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Aon-Willis Towers Watson, la causa parte a novembre

Salvo ulteriori ritardi, il procedimento avanzato dal dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti dovrebbe arrivare in aula il 18 novembre

Aon-Willis Towers Watson, la causa parte a novembre
Si terrà molto probabilmente a novembre il procedimento intentato dal dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti contro l'annunciata fusione fra Aon e Willis Towers Watson. Ieri il giudice distrettuale Reggie Walton ha detto che il processo potrebbe cominciare il 18 novembre, salvo poi sottolineare che potrebbero esserci ulteriori ritardi a seguito dei numerosi casi rimasti in sospeso per l'emergenza coronavirus e della priorità data ai procedimenti relativi ai disordini di Capitol Hill. “Capisco il desiderio di portare il caso a processo il prima possibile, però penso che sia una cosa irrealistica”, ha commentato Walton. Il dipartimento di Giustizia aveva inizialmente indicato la data del 28 febbraio 2022, scatenando le dure critiche di Aon e Willis Towers Watson: le due società, a tal proposito, avevano recentemente chiesto alla corte di valutare “la prima data disponibile”.
L'accordo per la fusione prevede attualmente che Willis Towers Watson possa recedere dall'intesa dopo la data di scadenza, fissata al prossimo 9 settembre, e richiedere ad Aon una compensazione da un miliardo di dollari. Non è escluso tuttavia che le due società concordino di estendere ulteriormente i termini dell'accordo.
L'iniziativa del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, com'è noto, è partita dalla convinzione che la fusione fra Aon e Willis Towers Watson creerebbe quello che è stato definito “un colosso dell'intermediazione assicurativa”, limitando la concorrenza di mercato. All'inizio di giugno, proprio per venire incontro alle preoccupazioni degli organi regolamentari, Aon aveva ceduto le proprie attività previdenziali negli Stati Uniti al fondo di private equity Aquiline e il business Aon Retiree Health Exchange alla tech fim Align, operazioni che il dipartimento di Giustizia aveva tuttavia definito "insufficienti a proteggere i consumatori negli Stati Uniti".
Intanto si attende ancora l'ok definitivo della Commissione Europea. Un'indiscrezione della Reuters di metà giugno faceva pensare che l'operazione fosse ormai a buon punto, con il disco verde atteso al massimo per l'inizio di luglio e pertanto persino in anticipo rispetto alla naturale scadenza del prossimo 3 agosto. In Europa, sempre per dare risposta alle preoccupazioni degli organi regolamentari, Willis Towers Watson aveva ceduto a maggio al broker statunitense Arthur J. Gallagher il ramo Willis Re e altre attività riassicurative a livello globale, la divisione Inspace e alcuni servizi di brokeraggio in Nord America, Regno Unito ed Europa (Francia, Germania, Paesi Bassi e Spagna).

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