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Assicurazioni per lo spazio, possibilità di mercato

Il lancio di satelliti in orbita bassa offre nuove opportunità per il settore: dalla sottoscrizione di polizze catastrofali alla definizione di nuove politiche assuntive, passando per l’efficientamento della gestione sinistri e per l’elaborazione di innovative soluzioni assicurative

Assicurazioni per lo spazio, possibilità di mercato hp_vert_img
Eccoci alla terza puntata di questo approfondimento sul tema di assicurazioni e spazio. Abbiamo già parlato delle cosiddette regine di tutte le polizze, quelle a garanzia della corretta messa in orbita alta (32mila km da terra) dei satelliti geostazionari per le telecomunicazioni e delle missioni spaziali con equipaggio o meno. 
Gran parte dei lanci effettuati sono tuttavia finalizzati alla messa in orbita bassa (tra 300 e 1000 km da terra) di satelliti per l’osservazione della Terra (OdT), per usi militari, per geolocalizzazione, per esperimenti scientifici o, come avvenuto di recente, per creare un network wifi fruibile in tutto l’orbe terracqueo (vedi il progetto Starlink della SpaceX di Elon Musk, messo a disposizione degli ucraini per il conflitto in corso). Non a caso il Pnrr ha stanziato oltre due miliardi di euro per lo spazio: 880 milioni via Asi e 1,3 miliardi via Esa per la costellazione Iride, cui si aggiungono quasi altri tre miliardi di progetti già stanziati per l’OdT con il fine di monitorare i cambiamenti climatici, contrastare il dissesto idrologico e gli incendi, tutelare le coste, monitorare le infrastrutture critiche, la qualità dell’aria e le condizioni meteo. Tutti elementi che hanno un evidente rapporto con le assicurazioni.

L’OSSERVAZIONE DELLA TERRA
Oggi, alla guida del Centro europeo per l’osservazione della Terra (Esrin) dell’Agenzia spaziale europea c’è Simonetta Cheli, cosa che testimonia il ruolo importante dell’Italia nei progetti aerospaziali europei. A livello operativo, l’Esrin, il centro Esa di Frascati, deve garantire il buon funzionamento dei satelliti di osservazione della Terra dell’agenzia nell’ambito delle missioni scientifiche Explorer e della famiglia Copernicus, assicurare la gestione di grandi volumi di dati anche a lungo termine e il pieno accesso di queste informazioni agli utenti. 
Il noto progetto Copernicus ha come principale obiettivo quello di garantire all’Europa una indipendenza nel rilevamento e nella gestione dei dati sullo stato di salute del pianeta, supportando le necessità delle politiche pubbliche europee attraverso la fornitura di servizi precisi e affidabili sugli aspetti ambientali e di sicurezza. Tra le applicazioni dichiarate “prioritarie”, ci sono la gestione dei disastri naturali, il monitoraggio degli oceani, della vegetazione e dell’atmosfera. Ma lo sviluppo del progetto prevede che Copernicus ricopra un ruolo importantissimo anche in altri ambiti, da quelli relativi ai cambiamenti climatici alla protezione civile e lo sviluppo sostenibile (fonte Asi). Il tavolo della valorizzazione del progetto Copernicus, brillantemente coordinato dal prof. Andrea Taramelli dell’Ispra, ha la finalità di dare ampia diffusione alle molteplici potenzialità di questo progetto.

