parte del settore assicurativo sono privi "di una seria ed efficace regolamentazione, a partire dal mondo delle società di mutuo soccorso". 

Si impone quindi la revisione delle norme che regolano le azioni dei vari partecipanti al mercato, per consentire a tutti di attenersi a un piano regolamentare unico e coerente, "a differenza di quanto avviene oggi". Per migliorare la trasparenza, poi, occorre rendere accessibile e consultabile l'anagrafe dei fondi gestita dal ministero della salute;  mentre riguardo a fondi, casse e mutue che operano in modo collettivo ai sensi dell'articolo 51 comma 2 lettera a) del Tuir, da Aiba arriva la sollecitazione ai soggetti erogatori di un miglioramento della qualità dei servizi e di una progettazione di prodotto "sostenibile e innovativa", nell'ambito di un controllo che spetti totalmente all'Ivass.

Le riflessione e le proposte di Aiba scaturiscono da alcuni dati noti e dall'impressione che il Servizio sanitario nazionale debba fronteggiare sfide sempre più impegnative, a partire dalla questione demografica. In Italia la speranza di vita per gli uomini è la più alta d'Europa dopo la Svezia (80,3 anni) e la terza dopo Francia e Spagna per le donne (84,9 anni). Un fatto è anche l'aumento delle cronicità delle patologie, di cui soffre circa il 40% della popolazione italiana, e tra queste delle multi cronicità. 
"Inoltre - chiosa Aiba -, si rileva una disomogeneità di assistenza sanitaria ai cittadini per effetto della regionalizzazione dei relativi servizi con effetti diversificati. All'innalzamento nel tempo dei Lea, si è assistito negli anni a una ridotta capacità di garantire adeguati, uniformi e soprattutto tempestivi livelli di assistenza pubblica sul nostro territorio. Queste le principali cause del sempre più elevato ricorso da parte dei cittadini all'assistenza privata".




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