Le debolezze nella lotta al cambiamento climatico
L'editoriale di Maria Rosa Alaggio, dal numero di settembre 2023 di Insurance Review
08/09/2023
La fine della pausa estiva porta inevitabilmente tutti noi a guardare agli impegni e alle sfide da affrontare nei prossimi mesi. Per il settore assicurativo questo passaggio significa continuare a confrontarsi con una crescente complessità del mercato, con scenari economici molto critici e, in particolare per l’anno in corso, significa quantificare l’entità dei danni che le catastrofi naturali stanno generando in Italia e nel mondo. A dare un’idea delle cifre che impattano sull’assicurazione è un recente studio di Aon secondo cui, solo nel primo semestre 2023, le perdite economiche provocate da disastri naturali a livello globale sono pari a 194 miliardi di dollari. Nel nostro Paese, solo nella prima parte dell’anno, le alluvioni in Emilia Romagna sono state la terza catastrofe naturale per ammontare di danni economici a livello globale. In questo scenario, ci si aspetterebbe di veder crescere nei fatti e non solo nelle intenzioni l’impegno di governi, istituzioni e aziende nella lotta al cambiamento climatico, nella produzione di energie rinnovabili e negli investimenti sostenibili. Ma a contraddire queste ovvie aspettative è il recente rapporto del Fondo Monetario Internazionale da cui emerge che nel 2022 il peso dei sussidi ai combustibili fossili ha raggiunto la cifra record di 7mila miliardi di dollari, pari al 7,1% del Pil globale. Una cifra che risulta stratosferica soprattutto se confrontata con quanto i governi spendono ogni anno per la sanità o l’educazione, vale a dire rispettivamente il 10,9% e il 4,3% del reddito globale. Certo, lo scorso anno è stato fortemente condizionato dallo scoppio della guerra in Ucraina e dal conseguente trend di inasprimento dei prezzi dell’energia. Secondo l’Fmi, l’eliminazione dei sussidi espliciti e impliciti ai combustibili fossili consentirebbe di evitare 1,6 milioni di morti premature ogni anno e di aumentare le entrate pubbliche di 4.400 miliardi di dollari, ridistribuendo meglio il reddito (visto che, evidenzia il report, i sussidi per il carburante avvantaggiano più le famiglie ricche che quelle povere). Resta da chiedersi fino a che punto potremo assistere realmente a un’inversione di tendenza nel breve periodo, considerando le crescenti complessità degli scenari geopolitici internazionali. Per sostenere le famiglie più vulnerabili a fronte dell’aumento dei prezzi e per attivare un meccanismo a favore di maggiori investimenti in infrastrutture pubbliche, istruzione, sanità, energia pulita sono infatti necessarie, anzi urgenti, riforme politiche, economiche e fiscali da parte dei governi. Ma non solo. Anche il settore privato, come noto, è chiamato a svolgere un ruolo fondamentale nella transizione energetica e nella lotta al cambiamento climatico. Eppure nei mesi scorsi la Net-Zero Insurance Alliance (Nzia) ha assistito alla fuga di più della metà dei propri membri. Un dato di fatto che ha generato non pochi dubbi sulla credibilità e sull’efficacia dei gruppi di collaborazione, nonché diversi interrogativi sulle motivazioni che hanno condotto a tale decisione, come il rispetto delle normative antitrust o le potenziali perdite commerciali delle compagnie negli Stati Uniti. Il grande esodo dalla Nzia, a cui si sta cercando di porre rimedio allentando i requisiti di adesione, non può che essere visto come un passo indietro nella capacità collaborativa e, in prospettiva, un’incognita sulla validità di un approccio indipendente da parte delle singole compagnie. Su questo fronte caldo, l’autunno si apre così per il settore assicurativo con molte sfide da superare dal punto di vista legale, politico e operativo. L’augurio è che si riescano a individuare strategie, strumenti e azioni per proseguire in un percorso efficace e utile al raggiungimento degli obiettivi fissati. E riuscire così a tenere testa anche agli eventi meteorologici estremi, una delle più gravi e frequenti minacce del nostro tempo che provoca ingenti perdite e rischia di rendere inassicurabili vaste aree territoriali in tutto il mondo.
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