LE OPPORTUNITÀ PER LE ASSICURAZIONI
Eccovi un accenno di come sono e potranno essere utilizzati da parte degli assicuratori (e dintorni) i dati e le immagini che ci provengono da queste costellazioni di satelliti. Sarà una carrellata veloce e sintetica su un’infinità di utilizzazioni in costante evoluzione: sono alcuni dei progetti e delle start up della cosiddetta new space economy, di cui si parla molto, in particolare al Politecnico di Milano e su Geosmart Magazine.
Questi satelliti sono chiaramente muniti di apparecchiature fotografiche e di rilevazione molto sofisticate, che rendono possibile vedere oggetti anche molto piccoli ed estrarre dati sulla natura del suolo e della vegetazione con grande precisione. Inoltre, nel loro incessante orbitare, generano delle utili sequenze temporali che consentono di monitorare nel tempo i cambiamenti sul nostro pianeta. La loro successiva elaborazione da parte di aziende specializzate consente di: 
a) aumentare l’abilità di sottoscrivere rischi catastrofali, di effettuare dei controlli periodici per programmare interventi di prevenzione, di disporre di dati statistici e informazioni tecniche ben oltre la propria specifica esperienza. Ad esempio, il monitoraggio continuo dallo spazio dello stato delle principali infrastrutture (dighe, ponti, viadotti, grandi fabbricati, aree soggette a frane o terremoti) potrà (e avrebbe potuto) limitare i danni che hanno colpito nel recente passato queste opere, causando anche molte vittime innocenti. 
Un’attività da menzionare è il servizio fornito dalla romana Gmatics a una nota utility per monitorare, con l’ausilio delle immagini satellitari e dell’intelligenza artificiale, l’eccessiva crescita degli alberi ad alto fusto in prossimità delle linee di alta tensione. Questo innovativo controllo, fatto in precedenza ogni due anni con gli elicotteri, ha drasticamente abbattuto tempi e costi. Un’altra suggestiva iniziativa è quella denominata Saturnalia, che pubblica, sulla base delle rilevazioni e complessi algoritmi, un bollettino sulle previsioni della qualità dei grandi vini da collezione. 
La e-GEOS, società controllata da Telespazio e partecipata dall’Asi, con i satelliti della costellazione italiana Cosmo Skymed, muniti di una speciale tecnologia di rilevamento radar che consente l’osservazione costante, anche con cielo nuvoloso, controlla dal centro di Matera anche il traffico marittimo ed è in grado di segnalare alle autorità competenti in tempo reale se le navi gettano in mare rifiuti o prodotti chimici inquinanti o svolgono attività illecite;
b) definire le politiche assicurative sui rinnovi delle coperture e sulle ritenzioni di determinati rischi, nonché fare utili previsioni sulla base dei dati storici. Il rapido cambiamento climatico ha generato un’inaspettata progressione nella frequenza e intensità dei sinistri catastrofali, scardinando le consolidate previsioni attuariali. L’analisi costante di questa progressione consente agli assicuratori di rimodellare rapidamente le strutture dei programmi assicurativi.
Le immagini provenienti dai satelliti, opportunamente elaborate, evidenziano anche molte criticità prima del tutto ignorate, quali ad esempio il costante cedimento del suolo di Venezia, di grandi parti di Città del Messico, i cosiddetti sinkhole di Roma e gli effetti diretti e indiretti di importanti sinistri avvenuti ovunque nel mondo, come gli incendi in Amazzonia. La multinazionale Serco in Italia ha realizzato una piattaforma denominata Onda che mette a disposizione degli utenti l’incredibile massa di dati provenienti dai satelliti Copernicus;
c) garantire una gestione sinistri più veloce e accurata, potendo contenere, nei limiti del possibile, il costo dei sopralluoghi in loco e agevolando i controlli sulle denunce fraudolente. È stato possibile individuare i relitti di aerei precipitati in zone poco abitate o delimitare con grande precisione le aree colpite da terremoti o altri gravi eventi meteorologici.
d) individuare, in ambito agricolo, le aree e le coltivazioni da assicurare, ad esempio con le polizze parametriche, e determinare quelle eventualmente colpite da incendi o altri fenomeni atmosferici, con evidente contenimento dei costi assuntivi e di gestione dei sinistri;
e) elaborare coperture assicurative particolari, come weather & contingency, che fanno largo uso di algoritmi e dati meteo provenienti dall’elaborata osservazione della Terra. È una specializzazione della Satec Underwriting, parte del gruppo Cattolica-Generali, che sottoscrive più di 70 milioni di premi nel ramo citato e nello space e aviation.
Sono comunque i grandi riassicuratori europei, quali Munich Re, Swiss Re e i Lloyd’s, a fare un uso ragionato dei dati generati dai satelliti OdT. Ci vuole una notevole specializzazione tecnica per saper leggere ed elaborare le immagini disponibili e combinarle con le esperienze sinistri. È noto che sono questi riassicuratori a dettare legge sulle politiche assuntive dei grandi rischi catastrofali. Ma è ora che anche le compagnie assicurative italiane apprendano rapidamente come trarre vantaggio dall’ampia gamma di possibili applicazioni offerte dall’osservazione della Terra.

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