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Rc medica e Rc auto a confronto

Il tentativo di rapportare la responsabilità sanitaria all’auto è limitato dalla diversa esperienza nella misurazione dei rischi. È necessario anche per il settore medico avere a disposizione modelli affidabili

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L’articolo 10 dalla legge Gelli sancisce l’obbligatorietà per le strutture sanitarie di sottoscrivere idonee coperture assicurative ovvero di dotarsi di mezzi e strumenti per l’adozione di analoghe misure (la cosiddetta autoassicurazione). Tanto la formalizzazione della possibilità per le strutture sanitarie di porre in essere l’autoassicurazione, quanto le modalità operative con cui i decreti attuativi della legge normeranno tale facoltà, sono alcuni dei punti più caldi e dibattuti della novità normativa. È quindi naturale interrogarsi sul perché sia stata formalizzata tale possibilità. Una motivazione va ricercata nella significativa diffusione del fenomeno autoassicurativo; tale diffusione è a sua volta motivata dalla vacanza di un’offerta assicurativa concorrenziale.

Un divario metodologico evidente
La volontà del legislatore di equiparare il livello di tutela del terzo danneggiato da errore medico al terzo danneggiato dalla guida di un veicolo deve però scontare il costo della significativa distanza tra l’offerta assicurativa attuale in ambito Rc auto e in ambito Rc medica. Se infatti la prima è ormai arrivata a livelli concorrenziali significativi, la seconda è ancora ai blocchi di partenza, e le poche coperture proposte vengono spesso percepite dagli assicurati come troppo onerose. Questo ha portato le strutture sanitarie ad adottare la pratica autoassicurativa, e ha ridotto nel tempo l’entusiasmo nei confronti di talune specialità mediche (e.g. ginecologia) per le quali la copertura assicurativa risulta particolarmente gravosa. È quindi naturale interrogarsi sulle motivazioni della distanza esistente tra il mercato assicurativo Rc auto e Rc medica, oltre che sull’asimmetria della prescrizione normativa che obbliga le strutture sanitarie a sottoscrivere una copertura assicurativa ma non obbliga le compagnie a garantire un’adeguata offerta al mercato.

Pochi dati per il pricing
Le ragioni sono sostanzialmente di carattere statistico. Il premio di una copertura assicurativa, infatti, altro non è che la rappresentazione dei possibili esborsi che la compagnia dovrà sostenere nel periodo di validità della copertura assicurativa. Tale rappresentazione viene realizzata con modelli matematici che possono, in linea di principio, essere estremamente evoluti e in grado di recepire le specificità dei rischi assicurati. Nel caso della Rc auto vengono utilizzati modelli matematici sofisticati (modelli lineari generalizzati) che riescono a recepire la segmentazione del collettivo assicurato in sottogruppi di sinistrosità omogenea. La diffusione di tali modelli ha reso possibile l’attuale offerta assicurativa, estremamente competitiva e personalizzata. Tali modelli sarebbero in linea di principio utilizzabili anche per il pricing Rc sanitaria. Questo però solo in linea di principio in quanto, nei fatti, non sarebbe oggi possibile la cosiddetta calibrazione del modello, ossia la personalizzazione del modello teorico sulla base del campione statistico, cioè di quell’insieme di osservazioni della realtà che riescono a rappresentarne adeguatamente le specificità. La qualità, numerosità e la struttura del campione statistico sono prerequisiti fondamentali perché si possa sintetizzare correttamente la realtà attraverso il modello. In caso di indisponibilità di un campione statistico robusto è necessario utilizzare modelli teorici o simulazioni che coinvolgano la competenza specifica di esperti del settore (c.d. expert opinion), ovvero procedere per analogia assimilando il fenomeno oggetto di analisi ad altri ritenuti simili da un punto di vista di rilevanza statistica. È evidente che tali elementi introducono necessariamente distorsioni nei risultati prospettici, e che tali distorsioni sono difficilmente controllabili o misurabili.
 Nel caso del rischio med-mal, tale aspetto è particolarmente significativo per il contenimento dei costi assicurativi, in quanto i flussi di cassa derivanti da errore sanitario sono sensibilmente influenzati dalle caratteristiche della struttura sanitaria in cui il professionista sanitario opera, nonché dalla natura delle prestazioni erogate dal professionista stesso.

