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Shopping via web

Sono tanti gli italiani che fanno shopping in negozi o centri commerciali virtuali, ma in percentuale minore rispetto ai cittadini europei.
Oggi, il timore di essere truffati, anche per noi nostrani, scema giorno dopo giorno. La popolazione giovane è sempre più attratta dagli acquisti on line. La legge che tutela questo tipo di acquisti è stata perfezionata e aggiornata anche nei particolari, a tutela della collettività e non sono pochi i siti che vengono segnalati all'Antitrust, a seguito delle scorrettezze commesse e pesantemente sanzionati. Non pare però che i colpevoli si siano preoccupati più di tanto: parecchi , fra costoro, proseguono (indisturbati?) le loro attività illecite.

La crisi economica che attanaglia l'intera Europa, spinge anche la cittadinanza italiana a scoprire e poi comprare, via web.
Vi sono indiscutibilmente occasioni di risparmio e proprio il costo inferiore ha fatto lievitare in Europa gli acquisti on line del 18% rispetto all'identico periodo dell'anno precedente. Risulta (dati Netcomm) che gli affari in rete abbiano superato gli 11 miliardi di euro.
Oggi ci si rivolge ai siti per i più diversi acquisti: da pacchetti vacanze (43%) , alle polizze soprattutto RCA (10%); abbigliamento (30%); hi-tech (20%). Nonostante l'importante crescita, il nostro Paese, come accennato prima, resta in Europa tra i meno inclini all'acquisto via web. Appena il 3% delle vendite, contro il resto del vecchio continente che si attesta tra l'8% e il 13% a seconda degli Stati presi a campione. Noi tendiamo a un lento incremento, giustificato dal timore di inserire i dati della propria carta di credito sul sito ecommerce.

Resta tutt'ora radicato in ogni persona la paura della truffa, il cui rischio potrebbe essere superato usando sistemi di pagamento più sicuri, come - ad esempio - la PayPal che oggi è il mezzo più usato per comprare on line (39%). Seguono a ruota le prepagate (21%) e le carte di credito (18%).
PayPal è un sistema di crittografia che riduce al minimo il rischio di vedersi intercettare transazioni da terzi per usi illeciti. E' sufficiente aprire un conticino su Ebay , o su altri siti che usino il medesimo sistema. L'apertura è gratuita e vi si accede con e-mail e password. Il conto PayPal, ovviamente, deve essere supportato da un mezzo di pagamento, tipo il proprio conto corrente o la carta di credito. Il "venditore" , per questo servizio in zona euro, paga il 3,4% del prezzo imposto, più uno 0,35% fisso.

Deve essere sempre controllato che questo costo non venga "addebitato" all'acquirente, facendogli così pagare una commissione aggiuntiva. Il solito gioco delle tre tavolette? A volte succede anche in siti dove il pagamento avviene solo tramite carta di credito. Su questo fronte la legge è chiara: è vietato applicare spese aggiuntive al prezzo base concordato.
Sconsiglio caldamente di pagare "ricaricando" una carta Postapay, di Poste Italiane, intestata a un esimio sconosciuto. Pagare in tali termini è certamente un rischio e si può anche essere truffati, ad esempio, non ricevendo mai la merce ordinata. Per evitare di subire raggiri, resta il vecchio e collaudato sistema del "contrassegno": si paga all'arrivo della merce. Diversamente il solito bonifico diretto, sempre on line. In questo caso l'iter dell'acquisto si conclude al momento del pagamento con il sistema home banking del proprio istituto di credito, sempre che il venditore sia convenzionato con "quel" circuito bancario.

La carta di credito viene usata diffusamente, ma è quella che intimorisce tutt'oggi, maggiormente. Sarebbe sufficiente, per la propria tranquillità, tenere sotto controllo, dopo l'acquisto, gli estratti conto della nostra "carta", al fine di poter denunciare tempestivamente alla banca addebiti truffaldini.
La legge che tutela i consumatori, esiste (art. 62 del Codice del consumo - D.L. 20672005). La ratio della stessa è che colui che acquista da un sito ecommerce, deve essere al "sicuro" e tutelato da frodi e costi supplettivi.
Il timore di vedersi clonare la carta su un acquisto on line non esiste. Mentre può esserlo nei negozi tradizionali.
Ripeto: va sempre e velocemente controllato l'estratto conto. Esistono dei precisi termini anche per i reclami.
Tutto ciò vale - soprattutto - per i beni di largo consumo.
Diverso - a mio parere - l'acquisto nel settore "servizi".
Qui non si parla più di possibile clonazione dei mezzi di pagamento.
Il rischio è solo nella bontà di ciò che si vuole richiedere. Nelle scelte che dovrebbero essere fatte da fior da fiore. Riflettendo su ciò che si acquista, sulla valenza dello stesso e se ne valga la pena....

Per restare nel settore assicurativo, che è quello che ci interessa più da vicino, abbiamo potuto constatare centinaia di casi dove il rischio di acquistare "lucciole per lanterne", è realmente elevato, anche per l'incapacità dell'acquirente di saper leggere "tra le righe" le condizioni enunciate dalla Compagnia.
In prima battuta, ad esempio, un contratto RCAuto mancante delle più essenziali "condizioni contrattuali" , non tutela né i terzi né il contraente e fa correre il ragionevole rischio di rovinare concretamente la vita di una famiglia. Il "presunto" risparmio - a volte - , potrebbe costare carissimo all'assicurato: basterebbe un sinistro che rientri nella fattispecie di una garanzia "non prestata" (ad esempio, che lo stesso accada in un'area privata e non specificatamente prevista nel contratto).

Questo per rivendicare la necessità di farsi inserire in polizza, una delle tante garanzie essenziali quanto elementari.
I risparmi degli italiani dovrebbero essere indirizzati verso altri lidi, non certo nel contrarre un contratto assicurativo che deve avere lo scopo precipuo della tutela : una sorta di ombrello... che si apre, si deve aprire nel caso piovesse .....
In seconda battuta, ma non ultima, l'attenzione deve essere massima per l'acquisto di una polizza, ma anche e soprattutto, con "quale" Compagnia, al di la di quanto già detto.

Va scelto con attenzione il sito, soprattutto quello che favoleggia una certa Impresa d'assicurazione, di norma mai sentita o con una ragione sociale "storpiata", ma simile ad un marchio noto. La stessa offre (a parole) "anche" ottime condizioni contrattuali, rigorosamente elencate, a prezzi stracciati.
L'Ivass si è molto attivata su questo fronte e , non di rado, ha segnalato alla collettività interessata che "alcune Compagnie" , apparentemente vive e vegete, non sono mai esistite.
Trattasi di organizzazioni dedite al malaffare, ben organizzate e capaci di truffare milioni di euro ai malcapitati creduloni. Sono truffe congegnate ad hoc, da veri professionisti della frode.

Perchè allora rischiare?

Quanta maggiore tranquillità nella stipula di contratti assicurativi in un'agenzia di vostra conoscenza, magari sul territorio, che offre servizio, professionalità, consulenza in caso di sinistro e ..magari....anche un caffè?

Carla Barin

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