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Tornano i pirati?

Nell’ultimo periodo pare verificarsi una recrudescenza degli attacchi di pirateria nel Golfo di Aden: oltre alle forme di difesa diretta codificate da contratto, è importante poter contare su una polizza all risks

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Alcune notizie delle ultime settimane hanno riportato di attualità un fenomeno che sembrava aver subito un drastico ridimensionamento. Le cronache hanno riferito di una ripresa degli attacchi di pirateria marittima nel Golfo di Aden, con almeno cinque episodi che hanno visto l’intervento della marina cinese e indiana. L’oil tanker Alheera è stato attaccato lo scorso aprile al largo delle coste dello Yemen, e la fregata cinese Hengyang ha risposto alla richiesta di soccorso proveniente dalla nave intervenendo e facendo fuoco all’indirizzo degli assalitori, mettendoli in fuga. Qualche giorno prima la marina militare cinese era intervenuta per respingere l’assalto a un’altra nave da carico. Agli attacchi nell’area del Golfo di Aden si aggiunge l’assalto alla nave Doña Anabelle al largo delle Filippine, anche in questo caso con l’intervento della locale marina militare. La ripresa delle attività è stata da alcuni spiegata con un certo rilassamento nelle misure di prevenzione perché, in considerazione del costo rilevante e del fatto che negli ultimi anni il numero di attacchi si era ridotto drasticamente, alcuni armatori hanno ridimensionato la presenza di soggetti armati a bordo delle navi e l’uso di scorte.
I nuovi attacchi si spiegano probabilmente anche e soprattutto alla luce del fatto che la Somalia attraversa un periodo di instabilità ancora più grave del passato, acuita da una carestia che ha reso drammatica una situazione giunta già allo stremo. È probabile dunque che nuovi episodi si verifichino in futuro, con la necessità di tenere la guardia alta. È noto che lo strumento adottato nel mondo dello shipping per prevenire fenomeni che negli anni scorsi avevano raggiunto dimensioni preoccupanti è la presenza di soggetti armati a bordo delle navi. Questa soluzione ha determinato questioni delicate e di difficile gestione: basti pensare al ruolo del comandante, alla necessità di calibrare l’impiego dell’uso della forza, di selezionare adeguatamente i soggetti dei quali gli armatori si avvalgono. Lo strumento contrattuale elaborato per disciplinare l’impiego di guardie armate a bordo è il Guardacon, predisposto da Bimco congiuntamente con rappresentanti del mondo armatoriale, assicurativo, P&I e legale. Si tratta di un contratto-tipo dettagliato, che indica (tra l’altro) gli standard ai quali devono attenersi i Contractor (Pmsc) con riguardo a copertura assicurativa, permessi e licenze, e contiene una disciplina particolarmente dettagliata con riguardo a responsabilità e poteri di controllo del comandante e third-party liability.
Per quanto riguarda invece la copertura assicurativa delle merci trasportate, va evidenziato che i rischi di piracy sono inclusi esclusivamente nell’ambito della copertura offerta dalle Icc (A), che corrispondono alla copertura ormai tradizionalmente definita come all risks, mentre le Icc (B) e (C) non si estendono ai rischi di pirateria.

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