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Rapporto sugli investimenti immobiliari del sistema previdenziale italiano

Elevati margini di crescita per la previdenza complementare privata

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Gli investimenti immobiliari incidono sul totale del patrimonio previdenziale italiano per il 21,2%, rispetto alla media europea del 10%, per un totale di 23,4 miliardi di euro. Si è aperta con questo dato di partenza la presentazione del primo Rapporto sugli Investimenti Immobiliari del Sistema Previdenziale Italiano" realizzato da TRE, Tamburini Real Estate, laboratorio di consulenza strategica ed economica sul real estate.

Nel dettaglio, dal report emerge che 18,8 miliardi di euro sono investimenti immobiliari diretti (pari al 17,05% del patrimonio totale) e 4,6 miliardi riguardano fondi di investimento immobiliare (pari al 4,2% dell'asset allocation totale e a circa un quarto dell'immobiliare complessivo). La previdenza pubblica, fra investimenti diretti ed indiretti, alloca in immobili circa il 60% del patrimonio, al netto dei crediti; la previdenza obbligatoria privata intorno al 30%; la previdenza complementare privata, solo il 6,6% sul totale investito.
Attualmente gli Enti previdenziali pubblici stanno implementando le dismissioni del patrimonio disponibile - pari ad un valore stimato di 1,65 miliardi di euro - per eliminare i cespiti la cui gestione è divenuta antieconomica e al contempo stanno cercando di valorizzare il patrimonio rimanente anche attraverso l'esternalizzazione della gestione ad operatori specializzati. Anche le Casse e gli Enti di previdenza privatizzati stanno attuando un analogo processo di dismissione del patrimonio considerato inefficiente, e piani di ristrutturazione e ricomposizione dei portafogli che prevedono l'investimento in cespiti atti a garantire una maggiore redditività, come ad esempio complessi direzionali, commerciali, alberghieri o polifunzionali.

Su questo punto Daniela Percoco, director di TRE, ha sottolineato come l'attuale "rivisitazione della normativa cardine in materia di investimento per i fondi pensione (D.M. 703/1996), porterà la previdenza complementare ad una sempre maggiore, ma controllata e consapevole, gestione del rischio e diversificazione dell'asset allocation attraverso strumenti e veicoli innovativi ed investimenti alternativi, quali i fondi immobiliari, le SIIQ, i fondi infrastrutture, e per le energie rinnovabili".
Complessivamente la fotografia scattata da TRE mostra l'ampiezza del potenziale di crescita di queste nuove tipologie dell'investimento in real estate e in particolare nei settori che costituiscono un volano per lo sviluppo sociale ed economico dei territori.

Un altro aspetto analizzato dal rapporto è stato quello della diversificazione geografica dei fondi pensione negli investimenti immobiliari, in Italia pari al 2% contro una media europea del 35%. Come ha chiarito Cristiano Ronchi - Director of investments di Cordea Savills, "gli americani sono stati i primi 20 anni fa, nei diversi paesi europei si sono avuti approcci diversi però tutti mostrano l'intenzione di percorrere questa via. È evidente che la diversificazione geografica, oltre che allargare in maniera rilevante la base immobiliare in cui investire, contribuisce a ridurre la volatilità di portafoglio e ad abbassare il livello di rischio complessivo rispetto ad allocazioni mono-Paese".

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