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Quanti non sanno di essere assicurati?

Sapete, grosso modo, quanti sono gli italiani che posseggono un contratto di assicurazione, senza esserne consapevoli? Tanti, tantissimi!
Questo fatto riesce a sorprendere poiché - stando a quanto risulta - gli italiani previdenti" sarebbero molto più numerosi di quanto ci raccontano le statistiche ufficiali.
Il tutto emerge da un'indagine dell'Ivass, che aveva l'obiettivo di conoscere quante fossero le polizze "abbinate" a prodotti e servizi di natura n o n assicurativa.
Indagine avviata alla fine di ottobre 2013 con l'obiettivo di conoscere realmente la diffusione del fenomeno e il livello di trasparenza nel loro collocamento presso il pubblico.

I prodotti esaminati dall'Ivass toccano i più svariati settori merceologici e consistono in veri e propri "pacchetti" offerti alla clientela, a seguito di accordi commerciali tra compagnie di assicurazione e operatori economici. Come ad esempio aziende di trasporto marittimo e aereo, istituti di credito o aziende che vendono beni di consumo.
L'Ivass ha chiesto alle imprese di trasmettere informazioni dettagliate in relazione a specifici aspetti della vendita stessa, sui singoli prodotti, sul partner commerciale e sul rapporto, soprattutto, cliente/assicurato, in particolar modo le modalità di "adesione" alla polizza, sul premio e sul recesso.
L'indagine si è conclusa nel marzo 2014 e i risultati sono riferiti al 30 giugno 2013.
Ne è emersa una vasta diffusione del fenomeno di polizze abbinate a prodotti e servizi "non" assicurativi. Si sono evidenziate circa 1600 tipologie di contratti che coinvolgono 15 milioni di italiani. I settori più diffusi e abusati sono i servizi bancari, sportivi, di viaggio e "public utilities" (gas, elettricità, acqua, trasporti, ecc.).

Le principali criticità attengono alle modalità di "raccolta", scioglimento del contratto e, cosa gravissima, alla scarsa conoscibilità e comprensione delle coperture assicurative stesse, al fine della loro attivazione (molto raramente) in caso di sinistro, alla chiara esplicitazione dei costi, sulle quali notizie l'Istituto di Vigilanza sta predisponendo, finalmente, alcuni interventi.
Sono state 178 le imprese nel mirino di Ivass, delle quali è risultato che 63 effettivamente commercializzano contratti assicurativi collegati ad altri prodotti estranei al settore. Sono complessivamente 1629 i prodotti riferibili al settore danni; solo 9 al ramo vita.
Esplicito solo alcuni esempi, giusto per rendere l'idea del "fenomeno":

100.000 - gli assicurati provenienti dai fornitori di gas
679.000 - assicurati tramite fornitori di acqua
9.176.000 - gli assicurati tramite istituto di credito

Seguono altri e si raggiunge la notevole cifra di ben 15.274.000 di cittadini assicurati.
Altre coperture sono offerte da società operanti nel settore delle scommesse sportive direttamente alle proprie ricevitorie.
In genere sono polizze collettive offerte a un bacino di utenze ampio, eterogeneo e accumunato unicamente da circostanze di essere fruitore di un medesimo bene/servizio. Il modello contrattuale utilizzato è quindi l'assicurazione "per conto altrui" e "per conto di chi spetta", caratterizzato dalla scissione tra il contraente (partner commerciale) e l'assicurato.
Quasi sempre le coperture assicurative sono parte integrante di offerte commerciali e vengono spesso presentate come un "benefit", volte a valorizzare il prodotto principale (All inclusive), ed è rappresentato dalla maggioranza (69%) con una adesione automatica. Il 31% sono abbinabili e prevedono un'adesione mediante consenso espresso dal cliente.

