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Osservatorio auto Aiba, cala del 4,4% il premio medio Rc auto

Presentati ieri a Milano i dati dello studio, realizzato dall’associazione degli intermediari e da Innovation Team. Il dato lordo scende a 589 euro e migliora il combined ratio (92,1%: il migliore degli ultimi 20 anni). Tuttavia, secondo il presidente Carlo Marietti Andreani, questi dati apparentemente positivi sono determinati da fattori contingenti

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Nel 2013 le tariffe Rc auto sono calate del 4,4%, determinando un premio medio lordo di 589 euro. Questo il dato principale dell'Osservatorio auto Aiba 2014, lo studio realizzato annualmente dall'associazione dei broker di assicurazione, che quest'anno è stato realizzato in collaborazione con Innovation Team che è stato presentato ieri a Milano dal presidente di Aiba, Carlo Marietti Andreani, e dal direttore generale di Consap, Paolo Panarelli. I dati mostrano una riduzione tariffaria che ha interessato l'Italia da nord a sud, con diminuzioni più accentuate nelle aree considerate a maggior rischio, come Bari (dove si è avuto un calo del 12,1%), Palermo (-11,3%) e Napoli (-11,1%), a cui seguono Bologna (-10,3%), Verona (-9,8%) e Trento (-8,6%). Buone notizie non solo per i consumatori, ma anche per le compagnie.
Sebbene la raccolta premi del ramo auto sia scesa del 5,9% rispetto all'anno precedente, diminuisce il combined ratio, sceso a quota 92,1%: il più basso degli ultimi 20 anni. A incidere positivamente sui conti delle compagnie sono stati principalmente due fattori: il calo della frequenza dei sinistri (diminuiti dell'1,7% rispetto al 2012) e l'incremento contenuto del costo medio, aumentato di 1,8 punti percentuali, che si deve alla diminuzione dei casi di danno alla persona di lieve entità.

UN CALO DOVUTO A FATTORI CONTINGENTI
Tuttavia l'impressione è che questi dati, apparentemente positivi tanto per i consumatori quanto per le imprese, siano determinati da fattori contingenti - osserva Carlo Marietti Andreani - come l'alto prezzo dei carburanti, che ha effetto sulla mobilità determinando un minor utilizzo dei veicoli". Per questo motivo, secondo il presidente di Aiba, bisognerebbe riconsiderare anche "il profilo fiscale eccessivamente elevato dell'Rc auto, dove il peso del fisco varia tra il 19,5% e il 26,5% sul prezzo della polizza". L'auspicio, insomma, è quello di arrivare a una diminuzione strutturale del sistema tariffario del ramo auto, "condizione determinante per la crescita di tutta l'industria assicurativa".
Alle parole di Marietti Andreani fanno eco quelle di Paolo Panarelli: "Il sistema assicurativo - spiega - e in particolare il ramo danni, può fornire un contributo di rilievo allo sviluppo e alla stabilità economica e sociale del Paese, grazie a interventi a sostegno dei bisogni della collettività". Panarelli cita i dati forniti da Insurance Europe sul rapporto tra premi del ramo danni e Pil nazionale, che in Italia si ferma al 2,3% (ben lontano dal 3,6% riscontrato, ad esempio, in Germania). "In Italia i premi danni, al netto del settore auto, per il 2012 sono stati l'1% del Pil: meno del 50% rispetto alla media europea.
Tale situazione - osserva il dg di Consap - evidenzia una potenziale esposizione del conto economico delle compagnie all'andamento altalenante del ciclo tecnico dell'Rc auto".

GUADAGNANO TERRENO I CANALI NON TRADIZIONALI

Tornando alla ricerca, quello mostrato dall'Osservatorio è Un mercato in cambiamento, tra evoluzione normativa e innovazione dell'offerta, come sottolinea lo stesso titolo della ricerca di Aiba e Innovation Team. Un cambiamento che vede il canale di vendita on line avere un ruolo sempre più rilevante, con le compagnie dirette che si conquistano una quota pari all'8,8% del mercato (era al 7,5% nel 2012), e con un exploit dei comparatori: il loro utilizzo è aumentato del 78,3% rispetto all'anno precedente, con circa la metà delle nuove polizze stipulate on line realizzata tramite un aggregatore.
Il peso crescente di internet si riflette anche nel fatto che il 50% dei clienti ha effettuato un preventivo on line. Aumenta (anche se i numeri restano modesti) il canale bancario, che passa dal 1,6% del 2012 al 2% del 2013. Nella diminuzione dei listini, sono i prezzi delle compagnie tradizionali a calare in misura maggiore (-8,6%, contro l'8,1% delle dirette). In linea generale, le compagnie hanno puntato prevalentemente sulle nuove tecnologie, con le polizze con scatola nera che non sono più appannaggio solo delle compagnie tradizionali, ma vengono offerte anche dalle dirette e dalle banche, con un crescente numero di servizi. Segno di una competizione che resta alta.
Lo studio ricorda che nel 2009-2010 un vantaggio medio di 150 euro in meno era determinante per invogliare i clienti a orientarsi verso le compagnie on line; ciò nonostante, oggi che il divario si è ridotto ad appena 64 euro, il prezzo non rappresenta più un incentivo decisivo, quanto piuttosto l'offerta di servizi e prestazioni.

UNO TSUNAMI NORMATIVO LUNGO UN DECENNIO

Passando al capitolo riguardante l'evoluzione legislativa dell'Rc auto, che l'Osservatorio definisce "uno tsunami normativo lungo un decennio", l'analisi viene focalizzata sul disegno di legge nato all'indomani dello stralcio dell'articolo 8 di Destinazione Italia. Un ddl che, secondo Aiba, "spinge verso una profonda revisione dell'offerta delle polizze auto. Il disegno - si legge nello studio - favorisce lo sviluppo di nuove politiche di pricing basate su un maggior controllo dei costi e una forte politica degli sconti", e pertanto "costituisce una opportunità per creare valore sui servizi".
Tuttavia, sul fronte dell'imposizione normativa di sconti per sviluppare la concorrenza tra competitor, Aiba si dice perplessa, soprattutto per quanto riguarda i sistemi di calcolo degli sconti. Cinque gli interventi su cui l'associazione dei broker suggerisce di puntare: aumento dei massimali minimi di legge per i pullman; migliore valorizzazione dei dati registrati dalla scatola nera, restrizione nell'uso delle prove testimoniali, riduzione dei termini di presentazione della richiesta di risarcimento e regolamentazione della cessione di quest'ultimo.
"Le norme dei decreti liberalizzazione - spiega Marietti Andreani - sono ancora in parte inattuate. È auspicabile che gli sforzi siano concentrati sull'applicazione della disciplina piuttosto che sull'introduzione di ulteriori norme che andrebbero a sovrapporsi a quelle esistenti e ancora non pienamente attuate".
Aiba ritiene urgente ultimare la regolamentazione secondaria per la dematerializzazione della documentazione assicurativa (contrassegni e attestati di rischio), e, allo stesso tempo, completare la normativa sulle invalidità macropermanenti e la revisione dei forfait del sistema di indennizzo diretto.

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