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Se il gatto non è più “res”: riflessioni sul sentire di società e diritto

Le semplici storie di tre gatti sono esemplificative di come l’evoluzione della coscienza comune spesso sia in grado di far mutare la percezione di alcuni eventi anche nel mondo del diritto, introducendo elementi di valutazione “sensibile” che vanno oltre le definizioni di legge

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Vagando (come ci capita talvolta in orari inusuali) tra le notizie "on line" del sito del Corriere della Sera, leggiamo questa notizia: "È stato necessario fermare per qualche minuto l'intenso traffico lungo l'autostrada A4 per recuperare una gattina finita sulla corsia di sorpasso. La micetta di quaranta giorni, terrorizzata, era appiccicata allo spartitraffico di cemento, mentre a pochi centimetri dai suoi baffi sfrecciavano auto e camion. È accaduto sabato pomeriggio sulla Milano-Venezia, all'altezza dell'autogrill di Rovato (Brescia). La gattina è stata recuperata da un volontario dell'associazione guardie ambientali di Bergamo".
Il racconto prosegue: "A notarla è stato Filippo Grigis, un volontario dell'ente, che stava viaggiando verso Brescia. Con la coda dell'occhio ha notato qualcosa muoversi a fianco dello spartitraffico. Ha subito capito che si trattava di un gatto, si è fermato dopo due chilometri in una piazzola d'emergenza, ha chiamato il 113 mentre correva con il cuore in gola laddove aveva visto la micia. Era ancora lì. Nel frattempo la polizia stradale di Brescia, assieme al personale della Società autostrade, ha fermato il traffico per qualche minuto, permettendo a Filippo di raggiungere il felino. La micia - probabilmente abbandonata in campagna - era terrorizzata, piena di pulci, con un'infezione ad un occhio. Ma le sue condizioni sono complessivamente buone. È stata ribattezzata «A4». E sono già tantissime le richieste d'adozione".

Le regole e il sentire comune
Una storia a lieto fine che ci ha indotto una riflessione e un ricordo.
La riflessione attiene non tanto alla semplicità di un gesto (l'intuizione di una anomalia sulla carreggiata) e sulla portata delle conseguenze, se vogliamo inusuale (arresto del traffico veicolare per soccorrere la gattina).
Ci interessa di più rilevare come la nostra società manifesti con i gesti della vita il livello delle sue sensibilità: non è stata posta in discussione la classificabilità della situazione come emergenza da gestire, con l'impiego di mezzi e costi sociali per salvare l'animale; non è stata considerata l'anomalia di una sospensione della circolazione demandata da regolamento solo alle situazioni di emergenza reale e di pericolo per l'utente della strada.
La piccola gattina induce la collettività (sia chi si sente in dovere di chiamare le forze dell'ordine per bloccare la circolazione, sia chi, leggendo la notizia come ci è capitato, approva il gesto e la deroga alle normative per salvare l'animale da sorte tragica) a manifestarsi per quelle che sono le sue sensibilità e le sue priorità: spinge l'interprete ad andare oltre le regole della legge e del diritto.

"Res" o bene affettivo?
Così subentra il ricordo di una recente sentenza pubblicata dal tribunale di Milano (sezione 10 civile - giudice Damiano Spera, del primo luglio 2014) ove l'autore di un gesto vandalico contro due gattine è stato punito con il risarcimento non solo di tutte le spese veterinarie sostenute dalle padrone degli animali offesi, ma anche con il risarcimento del danno morale per la lesione del "bene di affezione".
Anche in questo caso, le regole del diritto dovrebbero indurre l'interprete (il giudice) a risarcire il solo danno materiale derivato dal costo delle spese di cura, indotte dall'aggressione a quello che il nostro ordinamento considera una semplice "res", un bene che consiste nel suo semplice valore economico di acquisto o di mantenimento.
Ma la percezione della sofferenza può risiedere anche nel valore non intrinseco della cosa, ma nella traslazione affettiva e di sensibilità che una società attribuisce ad un bene, rendendolo diverso da altri ed elevandolo così ad una richiesta di maggior tutela verso chi con lo stesso bene ha una relazione affettiva che merita protezione.

Se la deroga alle regole serve per migliorare
Il gesto violento e gratuito (ferire due gattine con un'arma ad aria compressa) e la conseguente sofferenza delle anziane proprietarie dei due animali, ci portano ad un finale diverso dalle regole ordinarie del diritto o, come nella notizia giornalistica, dalle leggi che regolano la circolazione sulle autostrade, per elevarci oltre la semplice risposta ordinaria delle regole, permettendoci di sorpassarle e superarle, sentendoci autorizzati a farlo in nome di un limite non condiviso dal sentire sociale.
La proiezione di una simile deroga alle regole è, se vogliamo, in certe vicende l'impulso che una società trova in sé stessa per crescere e migliorare le leggi di convivenza che si è data.
La sentenza del tribunale di Milano costituisce così, in fondo, la traduzione di un sentimento collettivo che, nella sua materialità di cifre, si risolve nella condanna dell'autore del gesto offensivo al risarcimento del danno morale (pari ad alcune migliaia di euro) a favore delle proprietarie anziane degli animali, lese in un valore affettivo di rilevanza sociale.

Filippo Martini, Studio legale Mrv

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