Canali di distribuzione agenziale, brokers e sportelli bancari e postali, tranne per le partnership con l'impresa di assicurazioni (le più numerose) contraente delle polizze collettive che si rivolgono ad un ampio e differenziato gruppo di utenza e che svolge un ruolo attivo nel collocamento dei prodotti. Tutto ciò "anche" nei casi non sia egli stesso intermediario assicurativo. Si pensi alle società che forniscono beni primari come gas, energia elettrica, acqua e alle agenzie di viaggio.
Ricordo che per tali attività e al ricorrere di certe condizioni, la normativa vigente in materia d'intermediazione assicurativa, NON prevede obblighi di iscrizione nel Registro RUI (ai sensi dell'art. 3 - comma 6 - Reg. 5/2006), fermi ovviamente gli obblighi di comportamento e informativa (e ci mancherebbe.) a favore del cliente!!

Per quanto riguarda i costi, nel 46% dei casi il premio è indicato esplicitamente e distinto dal costo del bene principale. Nei restanti casi le imprese "dichiarano" che è, sarebbe... a titolo gratuito per l'assicurato (benefit).
I contenuti delle garanzie variano in base al settore e interessano i rami specifici del prodotto venduto. I prodotti sono semplici, di facile comprensione. La formazione dei contratti (modelli di adesione) si diversifica nelle forme di silenzio/assenso e di meccanismi di "opt out", consistenti nel presentare una o più garanzie assicurative pre-selezionate al cliente, il quale in tal modo è gravato dall'onere di deselezionarle qualora non intenda acquistarle. Tale pratica favorisce l'acquisto inconsapevole a un "qualcosa" di non effettivamente voluto.

Sia ben chiaro che tanto il "silenzio/assenso", quanto il sistema " opt out ", sono esplicitamente vietati dalla normativa vigente in tema di contratti a distanza. La gravità del fatto è che nelle formule "All inclusive, silenzio/assenso o opt out", non avendo consapevolezza delle coperture disponibili, nessun utente/assicurato ne farà ricorso in caso di bisogno. Al danno anche morale oltre che economico, si aggiunge la beffa!!
Queste forme subdole e dotate di scarsa deontologia (possiamo definirle così? E' un eufemismo?), rammentano a coloro che hanno più o meno la mia età, i fatidici quanto discussi. "pascoli dell'Ina". , che molti addetti ai lavori di buona memoria, certamente non hanno scordato. Le ragioni sono molteplici, basterebbe tornare indietro di una ventina d'anni, non tanti..

Infine niente fascicoli informativi e condizioni contrattuali: anche per l'Ivass sono irreperibili! Gravi carenze anche alla luce (chiara) della vigente normativa, che prevede per le polizze collettive accessorie a un prodotto o servizio, un obbligo informativo a carico del contraente, graduato a seconda che il premio sia inferiore o superiore a 100 euro (art. 30 - comma 7 - del Reg. 5/2006).
Le polizze abbinate sembrano motivate non solo da esigenze della clientela (??), ma anche da considerazioni di natura commerciale, di finalità di business, da esigenze di copertura di rischi dei produttori dei beni o dei fornitori dei servizi principali.
Le criticità, non solo a mio parere, attengono alle modalità di adesione e di scioglimento del contratto, in primis alla conoscibilità delle coperture assicurative, giusto anche - come già detto - per attivarle in caso di sinistro. Esse sono lacunose anche se, per fortuna, sporadiche. Infine, alla chiara esplicitazione dei costi!!

Il nostro è un Paese davvero strano e sicuramente non equo, tenuto anche conto e valutate le gravose c.d. "sanzioni", non di rado seguite da conseguenze disciplinari, per ragioni a volte davvero risibili, nei confronti dei molti intermediari che lavorano sodo e, come tutti, possono anche sbagliare!!...

L'Ivass, questa volta, dichiara di predisporre INTERVENTI seri! ..
E io, timidamente, mi permetto di aggiungere: SPERIAMO !!!

Carla Barin




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