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I rischi per le città del futuro

Un report dei Lloyd’s analizza i nuovi rischi che a cui saranno sottoposte le metropoli, in un mondo sempre più urbanizzato

I rischi per le città del futuro
Nel 1950 circa un terzo della popolazione mondiale viveva in aree urbane, attualmente è più o meno la metà, e ne 2050 ci si attende che i due terzi degli abitanti del Pianeta abiteranno all’interno di città più o meno grandi. La tendenza in atto vede diventare le città come motori dell’economia globale. Ed è dedicato proprio alle metropoli l’ultimo report dei Lloyd’s dedicato sulla correlazione tra città e rischio, intitolato “Costruire un futuro resiliente per i centri urbani mondiali”. La ricerca è stata pubblicata in collaborazione con Urban Foresight e con l’università di Newcastle. Utilizzando quattro tendenze globali, il rapporto analizza i rischi che interessano le città in questo momento e nel prossimo futuro, e in che modo queste minacce influenzeranno le aree urbane.
Lo studio, spiegano i Lloyd’s, mira ad aiutare gli amministratori delle città e i gestori del rischio, nonché gli assicuratori e gli intermediari, a comprendere i rischi che influenzeranno la progettazione e la funzione delle città nei prossimi decenni, fornendo informazioni su come queste minacce potrebbero essere ridotte e su come le autorità locali e gli assicuratori stanno e potrebbero collaborare per farlo. Il rapporto sottolinea il ruolo che l’assicurazione può svolgere nell’aiutare le amministrazioni locali a trasferire i rischi e come i dati e i diversi approcci assicurativi possono più in generale aiutare le città a sostenere migliori decisioni di gestione del rischio.
Citando i dati elaborato dal McKinsey Global Institute, il report evidenzia che le grandi città attualmente rappresentano circa il 75% del Pil mondiale, e si prevede che questa percentuale possa salire a oltre l’85% entro il 2030. La tendenza all’inurbamento della popolazione con una conseguente maggiore concentrazione di risorse economiche, stanno anche portando a un aumento degli impatti e delle perdite derivanti da potenziali disastri.
Sebbene l'urbanizzazione si sia verificata su base irregolare, ogni regione del mondo ha visto un aumento della popolazione urbana negli ultimi decenni. L’indice della popolazione delle Nazioni Unite prevede che la popolazione mondiale raggiungerà gli 11 miliardi entro la fine di questo secolo. Oggi, le regioni più urbanizzate sono concentrare soprattutto nel Nord America (82% della popolazione che vive in aree urbane nel 2018), l’America Latina e i Caraibi (81%), l’Europa (74%) e l’Oceania (68%). Almeno mezzo miliardo di persone in più vivrà nelle città nel 2025 rispetto al 2019. Africa e Asia ospiteranno l'86% dei nuovi cittadini urbani.
Il rapporto presenta sette casi di studio: Londra, New York, Miami, Città del Messico, Johannesburg, Riyadh e Shanghai. Queste città hanno le caratteristiche di altre metropoli in tutto il mondo e vengono utilizzate per dimostrare questioni globali e apprendimento incrociato. I casi di studio servono anche come scenari per comprendere come vengono gestiti e mitigati i rischi specifici a livello di città.
La pandemia di Covid-19 ha acuito l'attenzione del mondo sulla capacità delle città di resistere agli impatti dei rischi sistemici come le pandemie, evidenziando le caratteristiche che contribuiscono a una maggiore resilienza e una maggiore vulnerabilità. Il nuovo coronavirus ha anche messo a fuoco gli impatti che i rischi sistemici possono avere sulle nostre aree urbane, con gravi conseguenze economiche e sociali che si estendono in tutto il mondo.


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