Perché la Rc sanitaria è più cara
Attualmente le compagnie assicurative, purtroppo, non dispongono di elementi statistici adeguati per la calibrazione di modelli matematici sofisticati e sono ben lontane dalla possibilità di utilizzare modelli lineari generalizzati. Complice anche la segmentazione regionale della gestione sanità, è estremamente difficoltoso l’accesso a banche dati nazionali e omogenee, e ancor più difficoltosa è la segmentazione dei dati disponibili in funzione dei diversi risk drivers. In tale contesto, le compagnie assicurative italiane devono necessariamente adottare approcci semplificati e/o approssimazioni. In linea generale è necessario fare ricorso ad approcci quali/quantitativi che di fatto determinano il “costo equo” di una copertura utilizzando modelli matematici calibrati sulla base della sinistrosità della singola struttura (se disponibile), di benchmark di sinistrosità della compagnia e di correttivi basati su considerazioni di carattere qualitativo relative alla struttura organizzativa oggetto di quotazione. Inoltre, vi è una significativa disomogeneità in termini di disponibilità di dati, non solo a livello regionale, ma anche al variare della tipologia di struttura. Se infatti le strutture pubbliche, o comunque accreditate a erogare prestazioni con il Ssn, hanno precisi obblighi di reportistica imposti dal ministero della Salute, e quindi possono, al minimo, fornire registrazioni statistiche relative alla loro sinistrosità, strutture private e poliambulatori spesso non dispongono nemmeno di tali informazioni. In tale contesto, una compagnia di assicurazione deve in primis attribuire una valenza non trascurabile ai correttivi basati sulla expert opinion che renda conto di analisi qualitative relative alla robustezza della struttura organizzativa oggetto di assicurazione. Sulla base, poi, della disponibilità della compagnia di dati (nazionali o internazionali) di sinistrosità di strutture omologhe a quella oggetto di quotazione viene effettuata una stima dei costi. Tale stima non può evidentemente non includere un margine di sicurezza significativo che renda conto, oltre che di scenari catastrofali, dell’incertezza della base di calibrazione dei modelli utilizzati.

Va risolta l’asimmetria sull’obbligo di assicurazione
Tutto questo spiega perché ci siano tali e tante differenze tra le quotazioni di un medesimo rischio effettuate da diverse compagnie di assicurazione, nonché la diffusa percezione di eccessiva onerosità dei costi assicurativi attuali.
Perché la legge Gelli possa trovare adeguata attuazione è evidentemente necessario porre da subito rimedio a tale situazione mettendo le compagnie di assicurazione in condizioni di determinare i premi assicurativi sulla base di dati statistici robusti, omogenei per le diverse tipologie di struttura sanitaria e per collocazione geografica. Quando questo diverrà realtà sarà possibile eliminare l’asimmetria dell’obbligatorietà assicurativa attuale introducendo, quindi, l’obbligo per le compagnie a contrarre, oltre che quello delle strutture ad assicurarsi. In tali condizioni il mercato diverrà realmente competitivo,e questo a sua volta ridurrà il ricorso alla pratica dell’ autoassicurazione da parte delle strutture sanitarie. A questo scopo Cineas ha avviato un tavolo di lavoro che si propone di facilitare il contatto e lo scambio informativo tra mondo sanitario e mondo assicurativo. L’autrice del presente articolo coadiuva i lavori di suddetto tavolo, che è composto da rappresentanti della sanità pubblica e privata, da professionisti attivi a vario titolo in ambito sanitario e da rappresentanti del mondo assicurativo (società di brokeraggio in primis). Si rimanda all’articolo in cui il Emanuele Patrini, coordinatore del tavolo, esplicita i dettagli delle attività avviate (articolo che verrà pubblicato su Insurance Daily di domani, mercoledi 24 maggio).

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